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Discussione: Razzismo alla rovescia (CON INTEGRAZIONE)

  1. #71
    TCP Rider Senior L'avatar di macheamico6
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    Oh va?!!!
    Cercavo una cosa e mi salta fuori questo: me l'ero proprio dimenticato.
    Vi avevo detto che c'avevo una storia da raccontare, e ce l'ho ancora.
    Prima però saluto chi ci lascia, ovvero chi non ama leggere , perché c'ha difficoltà nel farlo o poco tempo a disposizione.
    Comunque per una SHORT VERSION basta saltare all'ultimo capoverso
    Allora.....




    Tempo fa in una città del nord Italia.
    Mentre io resto in albergo, mia moglie esce con mio figlio Michele che all'epoca avrà avuto quattro anni: "andiamo ai giardini" mi dice.
    Dopo un'oretta mi squilla il telefono. E' mia moglie che con tono concitato mi dice dove sta e mi chiede di raggiungerla: la telefonata è piuttosto confusa, capisco comunque che dev'essere successo un qualcosa con altre persone e che ci sia di mezzo Michele.
    Facendo mille congetture mi fiondo lì: trovo pure una volante della Polizia e, soprattutto, vedo che figlio e moglie stanno fisicamente bene e tiro subito un sospirone.
    Mia moglie mi spiega cos'è accaduto.

    Michele gioca con molti altri bambini presenti nello spiazzo dedicato ai piccoli all'interno dei giardini, e dico dedicato ai piccoli perché vi sono i classici giochi da esterni per bambini del tipo scivoli, altalene etc. Mia moglie siede su una panchina intorno allo spiazzo, e quindi c'ha mio figlio sempre in vista e al max a 20 metri. Ci sono anche vari adulti lì presenti, perlopiù mamme e anziani (è un giorno feriale).
    Due di quei bambini (fratelli tra loro) sono lì con una babysitter, un'extracomunitaria sui 40.
    La tizia si allontana per andare a parlare con due persone, presumibilmente connazionali. Si apparta con loro, nel senso che è comunque lì vicino, 30-40 metri, ma pur sempre seminascosta da una fitta vegetazione (piante, siepi etc) e s'intrattiene in maniera piuttosto ambigua con quelle due persone, tant'è che mia moglie non puo' fare a meno di notarlo: o parlano fitto fitto e con circospezione o sembrano quasi litigare alzando i toni. Di tanto in tanto la tizia da un'occhiata ai bambini.
    Sulla panchina che la donna e i due bambini occupano, insieme ad alcuni indumenti rimane solo una piccola borsa di vimini, di quelle tipo mare cioè aperte, dalla quale spuntano dei giochi per bambini coi quali i due fratelli avevano giocato con Michele sino a poco prima, poi riposti nella borsa dalla tizia.
    A un certo punto, con uno dei due bambini non proprio insieme a lui ma appena qualche metro indietro, mio figlio si avvicina alla panchina e fa l'atto di prendere un gioco di quelli che spuntano dalla borsa di vimini. Probabilmente la borsetta neanche la tocca.
    Fatto è che la donna se ne accorge e urlando come un'ossessa corre da Michele, che nel frattempo ovviamente spaventato ha lasciato tutto e ha ritratto le manine, e prende con un gesto brusco la borsetta continuando ancora a sbraitare contro mio figlio. E non la smette neanche quando arriva mia moglie, che dopo un primo attimo di smarrimento corre subito da Michele.
    Anche se la donna non solo non ha sfiorato mio figlio neanche con un dito, ma non ne ha fatto neanche l'atto, il suo urlare, peraltro correndo, e i suoi gesti bruschi al limite dello schizofrenico, traumatizzano Michele il quale si blocca al punto di non piangere, né parlare, tantomeno tornare a giocare.
    Ovviamente mia moglie si fa sentire dalla tizia, stando attenta a mantenere i toni bassi per non aggiungere ulteriore disagio a nostro figlio che tiene per mano. La donna si giustifica in modo ancora duro dicendo che nella borsetta tiene cose di valore e, soprattutto, i suoi documenti per cui non permetterebbe a nessuno di avvicinarsi, figuriamoci a metterci le mani dentro (dentro???).
    Pur avendo voglia di dirle tante cose, in considerazione della reazione di Michele mia moglie si limita a chiederle un gesto, ancorché non di scuse, quantomeno distensivo e bonario verso nostro figlio, credo il minimo sindacale quindi poiché probabilmente se questa avesse incontrato altre persone esse non si sarebbero mica limitate a chiederle alcunché, magari le avrebbero dato loro qualcosa e intendo un qualcosa che avrebbe potuto farle male. Peraltro il gesto che le viene chiesto non le costerebbe nulla, ma proprio nulla nulla.
    Ma la donna si rifiuta categoricamente e, anzi, anche se mia moglie non puo' distinguere cio' che dice poiché è tornata alla sua panchina con Michele, questa continua ad inveire brontolando. Mia moglie riesce comunque a capire un'unica parola, più volte ripetuta: razzista, peraltro preceduta da poco simpatici sporca, stronza etc.
    Visto che nostro figlio nonostante le amorevoli attenzioni della mamma non accenna a sbloccarsi, a questo punto mia moglie mi telefona.
    E qualcun'altro tra i presenti alla scena chiama il 113, dal momento che arriva un attimo prima di me.

