Visto e considerato che l'essere proprietari di una (o più) Traiunz è a conti fatti da veri BAVBONI, ho deciso di dedicarmi ad attività più esclusive, nobili e meno PVOLETAVIE.
La "Charas" (non sò perchè ma mi ricorda un tipo di THC... sarò io malato!)
E' stata dura, resta un hobby x pochi(ssimi), ma alla fine ce l'ho fatta: ho trovato il modo per fare un pò di mare senza dover cacciare duecento iuros a week - end (e senza dover dar via i ciapet... incredibbile!).
Il tavolo(ino) di carteggio con radio, gps e affini.
Raggiungo Genova Voltri alle 10 circa di domenica mattina, il porto è una vera merda (zona da evitare in notturna), brutto e desolato, ma sebbene affiancato al porto commerciale è pieno di 30-40 piedi a vela bellissime, stracolmo, e come scoprirò più avanti, è anche l'unica alternativa a dover cacciare una media di 5000 iuros annui x il posto barca (l'acquisto è fuori discussione... superiamo i 100 mila x barche da 10 mt c.ca). Il personaggio mi conferma che il diportismo italiano è in assoluto il più caro e con i servizi peggiori (ma che novità... in italia...).
Cabina Prua.
La barca è uno splendito First 31.7 (circa 9mt emmezzo) della Beneteau, pagata circa un anno fa circa 50 mila iuros (estikazzi), due cabine (una a prua una a poppa), 6 posti letto totali (ad essere molto sportivi s'intende), anno 2001 (dagli interni si capisce che è già concepito 'moderno'), adatto anche a regatare in altura, ben tenuto, al momento armato di sola randa e fiocco (ma il tizio aveva anche lo spi), motore entrobordo da 20 cv, velatura con fiocco sui 50mq, è possibile guirdarlo senza patente nautica (sempre che abbiate idea di cosa voglia dire navigare con un 10 mt).
Bagnetto.
Ci scambiamo un paio di convenevoli, scopro che è un dirigente sanitario nel campo veterinario, ed ad occhio e croce mi pare una bella persona, modesto, appassionato, affabile... ed al termine della pseudo veleggiata scopro pure che è anche Di Pietrista! (cose da non credere)...
Zona Giorno.
Purtroppo il vento non ciassiste, 5 nodi sono dannatamente pochi per poter pensare di fare na virata degna di tale nome, per cui a randa issata ci facciamo circa un 3-4 miglia al largo, il personaggio non lesina spiegazioni e insegnamenti, ripassiamo la nomenclatura a bordo, i nodi base, uscita e rientro dal porto, precedenze, andature, strumentazione di bordo, obblighi e doveri in mare, insomma granparte di cose che già sapevo e molte altre che ancora non conoscevo, ma soprattutto tanta pratica (tutta quella che si può fare con vento a 5 nodi s'intende).
Ma che faccia (di minkia) ho?
Dopo un quattro ore circa di mare rientriamo, ci facciamo un panino veloce e sistemiamo "Charas" (questo il nome del First) a modo per poterla rimessare per q.che giorno (lui tornerà il prox we con moglie e figlia).
Cabina Poppa.
Rientro, stanco (levataccia mattutina e vita in barca a vela di per sè molto stancante) ma felice.
Incredibilmente, a meno di un mese da quando ho guardato il confine tra mare e cielo chiedendo a me stesso cosa facessi ancora a terra, ho messo il mio primo piede in acqua (quasi solo) sospinto dal vento.
Una faccia da culo.
BAVBONI!