andiamo proprio bene.....ma da tempo!!!!!
tra i fiori il ciliegio,tra gli uomini il guerriero
Io, invece, sono favorevole. Non ritengo giusto che un bambino che non parla italiano venga inserito in una classe "normale". Per lui è difficilissimo e gli altri devono rinunciare ad una parte dell'insegnamento che spetta loro di diritto a causa del tempo dedicato a lui. Io non ho figli ma se fossi un genitore, in una situazione del genere, probabilmente manderei mio figlio in una scuola privata.
« Perdere è una parte del poker, e so che in certi giorni, anche se gioco perfettamente, perderò » Gus "The Great Dane" Hansen
Se ci sono dei bimbi che non parlano ( o poche parole) la lingua è giusto metterli in classi separate (fino a quando non si portano in pari), altrimenti che stiano insieme a tutti gli altri.
p.s. ancora c'è qualcuno che giudica in base a chi fa la proposta senza entrare nel merito della stessa..... peggio dei tifosi di calcio mah....
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Il saluto del motociclista
Pasen la vita a pisàa cuntra'l veent perché l'impurtant l'è mai vèss cuntent.........
in un mondo che cambia troppo velocemente il PettiRat e' il nostro rifugio sicuro. (Tonidaytona)
Dammilamanina.it
TWEEKEND - Il raduno Triumph by TCP - 5/6/7 settembre 2014-San piero a Sieve>>>
........hai ragione.....io purtroppo sono prevenuto....è che dividere non è mai positivo...mi raccomando non facciamo casini e ke nessuna si offenda...!!volemose bene!
son d'accordo che il modo migliore di inserirsi sia stare insieme, ma non parliamo di vita sociale, parliamo di classi per l'apprendimento e non ci sarebbe cosa peggiore che mettere insieme dei bimbi immigrati che sanno si e no due/tre parole insieme ad altri che parlano e capiscono (piu'o meno) tutto, per integrarsi hanno le attività ludiche no????
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questo è prorpio quello che mi lascia un po nel dubbio,non so bene come collocare la cosa,potrebbe essere vista come una buona cosa,poi però penso anche che nella nostra scuola i bambini con problemi di apprendimento non sono tutti in una classe ma vengono messi nelle classi insieme agli altri e seguiti passo passo con l'apporto di insegnanti
DIO esiste,ma state tranquilli,non sono IO
A Chiasso, le scuole, essendoci i principali centri rifugiati del Cantone, sono miste. Mio figlio, che fa le elementari, non fa differenze ... invita gli amici perché amici, senza distinzione di nazionalità o religione, e gli amici vengono a casa mia senza suggestione alcuna, perché nessuno ancora gli ha detto che sono degli stranieri, diversi e, extracomunitari in un paese di extracomunitari ...
Alla fine l'integrazione é questa ... o no?
Le verre est un liquide lent
Vero, sarebbe la soluzione migliore. Purroppo, CREDO, stia diventando impraticabile.
Un bambino che non parla italiano io lo paragono ad un bambino problematico, che ha bisogno di un insegnante di sostegno (ovvio, non per tutto il percorso scolastico), purtroppo, però, mentre i bambini problematici sono sempre stati una certa quantità, i bambini che non parlano italiano, invece, stanno aumentando sempre più. Diventa difficile prevedere un insegnante di sostegno per tutti. Mentre un bambino problematico "tradizionale" ha bisogno di un insegnamento mirato, perchè ognuno ha le proprie specifiche esigenze, i bambini che non parlano italiano non hanno nessun deficit d'apprendimento ma, semplicemente, un problema comune e, quindi, non vedo perchè non possano fare un primo (o primi due) anno di scuola leggermente più impegnativo degl'altri, di modo che, successivamente, tutti si possano riunire.
Più impegnativo nel senso che fanno esattamente le stesse cose degl'altri e in più, imparano l'italiano.
Io non voglio isolare nessuno. E' ovvio che dei dubbi restino. Ma mi sembra la soluzione migliore.
Ma così va benissimo!
Però non ti sarebbe scocciato se tuo figlio fosse stato penalizzato nell'apprendimento a causa della non uniformità della lingua? E' un problema che hai dovuto affrontare? In ogni caso io non pongo nessun altro problema oltre a quello della lingua.
« Perdere è una parte del poker, e so che in certi giorni, anche se gioco perfettamente, perderò » Gus "The Great Dane" Hansen