    Arrivo. Mia moglie racconta in breve a me e ai poliziotti. Ovviamente le mie attenzioni vanno subito a Michele, che è seduto sulle gambe della mamma, testa e braccino appoggiato al tavolo di pietra innanzi alla panchina: non parla e non ha neanche voglia di muoversi. Lo prendo, lo coccolo e me lo metto cavalcioni sul collo, corriamo, ci corrono dietro vocianti anche altri bimbi (che ho trovato mortificati tutti intorno a lui), lo faccio giocare e in breve si sblocca. Lo lascio con gli altri bambini e torno da mia moglie che, nel frattempo, sta parlando coi poliziotti. La donna in tutto questo frangente rimane imperterrita sulla sua panchina. Intanto i due con i quali si era appartata sono spariti.
    I poliziotti paiono quasi seccati per l'essere stati chiamati ad intervenire, soprattutto -credo- perché non chiamati da una delle parti interessate, ma poi, dall'istante in cui mia moglie dichiara di essere un avvocato, cambiano improvvisamente registro e diventano gentili e rassicuranti.
    Uno va a parlare con la donna, la quale conferma sostanzialmente quanto raccontato da mia moglie. In sostanza riferisce all'agente che era nelle immediate vicinanze della panchina nel momento in cui mio figlio le prendeva la borsetta, cosa falsa in quanto Michele probabilmente non l'aveva neanche sfiorata e, oltretutto, si guarda bene dal dire che si era defilata per appartarsi a varie decine di metri per parlare con due individui. Questa circostanza viene comunque confermata ai poliziotti da alcune delle persone presenti. In ogni caso l'agente ci dice che la donna rimane ferma sulle sue posizioni e che, addirittura, si riserva di sporgere querela per "tentato furto" (assurdità trattandosi di un bimbo di quattro anni: credo che semmai il reato debba essere contestato a noi genitori e debba chiamarsi "mancata o incauta sorveglianza di minore" o qualcosa del genere).

    Al ché i poliziotti ci chiedono cosa intendiamo fare. Rispondo che questa è cosa che intendiamo valutare a freddo in quanto non abbiamo nessun obbligo di decidere adesso, ma dato che sono qui se vogliono verbalizzare che facciano pure: a noi interessa soltanto che provvedano ad identificare la donna, e da parte nostra siamo pronti a fornire le nostre generalità se richieste. Così fanno.
    Mentre un agente annota le nostre generalità, l'altro torna dalla donna per fare la medesima cosa ma, stranamente, si intrattiene più del dovuto e, soprattutto, li vediamo parlare anche in maniera piuttosto vivace. Non vedo però l'unica cosa che sarebbe stato interessante vedere: che le avesse chiesto di mostrargli il contenuto della borsetta.
    Ora, io non so di cosa possano aver parlato, se lei non fosse in regola col permesso di soggiorno, se fosse soggetto già noto alle FdO o ché altro, sta di fatto che dopo vari minuti la donna e l'agente vengono verso di noi, e quest'ultimo ci dice che lei è ora disposta a chiarire il malinteso e a scusarsi. Mentre io non le rivolgo mai lo sguardo, la donna chiede scusa a mia moglie. Al ché mia moglie le dice che non era per sé stessa che cercava le sue scuse e che quindi non le servono: le aveva solo chiesto più volte di farlo nei confronti di Michele, che era rimasto traumatizzato dal suo comportamento. Sarebbe bastato, ad esempio, porgergli i giochi nella borsetta ed invitarlo a giocare con i "suoi" due bambini, magari accompagnando il gesto con un sorriso, una carezza.
    Anche se è evidente che la donna si sta sforzando di fare una cosa ob torto collo, la faccenda comunque si compone, anche perché Michele nel frattempo ha ritrovato il suo abituale buonumore.

