
Originariamente Scritto da
stella crow
Ho appena terminato di leggere questo libro incuriosita da una recensione del Sole 24 ore e dalle critiche al film che in questi giorni è uscito nei cinema. Più che leggerlo, l'ho divorato. Raramente mi è capitato di commuovermi tanto leggendo un libro, normalmente riesco a mantenere una certa distanza tra le parole che leggo e quello che provo e, anche se mi faccio coinvolgere, se vivo ciò che leggo, se mi sento emotivamente parte della narrazione, mai mi era capitato di piangere come oggi...eppure io non piango quasi mai (il che a volte è una condanna più che un pregio...).
La narrazione è semplice, vista dagli occhi di un bambino di 9 anni e sebbene sia ambientato per lo più ad Auschwitz, potrebbe riferirsi a qualsiasi altra parte del mondo anche contemporaneo dove odio, oppressione, crudeltà hanno il sopravvento sull'umanità delle persone. Due bambini, uno da una parte del recinto di filo spinato, uno dall'altra, apparentemente diversi, ma ugualmente prigionieri e soli, una grande amicizia fatta di semplici cose, di parole, e dell'innocenza e ingenuità di chi non è ancora corrotto dalla vita. Il tragico trionfo di un forte legame sulla morte che pure avviene, crudele come non mai.
Un libro da leggere.