PETIZIONE

RICHIAMO ALLE NAZIONI UNITE A RICONSIDERARE LO STATUS DELLA SANTA SEDE

LA CHIESA CATTOLICA ROMANA DEVE CONTINUARE AD ESSERE CONSIDERATA UNO STATO?

... invitiamo l'Organizzazione delle Nazioni Unite, il Segretario Generale e gli Stati Membri a valutare l'appropriatezza di permettere alla Santa Sede, una istituzione religiosa, di agire alla pari di uno Stato all'interno delle Nazioni Unite. Riteniamo che la Santa Sede, che opera nelle Nazioni Unite in qualità di Stato non Membro e di Osservatore Permanente, non soddisfi criteri comunemente accettati per la qualifica di Stato, poiché si tratta in realtà del braccio governativo di una istituzione religiosa, e non civile. Inoltre, uno studio dettagliato potrebbe documentare il fatto che la Santa Sede trasgredisce - con crescente frequenza - al suo status di osservatore, e ostruisce l'azione e lo sviluppo del consenso tra gli Stati Membri.

Se un tale studio dovesse concludere che la Santa Sede non soddisfa criteri ragionevoli e attuali per la qualifica di Stato, inviteremmo inoltre le Nazioni Unite a mutare lo status della Santa Sede, così da riflettere in modo appropriato la sua natura di importante istituzione non governativa. Inoltre, riteniamo che standard di imparzialità e di neutralità rispetto alla religione dovrebbero imporre un mutamento nello status della Santa Sede, in modo da stabilire una parità tra la Chiesa Cattolica Romana ed altre istituzioni religiose non governative. Infine, se pure riconosciamo il valore dei contributi che tutte queste istituzioni danno alle diverse assise delle Nazioni Unite - e accogliamo favorevolmente la partecipazione di voci religiose al dibattito sui problemi del nostro tempo - nessuna istituzione religiosa dovrebbe godere di privilegi maggiori di alcuna altra istituzione non governativa.

Riteniamo che non vi sia evidenza più sostanziale del fatto che la Santa Sede agisce in qualità di istituzione religiosa, e non come Stato, delle parole delle stesse autorità della Chiesa. Ad esempio, la Missione di Osservatorio Permanente della Santa Sede ha reso pubblica la seguente affermazione:

"In qualità di membro della comunità internazionale, la Santa Sede si trova in una situazione molto particolare, poiché è di natura spirituale. La sua autorità [...] è religiosa e non politica. [...] Il vero ed unico dominio della Santa Sede è il dominio della coscienza."

Papa Paolo VI, nel suo discorso all'Assemblea Generale delle Nazioni Unite del 1965, si presentò come "il rappresentante di una religione che crede che la salvezza si raggiunga attraverso l'umiltà del suo divino Fondatore." Analogamente, in un discorso all'Assemblea Generale del 1979, Papa Giovanni Paolo II assunse un ruolo ecclesiastico. "La natura e i fini della missione spirituale della Sede Apostolica e della Chiesa rendono la sua partecipazione" alle attività delle Nazioni Unite "molto diversa da quella degli Stati, i quali sono comunità in senso politico e temporale."

Più recentemente, Monsignor Diarmuid Martin, delegato vaticano alle Conferenze ONU, ha fatto riferimento all'"insegnamento sociale della Chiesa" come della "principale fonte di ispirazione delle posizioni assunte dalla Santa Sede nelle Conferenze." L'Arcivescovo Renato R. Martino, capo della diplomazia vaticana presso le Nazioni Unite, ha anche parlato della natura religiosa della Santa Sede, riportando l'espressione di un sostenitore sul fatto che il Vaticano avesse il diritto di essere presente alle Conferenze in quanto "voce unitaria" dei cattolici. Martino ha aggiunto che la "voce unitaria" dei cattolici "è una verità oggettiva che rimane immutata."

Chiaramente, la Santa Sede opera all'interno delle Nazioni Unite per sostenere punti di vista religiosi. Tante e tante volte abbiamo visto la dimostrazione dell'inappropriatezza e degli effetti negativi dell'aver lasciato la Santa Sede utilizzare il sistema delle Nazioni Unite per fare avanzare le posizioni teologiche della Chiesa Cattolica. Ad esempio, i delegati della Santa Sede, invocando il bando della Chiesa Cattolica Romana sulla contraccezione, tentano continuamente di impedire l'accesso a metodi di pianificazione familiare, tranne che per l'unico approvato dal Vaticano - l'astinenza periodica.

Nelle Conferenze ONU di Rio de Janeiro (UNCED) e di Beijing (FWCW) vi è stata una crescente veemenza della diplomazia della Santa Sede, che ha sacrificato un sostanziale consenso all'interno delle Nazioni Unite su tematiche di diritti delle donne e della riproduzione, a favore delle priorità della Chiesa. In un momento in cui, oltre ai conflitti politici, le Nazioni Unite focalizzano maggiormente l'azione su problematiche sociali, l'intrattabilità della Santa Sede diviene ancora più problematica. Nello spirito della Conferenza FWCW non possiamo più ignorare i problemi posti dallo status della Santa Sede presso le Nazioni Unite. È in gioco il benessere di innumerevoli individui.

Noi sottoscritti riteniamo altamente inappropriato che la Chiesa Cattolica Romana partecipi quale membro con diritto di voto alle Conferenze ONU - cosa che può fare solo in virtù della sua condizione di Stato non Membro e Osservatore Permanente. Le Nazioni Unite hanno l'obbligo morale di mantenersi neutre a riguardo della religione. I privilegi attualmente concessi alla Chiesa Cattolica Romana sotto gli auspici della Santa Sede violano questa imparzialità e, nell'interesse della giustizia, dovrebbero essere revocati.







associazione nazionale del libero pensiero ''GIORDANO BRUNO''




soggiungo:

braccio armato...e governativo

VIVA GLI AGNOSTICI VIVA GLI ATEI VIVA I LAICI
VIVA LE DONNE E GLI UOMINI che non si lasciano irretire...MAI!!!


VIVA i PEPPINO ENGLARO...