    Tuttavia, a questo punto, le parole di uno degli agenti, peraltro molto giovane e con un grado inferiore all'altro, che si ritiene in diritto di pontificare una sua paternale, scatenano in me tutta la rabbia che mi ero sforzato di reprimere fino a quel momento.
    Pur non ricordando le parole precise, in sostanza egli dice "per il futuro lei signora -rivolto alla donna- stia attenta a trattare dei minori con dei modi meno aggressivi, soprattutto se molto piccoli", e poi, rivolgendosi a mia moglie e a me "cercate di educare meglio vostro figlio, in modo tale che non vada più a mettere le mani tra le cose delle altre persone, soprattutto se non conosciute".
    Apriti cielo.

    Siamo o no in un parco pubblico?!!! E all'interno di questo parco pubblico siamo o no nell'area dedicata ai bambini, quindi nel loro regno?!!! E allora un comportamento in linea a una "normale diligenza del buon padre di famiglia" suggerirebbe forse di lasciare incustodita su una panchina una borsa con "dei valori e importanti documenti"??? Tantopiù se poi tale borsa altro non è che una borsetta di vimini aperta dalla quale spuntano dei colorati giochi per bambini, coi quali peraltro i tre bimbi (mio figlio con i due fratelli) stavano giocando fino a pochi minuti prima?!!! E se il contenuto della borsetta era di così vitale importanza, perché la donna l'ha lasciata nel regno dei bambini per appartarsi seminascosta e neanche tanto vicino con due individui abbandonando, di fatto, l'incarico per il quale è pagata, ovvero la ben più importante sorveglianza dei "suoi" due bambini, che vedeva, sì, ma distrattamente e da lontano??? E anche se non lo dico esplicitamente, faccio comunque intuire che vorrei sperare che nell'incontro con quei due soggetti (poi subito scomparsi) avvenuto nel modo anomalo confermato anche da alcune delle persone presenti, la donna avesse disquisito di cose lecite....
    E anche alla luce di tali incontestabili considerazioni, dico all'agente di non permettersi di fare illazioni di sorta sull'educazione che diamo a nostro figlio, che riteniamo del tutto adeguata. E lo faccio in maniera molto risentita, al limite della collera.
    Sto poveraccio, che forse era intervenuto con le migliori intenzioni pur sbagliate nei contenuti, essendo ora pure oggetto di occhiatacce di rimprovero da parte del collega più anziano e graduato (mentre io sono oggetto delle occhiatacce di mia moglie che mi invita alla moderazione), balbetta che ho interpretato male le sue parole, e io di rimando "no, no, le sue parole sono state chiarissime e le ho ben capite".
    Cerca allora di distogliere dall'attenzione la sua gaffe dicendo che per un bambino puo' essere più traumatico vedere di aver causato un intervento della Polizia che i modi bruschi coi quali era stato apostrofato da quella donna. Al ché gli rimbalzo pure questa, precisando che nell'educare Michele abbiamo anche fatto in modo che non solo non avesse timore di un uomo in divisa, ma che addirittura lo vedesse come "suo amico", ovvero una persona da apprezzare e della quale fidarsi.
    Quasi scusandosi alla fine i poliziotti se ne vanno, lasciandoci i riferimenti per ottenere i dati per un eventuale seguito che volessimo dare alla faccenda, cosa che non faremo. Subito dopo se ne va anche la donna.




