Insomma...io non sono uno che esterna molto i propri sentimenti.
Non lo faccio quasi mai, non ne sono capace, non ci riesco, ma stavolta se non lo faccio esplodo proprio. La notizia che ha dato Ken della morte di quel ragazzo, Alessandro, mi ha stracciato l'anima, io lo conoscevo bene. E venire a saperlo così...A San Marino conosco poche persone, esco poco...la notizia mi ha gelato il sangue. Dio mio ma come si fà a morire a trent'anni.
L'ho conosciuto solo di recente, giusto un anno fà, ma siamo diventati subito amici perchè era impossibile non legarsi ad un ragazzo così incredibile come Alessandro.
"Ciao man!" mi diceva quando mi incontrava. "Ehi Coach!", rispondevo così al suo saluto. Sì, lui era per me "il Coach". Si era diplomato all'Isef di Urbino.

Nell'ultimo anno non mi andava di frequentare la solita palestra, e allora per non "impoltrirmi" del tutto decido di contattarlo tramite Marino, un amico in comune. La simpatia è nata subito, lui mi dava consigli ed io facevo altrettanto con lui. Praticamente era un personal trainer e ci allenavamo nella palestrina di Marino. Il legame si era rinsaldato nel corso degli allenamenti e delle sedute in palestra: la musica sparata a tutto volume, i suoi allenamenti senza un verso, la fatica che mi faceva fare, sputavo sangue sputavo ma mi divertico con il Coach. Mi raccontava dei suoi progetti di matrimonio, gli allenamenti di pallavolo con la squadra della nazionale Sammarinese, le serate in disco, la sua moto...l'R6. La stava vendendo perchè "doveva mettere la testa a posto", così leggevo su facebook l'altro giorno...
Troppo tardi.

Scusate se sembro mieloso, non ci sono abituato a piangere di fronte a tutti, e se lo faccio succede perchè non vi conosco di persona, tranne pochissimi.
Mi andava di ricordare un amico, di farvelo conoscere attraverso i miei ricordi. Dovevamo farci un giro su Bocca Serriola.
Dovrò andarci da solo.