la differenza tra l'ateo e l'agnostico dal punto di vista logico è che uno è ancora interessato alla domanda ultima ,l'ateo invece chiude la porta perchè sicuro della propria ragione...
E se Dio si palesasse e dopo aver annunciato un
qualche messaggio scomparisse di nuovo senza che gli scienziati abbiano
il tempo di verificarne l'essenza? Oppure se dopo essersi manifestato
cambiasse le leggi fisiche in modo da rendere inutilizzabili i criteri
scientifici elaborati finora dal pensiero umano?
non ci sarebbe quindi bisogno di nessun impegno per scoprire qualcosa nè da parte del credente nè da parte dell'ateo in quanto la ragione spieghrebbe solo fino a dove riesce ad arrivare
io dico solo questo, riconosco nel credente che l'esperienza morale che fa con l'altro(prossimo) è riconducibile ad una fenomelogia trattata nel vangelo o altri testi a cui altre religioni prendono come riferimento, e se fossero coerenti con quello che trovano scritto probabilmente regnerebbe la pace ...i principi sani che uno trova in qualche testo religioso un altro li assume senza per forza credere in un ente assoluto , come il riconoscere una dignità assoluta all'altro , porci al suo servizio o rispondere alle sue domande..
facciamo la stessa esperienza morale ma riconducibile a fonti diverse,
per il credente ,la fede in una fonte assoluta diventa importante in situazioni drammatiche in cui è difficile mantenere il rispetto di principi come il non uccidere o il non rubare (principi che con la fede li vede inseriti in un progetto più ampio), con la scomparsa di una fede vengono meno anche molti scrupoli di ordine etico, adesso però al posto del Dio cristiano abbiamo il Dio stato (il Dio mortale di Hobbes), stessa tecnica della religione ma che ci restringe l'orizzonte ,il progetto di vita, e quasi quasi in situazioni drammatiche non ha più senso chiederci se è giusto o meno ammazzare o derubare il prossimo
amen