    Al di là del narrare quanto accaduto anni fa, che se uno ha letto il mio scritto spero lo abbia trovato gradevole (mentre chi non lo ha letto o s'è annoiato nel farlo, qui non c'è mica arrivato), volevo innescare una riflessione su cio' che ho chiamato "razzismo alla rovescia".


    Vero è che, come ha già detto qualcuno, il razzismo non ha un verso: discriminare per una questione di razza è cosa biasimevole e STOP! Giusto per sgombrare il campo da possibili equivoci dico che su questo siamo tutti d'accordo (o perlomeno spero la maggior parte), io per primo.
    Tuttavia per "alla rovescia" intendevo quello che tutti avevano capito bene cio' a cui mi riferissi, pure quelli che avevano finto di non capirlo.
    Nel caso narrato, ad esempio, provate per un attimo a pensare cosa sarebbe successo a parti invertite: mia moglie che inveisce contro un bambino nero o giallo o olivastro, e poi con sua madre, solo perché il bimbo ha fatto l'atto di sfiorare la sua borsetta. Ci siete?
    E ancora. Perché la donna nel continuare a inveire e a brontolare tra sé e sé ha volutamente ripetuto e ribadito la parola RAZZISTA, peraltro preceduta da altri epiteti poco simpatici? Semmai poteva soltanto ringraziare il Cielo per non aver incontrato sulla sua strada dei genitori meno "tranquilli" coi quali la faccenda avrebbe potuto prendere una piega ben diversa. Ma in ogni caso che c'entrava il razzismo con quanto era successo.
    "Per quanto buia sia la notte, le stelle non si spengono.
    Per quanto dura sia la vita, i sogni non si abbandonano."


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  3. #72
    TCP Rider Senior L'avatar di armageddon
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    Citazione Originariamente Scritto da natan Visualizza Messaggio
    che cos'é il razzismo alla rovescia?


    il razzismo é discriminare per razza. Prepotenti ce ne sono di tutte le razze. Se qualcuno fa lo stronzo con me gli do dello stronzo e non del fottutissimo negro, allora non avrò fatto un atto razziale. Se al contrario, alla stessa persona che ha fatto lo stronzo con me gli do dello sporco negro, allora, al di là delle ragioni di base, avrò avuto un atteggiamento razzista. Se uno dovesse rispondermi che gli do dello stronzo solo perché di colore, allora questo ci prova, basta dirgli che é stronzo al di la di ogni possibilità, anche quella, e il gioco é fatto


    ho sempre creduto che"la razza" fosse riferita alla specie animale.
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  4. #73
    TCP Rider Senior L'avatar di gadano
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    I sono un lavoratore frontaliero.... Ho detto tutto:.)
    IL TEMPO PASSA....IL MERITO RESTA....ciao matty!

  5. #74
    TCP Rider Senior L'avatar di macheamico6
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    Razzismo alla rovescia (CON INTEGRAZIONE)

    Me ne accorgo soltanto adesso.
    Gioco di parole non voluto, lo giuro
    "Per quanto buia sia la notte, le stelle non si spengono.
    Per quanto dura sia la vita, i sogni non si abbandonano."


  6. #75
    TCP Rider Senior L'avatar di Odysseo
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    Citazione Originariamente Scritto da commissarioBetti Visualizza Messaggio
    a venticinque anni, avevo da rinnovare il passaporto, per cui entro in questura (premetto che ho la carnagione scura e i tratti somatici vagamente mediorientali, a cui aggiungere, all'epoca, una barbaccia incolta) e baipasso la coda degli extracomunitari per il permesso di soggiorno..un questurino mi vede e mi fà: "a morè, ma ndo cazzo vai? mettete n fila come tutti gli altri! di che paese sei?" e io rispondo: "di campo di marte (un quartiere di Firenze"...non sò se questo è razzismo all'incontrario, ma di sicuro gli extracomunitari presenti ridevano come pazzi...



    Citazione Originariamente Scritto da armageddon Visualizza Messaggio
    ho sempre creduto che"la razza" fosse riferita alla specie animale.

    infatti ....!


  7. #76
    TCP Rider L'avatar di marky tv
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    meglio che non entro in questa discussione....

