
Originariamente Scritto da
Efus
Uhm io sono un universitario e sono seriamente preoccupato per il tipo di riforma che si vorrebbe applicare all'univeristà. in pratica vorrebbero privatizzare tutto e consentire alle aziende interessate ad investire nelle ricerche di sfruttare le università, il problema è che le ultime perderebbero ogni potere decisionale sull'aministrazione di questi soldi e dovrebbero anche rimpinguare le proprio casse, per stipendi e beni accessori con un aumento spropositato delle rette annue, passando, con tutte le probabilità, dagli 800 euro di media che si pagano oggi a una retta simile alle università americane, quindi di 5000\8000 euro annui.
Questo praticamente sbarrerebbe le porte delle nostre università alla maggior parte degli studendi, obbligandoli a lavori ancora più precari di quelli che già siamo costretti a fare.
In america le famiglie risparmiano per mandare i figli all'università fin dalla loro nascita, se lo volessimo fare anche qui si vieterebbe a 3\4 generazioni l'accesso allo studio senza contare che la mancanza di titolo renderebbe difficile anche ai loro figli riuscire a pagare simili rette.
E comunque per un discorso di semplice logica io mi chiedo quale azienda straniera (visto che le nostre sono fallite tutte o sono li li per farlo) investirebbe i suoi soldi qui da noi, quando per le ricerche ci sono stati con strutture ed agevolazioni molto migliori delle nostre.
Invece di aumentare i fondi alle università per consentirgli di mettersi al passo con i tempi questo governo le stà condannando ad un drastico ridimensionamento che ricadrà sulle mie spalle e sulle spalle dei miei figli, io non potrei mai pagare una retta così alta e quindi non potrei mai laurearmi e migliorare la mia condizione, sarei costretto a cercare un lavoro qualunque che mi consentisse, badate bene, non di vivere ma di sopravvivere...
Io non ci sto, quindi lotto per il mio futuro, per il futuro dei miei figli e del mio paese, che per quanto possa farmi schifo resta il mio paese.
Quindi è a tutti gli studenti, i padri, le madri, i lavoratori e i polizziotti, è a tutti che io dico di lottare, di scendere in piazza e protestare, di far sentire la loro voce e non lasciar che si svenda il futuro dei più.
Questa è la prima volta che rettori e studenti, di ogni colore politico, si uniscono saldamente in una visione comune... quindi non direi che è un 68, direi che è un 2008.