dal sito di repubblica
L'Italia è in ritardo sul fronte della sicurezza stradale, soprattutto per quel che riguarda i mezzi a due ruote. Troppi gli incidenti, troppi i morti sulle strade. Così l'obiettivo della Commissione europea, che si prefigge una riduzione del 50% delle vittime della strada entro il 2010, resta una chimera. A farne le spese sono sempre più spesso i motociclisti. I dati sono allarmanti: oggi, in Italia, una vittima su quattro è alla guida o è un passeggero di un veicolo a due ruote: 1.159 vittime su 5.669, secondo i dati Istat del 2006. Secondo un altro studio, invece, in un incidente su dieci il motociclista finisce per impattare contro un oggetto fisso presente sulla sede stradale.Molte volte ciò è dovuto a quelle infrastrutture - guardrail e barriere di sicurezza - poste in maniera inadeguata sulla strada. Alcune stime hanno calcolato che più del 50% dei guardrail in Italia sarebbero inadeguati e questo perché, in caso di impatto, i paletti di sostegno e i profili metallici finiscono per produrre lesioni molto gravi, spesso mortali.Inoltre, da un'analisi sui costi sociali dovuti agli incidenti stradali realizzata dall'Istat, risulta che ogni anno si spendono per questa voce più di trenta miliardi di euro: una cifra enorme che, in parte, potrebbe essere risparmiata attraverso l'ammodernamento dei dispositivi e delle barriere su strade e autostrade. Per questo motivo dallo scorso anno l'Aisico (Associazione Italiana per la Sicurezza della Circolazione) ha iniziato a testare presso il proprio Centro Ricerche sulla Sicurezza Stradale alcune tipologie di barriere con impatti dal vero. Per i crash test vengono utilizzati manichini strumentati in modo da simulare l'impatto dei motociclisti.Le prime analisi sono state confortanti: dai test è emerso che è possibile realizzare barriere più sicure per i motociclisti. Però bisogna fare un passo in avanti e definire con maggiore precisione i criteri da adottare nell'esecuzione dei crash test specifici per chi va sulle due ruote. Il progetto non è concluso e, sulla base di risultati già conseguiti, l'Aisico ha avviato una nuova sperimentazione che prevede l'esecuzione di oltre 100 crash test motociclisti/barriere nei prossimi mesi.Il progetto ha suscitato l'interessate dell'Ancma, l'associazione nazionale dei costruttori di veicoli a due ruote. Assieme, le due associazioni presenteranno al Commissario Europeo ai Trasporti, Antonio Tajani, una prima bozza di norma tecnica, redatta sulle base delle conoscenze attuali, al fine di accelerare i tempi lunghi degli iter normativi e predisporre l'adozione di uno standard europeo.Nel frattempo le due associazioni hanno anche chiesto al governo italiano di stabilire i criteri di esecuzione dei crash test per le barriere per motociclisti. Ma non solo: Aisico e Ancma ritengono che, nelle more dell'adozione di una normativa europea, sia necessario un atto amministrativo per obbligare gli enti che gestiscono le strade (Società Autostrade, Anas, enti locali) ad adottare, almeno nei punti più pericolosi, barriere omologate che abbiamo superato le prove di impatto con gli specifici manichini da motociclista.
nel frattempo i nostri colleghi spagnoli cominciano a muoversi
Basta con i guard rail assassini": questo il grido (di dolore) di più di diecimila motociclisti che hanno invaso Madrid per chiedere a gran voce al governo spagnolo di eliminare le pericolose barriere che ogni anno costano la vita a centinaia di motociclisti.La protesta ha attraversato in lungo e in largo Madrid e ha scosso l'opinione pubblica, ma non solo perché una tale folla di motociclisti non si era mia vista: il corteo è stato preceduto infatti da una macabra ricostruzione di una ghigliottina insanguinata che (con un pezzo di guard rail al posto delle lama) decapitava un motociclista. Il traffico si è paralizzato in più punti della città e la polizia è stata costretta a chiudere completamente - per motivi di sicurezza - molte strade.Una cosa del genere insomma non si era mai vista. E testimonia in modo inequivocabile come i motociclisti ormai siano scesi letteralmente in campo per far sentire la propria voce in tema di sicurezza stradale. D'altra parte i dati parlano chiaro: secondo uno studio della Ue in un incidente su dieci chi viaggia su moto e scooter sbatte contro un oggetto fisso presente sulla sede stradale.Non solo: in Europa (fonte ETSC), mediamente per ogni chilometro percorso il rischio per un motociclista di rimanere coinvolto in un incidente stradale e di ben 18 volte superiore che per il conducente di una autovettura. Se questa raffigurazione appare shoccante nel suo complesso, le singole variazioni nel rapporto motociclista/automobilista a livello nazionale sono ancora più impressionanti: si va da 6 volte in Norvegia (la più sicura per i motociclisti) a 50 volte per la Slovenia (la più pericolosa).E analizzando i dati più in generale, si scopre che per il 40% dei casi i morti da incidenti stradali arrivano dalle due ruote. Solo che il parco moto e ciclomotori corrisponde a circa il 19% del parco totale dei mezzi e - cosa ancora più grave i veicoli a due ruote coprono - sempre in Europa - appena il 2,5% della mobilità totale (auto, camion, pullman)... In Italia la situazione è ovviamente peggiore. Ma qualcosa si muove: dallo scorso anno l'Aisico (Associazione Italiana per la Sicurezza della Circolazione) ha iniziato a testare presso il proprio Centro Ricerche sulla Sicurezza Stradale alcune tipologie di barriere più sicure per i motociclisti.Nel frattempo le due associazioni hanno anche chiesto al governo italiano di stabilire i criteri di esecuzione dei crash test per le barriere per motociclisti. Ma non solo: Aisico e Ancma ritengono che, nelle more dell'adozione di una normativa europea, sia necessario un atto amministrativo per obbligare gli enti che gestiscono le strade (Società Autostrade, Anas, enti locali) ad adottare, almeno nei punti più pericolosi, barriere omologate che abbiamo superato le prove di impatto con gli specifici manichini da motociclista. E i motociclisti? Gli italiani saranno mai capaci di fare come i loro 'colleghi' spagnoli? Dite la vostra