  8. #77
    TCP Rider L'avatar di Paolo Cromo
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    Nizza M.to,dove iniziano le strade belle..
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    Giardini pubblici ormai frequentati da tantissimi bambini di origine araba:le loro mamme naturalmente tutte insieme a parlare senza degnare un minimo sguardo ai loro figli.Un piccolo diverbio tra 2 bimbi,uno marocchino non lasciava scendere dallo scivolo un' italiano,la cui mamma chiede spiegazioni.Il piccolo magrebino va a lamentarsi dalla sua mamma e in un secondo le arabe si svegliano e tutte insieme circondano l'italiana minacciose.Intervento dei vigili....
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  9. #78
    TCP Rider Senior L'avatar di manu for rent
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    Citazione Originariamente Scritto da armageddon Visualizza Messaggio
    ho sempre creduto che"la razza" fosse riferita alla specie animale.
    invece anche la razza umana è in realtà costituita da più razze
    lo dice la scienza, ma non è molto politically correct
    🏆 🏆 🏆 🏆 🏆 🏆 🏆

  10. #79
    TCP Rider L'avatar di PommedeTerre
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    Citazione Originariamente Scritto da macheamico6 Visualizza Messaggio
    Oh va?!!!
    Cercavo una cosa e mi salta fuori questo: me l'ero proprio dimenticato.
    Vi avevo detto che c'avevo una storia da raccontare, e ce l'ho ancora.
    Prima però saluto chi ci lascia, ovvero chi non ama leggere , perché c'ha difficoltà nel farlo o poco tempo a disposizione.
    Comunque per una SHORT VERSION basta saltare all'ultimo capoverso
    Allora.....




    Tempo fa in una città del nord Italia.
    Mentre io resto in albergo, mia moglie esce con mio figlio Michele che all'epoca avrà avuto quattro anni: "andiamo ai giardini" mi dice.
    Dopo un'oretta mi squilla il telefono. E' mia moglie che con tono concitato mi dice dove sta e mi chiede di raggiungerla: la telefonata è piuttosto confusa, capisco comunque che dev'essere successo un qualcosa con altre persone e che ci sia di mezzo Michele.
    Facendo mille congetture mi fiondo lì: trovo pure una volante della Polizia e, soprattutto, vedo che figlio e moglie stanno fisicamente bene e tiro subito un sospirone.
    Mia moglie mi spiega cos'è accaduto.

