Non è così. Come per ogni altra cosa di questo mondo, l'ateo chiede prove positive per affermare l'esistenza di una divinità. Nel preciso momento in cui queste dovessero rendersi disponibili, è pronto a cambiare idea.
E se cambiasse istantaneamente tutto l'esistente in una cosa completamente diversa modificando i ricordi di ognuno di noi in modo che tutto il nuovo sembra essere il frutto di una storia precedente?
E se si divertisse a falsare tutti gli esperimenti?
Ma che razza di obiezioni sono?
Come puoi scoprire qualcosa se, come hai già fatto in precedenza, definisci le cose in modo che siano "non scopribili" per definizione?
Ma manco per sogno! Anzi tutto il contrario! È un'enorme fortuna che i credenti non siano coerenti con le sacre scritture! Tant'è che quelli coerenti, quelli che le sacre scritture le prendono alla lettera, son proprio coloro che chiamiamo normalmente "fanatici religiosi".
Vogliamo leggere insieme qualche passo del Vecchio Testamento? Vogliamo parlare del trattamento che andrebbe riservato ai figli ribelli, o alle mogli infedeli, giusto per dirne una? Vogliamo parlare degli stermini di massa praticati scientemente nei confronti degli altri popoli, fino a che non resti nulla che respiri? O anche del Nuovo Testamento, se preferisci. Vogliamo parlare degli insegnamenti dei vangeli relativi all'abbandono della propria famiglia o del tipo "Non pensate che io sia venuto a mettere pace sulla terra; NON SONO VENUTO A METTER PACE, MA SPADA. Perché SONO VENUTO A DIVIDERE il figlio da suo padre, la figlia da sua madre, la nuora dalla suocera.", o a quelli di quel simpaticone di Saulo di Tarso (S.Paolo), che afferma: "Voglio tuttavia che sappiate questo: Cristo è il capo di ogni uomo, l'uomo è capo della donna e Dio è capo di Cristo. … Come in tutte le chiese dei Santi, le donne nelle riunioni tacciano, perché non è stata affidata a loro la missione di parlare, ma stiano sottomesse, come dice anche la legge. Se vogliono essere istruite in qualche cosa, interroghino i loro mariti a casa, perché è indecoroso che una donna parli in un'assemblea…". Qual'è l'utilità etica e morale di 2000 anni di sensi di colpa causati dall'idea che provare soddisfazione dalla propria vita sessuale sia peccato, idea dalla qual siamo cominciati a venir fuori da pochi decenni? O della metafisica del martirio?
Quello che invece accade è che i credenti, di fatto, oggi come ieri, scelgono a quali passi dei testi sacri attenersi e quali ignorare, anche se non lo vogliono ammettere. E questo scelta dipende dai tempi, e cioè dal comune sentire morale che l'umanità elabora e modifica nel corso dei secoli. Nel Vecchio Testamento la schiavitù è ampiamente giustificata e sostenuta, ad esempio. E gli schiavisti vi hanno trovato ampie giustificazioni nel corso dei secoli, fino a quando questo "comune sentire" non è arrivato a percepire la schiavitù come cosa disumana. Ed anche in questo, tanto per cambiare, la chiesa c'è arrivata dopo tutti gli altri o quasi. Ancora nel 1866, Pio IX scriveva: "La schiavitù in quanto tale, considerata nella sua natura fondamentale, non è del tutto contraria alla legge naturale e divina. Possono esserci molti giusti diritti alla schiavitù e sia i teologi che i commentatori dei canoni sacri vi hanno fatto riferimento ……Non è contrario alla legge naturale e divina che uno schiavo possa essere venduto, acquistato, scambiato o regalato.”
E non ho per nulla toccato il corano, o l'induismo con le sue caste, che in quanto a barbarie, sono equivalenti o peggio.
Nei testi religiosi trovi principi sani, principi "malati", principi letteralmente disgustosi, come quelli che ti ho appena citato, oltre ad un innumerevole quantità di orrende sciocchezze, sul tipo di "Quando degli uomini si mettono a litigare, e la moglie dell'uno si avvicinerà per liberare suo marito dalle mani di quello che lo percuote, stenderà la mano e afferrerà i suoi genitali, tu LE MOZZERAI LA MANO; l'occhio tuo non ne abbia pietà.".
Se ne scegli alcuni e ne scarti altri, non fai altro che applicare un tuo giudizio etico sul contenuto di quei testi. Giudizio che dunque pre-esiste ed è indipendente dai testi stessi. Se puoi far questo, i testi, come fonte di principi etici, non servono a nulla.
Cosa accade quando i principi che i credenti trovano nel loro testo sacro non coincidono con la "comune" esperienza morale? Se non si deve rubare perchè è scritto nella bibbia, perchè non si deve lapidare un'adultera, com'è sempre scritto nella bibbia?
Riguardo al non uccidere, poi, il comandamento biblico è non uccidere [gli altri ebrei]: i non ebrei, non sono affatto compresi. E, nonostante questo, Dio stesso (secondo il Vecchio Testamento) un attimo dopo aver fornito a Mosè i comandamenti, ordina (contraddicendosi esplicitamente): "prendi i capi del popolo e falli impiccare alla mia presenza in pieno giorno, così la mia collera contro di voi si calmerà"…
Ne sei convinto? Fammi degli esempi. Ti risulta che storicamente le società più religiose siano state quelle eticamente più "scrupolose"? Perché a me risulta precisamente il contrario.
Di nuovo ti cito dati reali. Com'è che negli USA, ad esempio, gli stati dove la criminalità è più diffusa sono sistematicamente quelli più religiosi?