
Originariamente Scritto da
marco61
E così…giungemmo in America, a centinaia su centinaia di migliaia, fino a quando non fummo più di quattro milioni. Affrontammo la povertà, la discriminazione e l’isolamento dovuti al fatto di essere in una terra straniera. La maggior parte degli immigrati era molto giovane quando venne in questo paese. Scoprirono che non solo le strade non erano lastricate d’oro, ma che erano proprio loro quelli che dovevano lastricare quelle strade. Venimmo in un luogo che ci trattava da persone inferiori. Venivamo considerati sporchi e stupidi, perfino “di colore”. Imparammo ad adattarci, ad andare d'accordo col resto della popolazione , e a nascondere la nostra nazionalità straniera; ma, non smettemmo mai di essere orgogliosi di ciò che eravamo e del luogo da dove venivamo. La struttura dominante della società tentava di umiliarci, ma noi continuammo a testa alta. Imparammo una seconda lingua, trovammo un lavoro, ci riunimmo in associazioni e comprammo case nostre. Imparammo a farcela nonostante il pregiudizio. Ci sostenemmo a vicenda e facemmo addirittura in modo di conservare il nostro stile di vita in Italia mandando a casa grandi quantità di denaro. Negli Stati Uniti, gli Italiani si mobilitarono per preservare la loro cultura. Nei quartieri Italiani fiorirono molti negozi ed attività gestite da italiani. Gli italiani si abituarono a comprare da altri italiani. Mantenemmo il nostro denaro entro la comunità e prosperammo. Mi ricordo che mio padre non avrebbe mai comprato da un “medigan” (americano) se avesse potuto farlo da un Italiano. Nelle maggiori città vennero pubblicati giornali Italo-Americani, si formarono società di fratellanza e di aiuto agli immigranti – ad esempio i Figli d’Italia ecc..-. Tutto questo favorì ampiamente il costante sbarco d’immigrati che, oltre alla forte concezione italiana del lavoro, portarono balli, musica, e cibo! Oggigiorno, infatti, gli alimenti italiani stanno alla base della dieta americana.