Troppe nutrie, via all'abbattimento
il mattino di Padova — 18 ottobre 2008 pagina 03 sezione: NAZIONALE
PADOVA. Proliferazione nutrie, un flagello. Nel 2007 ne sono state catturate con le trappole e abbattute 6 mila. E il dato tendenziale relativo al 2008 risulta ancor più marcato. Tirate le somme, siamo arrivati a quota 14 mila «catture» in due anni. Una progressione preoccupante. A lanciare l’allarme è lo stesso presidente della Provincia, Vittorio Casarin: «Le nutrie stanno creando danni enormi alle arginature dei nostri corsi d’acqua, mettendo in pericolo il territorio, soprattutto nei periodi delle piogge e delle piene quando le sponde franano. La Polizia provinciale, con la collaborazione dei Consorzi di bonifica e di alcuni Comuni, si sta prodigando a controllare e ridurre la presenza di questi animali nocivi». Le nutrie furono introdotte in Italia nel 1921, e più precisamente in un allevamento di animali da pelliccia in provincia di Alessandria. Da qui si sono via via propagate in altre regioni, Veneto compreso. I roditori dominano incontrastati il territorio, non avendo di fatto dei veri predatori. Gli stessi gatti tendono a non affrontarle, anche perché spesso sono più grandi e grosse di loro. E vicino alle sponde dei fiumi scavano cunicoli, indebolendo fortemente gli argini. Il loro impressionante lavorio finisce per far crollare gli argini in caso di alluvioni. Per abbattere drasticamente il numero di questi animali vengono utilizzate trappole specifiche per roditori, evitando di utilizzare veleni che possono danneggiarne altri e compromettere l’ecosistema. Livio Baracco, dirigente del Settore ambiente della Provincia con riferimento al comparto caccia e pesca, fa il punto della situazione. «Col passare degli anni il problema nutrie sta assumendo dimensioni considerevoli, pur con variazioni anche significative tra le varie località. Mentre in città e nell’Alta padovana il fenomeno appare sotto controllo, nelle campagne sul versante Est dei Colli Euganei e nella Bassa siamo in presenza di una situazione d’emergenza. Il Consorzio di bonifica Euganeo sta garantendo un supporto fattivo nella cattura delle nutrie. Abbiamo inoltre avviato, in tal senso, collaborazioni e accordi con privati. E siamo pure impegnati a frenare i danni provocati dalle cornacchie, altri animali che stanno facendo ammattire i contadini, così come stiamo adottando alcune misure tese a favorire il contenimento di cinghiali e volpi nelle zone collinari. Ma sono le nutrie a dare i maggiori grattacapi». Questo mammifero originario del Sud America vive in colonie di 6-8 unità e scava profondi tunnel nel terreno: veri e propri cunicoli che raggiungono il diametro di 50 centimetri e i 5 metri di profondità. Gli ingressi di queste gallerie si trovano a pelo d’acqua, le uscite a metà sponda. «La nutria crea problemi di natura idrica, non ha animali antagonisti e non è cacciabile. Per questo bisogna affrontare il problema con un piano organico e concertato» avverte il presidente Casarin. Il veterinario padovano Nando Zanin tratteggia il comportamento sessuale di questi roditori sottolineandone alcune curiose specificità. «Le nutrie provengono dal Brasile e dall’Argentina e sono sostanzialmente erbivore. Si possono riprodurre fin dall’età di 7 mesi e per tutto l’anno. Le femmine partoriscono da 4 a 8 cuccioli al termine di una gestazione che dura quattro mesi. Ma dopo 50 giorni dal parto possono iniziare una nuova gravidanza. L’allattamento dura 50 giorni e può avvenire anche in acqua, poiché le mammelle delle nutrie sono disposte nella zona dorsale, a 4-5 centimetri dalla colonna vertebrale». La gente appare divisa. «Se le nutrie sono troppe, la colpa è dell’uomo. Sono creature innocenti, esseri viventi: anche loro hanno diritto alla vita. Non ci sono animali di serie A e altri di serie B» osserva la studentessa e appassionata Cinzia Rossato. Ma l’agricoltore Attilio Moro ha priorità diverse: «Invito i signori di città a vivere con l’incubo delle nutrie per i danni che procurano. Poi ne riparleremo».