    Michele gioca con molti altri bambini presenti nello spiazzo dedicato ai piccoli all'interno dei giardini, e dico dedicato ai piccoli perché vi sono i classici giochi da esterni per bambini del tipo scivoli, altalene etc. Mia moglie siede su una panchina intorno allo spiazzo, e quindi c'ha mio figlio sempre in vista e al max a 20 metri. Ci sono anche vari adulti lì presenti, perlopiù mamme e anziani (è un giorno feriale).
    Due di quei bambini (fratelli tra loro) sono lì con una babysitter, un'extracomunitaria sui 40.
    La tizia si allontana per andare a parlare con due persone, presumibilmente connazionali. Si apparta con loro, nel senso che è comunque lì vicino, 30-40 metri, ma pur sempre seminascosta da una fitta vegetazione (piante, siepi etc) e s'intrattiene in maniera piuttosto ambigua con quelle due persone, tant'è che mia moglie non puo' fare a meno di notarlo: o parlano fitto fitto e con circospezione o sembrano quasi litigare alzando i toni. Di tanto in tanto la tizia da un'occhiata ai bambini.
    Sulla panchina che la donna e i due bambini occupano, insieme ad alcuni indumenti rimane solo una piccola borsa di vimini, di quelle tipo mare cioè aperte, dalla quale spuntano dei giochi per bambini coi quali i due fratelli avevano giocato con Michele sino a poco prima, poi riposti nella borsa dalla tizia.
    A un certo punto, con uno dei due bambini non proprio insieme a lui ma appena qualche metro indietro, mio figlio si avvicina alla panchina e fa l'atto di prendere un gioco di quelli che spuntano dalla borsa di vimini. Probabilmente la borsetta neanche la tocca.
    Fatto è che la donna se ne accorge e urlando come un'ossessa corre da Michele, che nel frattempo ovviamente spaventato ha lasciato tutto e ha ritratto le manine, e prende con un gesto brusco la borsetta continuando ancora a sbraitare contro mio figlio. E non la smette neanche quando arriva mia moglie, che dopo un primo attimo di smarrimento corre subito da Michele.
    Anche se la donna non solo non ha sfiorato mio figlio neanche con un dito, ma non ne ha fatto neanche l'atto, il suo urlare, peraltro correndo, e i suoi gesti bruschi al limite dello schizofrenico, traumatizzano Michele il quale si blocca al punto di non piangere, né parlare, tantomeno tornare a giocare.
    Ovviamente mia moglie si fa sentire dalla tizia, stando attenta a mantenere i toni bassi per non aggiungere ulteriore disagio a nostro figlio che tiene per mano. La donna si giustifica in modo ancora duro dicendo che nella borsetta tiene cose di valore e, soprattutto, i suoi documenti per cui non permetterebbe a nessuno di avvicinarsi, figuriamoci a metterci le mani dentro (dentro???).
    Pur avendo voglia di dirle tante cose, in considerazione della reazione di Michele mia moglie si limita a chiederle un gesto, ancorché non di scuse, quantomeno distensivo e bonario verso nostro figlio, credo il minimo sindacale quindi poiché probabilmente se questa avesse incontrato altre persone esse non si sarebbero mica limitate a chiederle alcunché, magari le avrebbero dato loro qualcosa e intendo un qualcosa che avrebbe potuto farle male. Peraltro il gesto che le viene chiesto non le costerebbe nulla, ma proprio nulla nulla.
    Ma la donna si rifiuta categoricamente e, anzi, anche se mia moglie non puo' distinguere cio' che dice poiché è tornata alla sua panchina con Michele, questa continua ad inveire brontolando. Mia moglie riesce comunque a capire un'unica parola, più volte ripetuta: razzista, peraltro preceduta da poco simpatici sporca, stronza etc.
    Visto che nostro figlio nonostante le amorevoli attenzioni della mamma non accenna a sbloccarsi, a questo punto mia moglie mi telefona.
    E qualcun'altro tra i presenti alla scena chiama il 113, dal momento che arriva un attimo prima di me.

    Arrivo. Mia moglie racconta in breve a me e ai poliziotti. Ovviamente le mie attenzioni vanno subito a Michele, che è seduto sulle gambe della mamma, testa e braccino appoggiato al tavolo di pietra innanzi alla panchina: non parla e non ha neanche voglia di muoversi. Lo prendo, lo coccolo e me lo metto cavalcioni sul collo, corriamo, ci corrono dietro vocianti anche altri bimbi (che ho trovato mortificati tutti intorno a lui), lo faccio giocare e in breve si sblocca. Lo lascio con gli altri bambini e torno da mia moglie che, nel frattempo, sta parlando coi poliziotti. La donna in tutto questo frangente rimane imperterrita sulla sua panchina. Intanto i due con i quali si era appartata sono spariti.
    I poliziotti paiono quasi seccati per l'essere stati chiamati ad intervenire, soprattutto -credo- perché non chiamati da una delle parti interessate, ma poi, dall'istante in cui mia moglie dichiara di essere un avvocato, cambiano improvvisamente registro e diventano gentili e rassicuranti.
    Uno va a parlare con la donna, la quale conferma sostanzialmente quanto raccontato da mia moglie. In sostanza riferisce all'agente che era nelle immediate vicinanze della panchina nel momento in cui mio figlio le prendeva la borsetta, cosa falsa in quanto Michele probabilmente non l'aveva neanche sfiorata e, oltretutto, si guarda bene dal dire che si era defilata per appartarsi a varie decine di metri per parlare con due individui. Questa circostanza viene comunque confermata ai poliziotti da alcune delle persone presenti. In ogni caso l'agente ci dice che la donna rimane ferma sulle sue posizioni e che, addirittura, si riserva di sporgere querela per "tentato furto" (assurdità trattandosi di un bimbo di quattro anni: credo che semmai il reato debba essere contestato a noi genitori e debba chiamarsi "mancata o incauta sorveglianza di minore" o qualcosa del genere).

    Al ché i poliziotti ci chiedono cosa intendiamo fare. Rispondo che questa è cosa che intendiamo valutare a freddo in quanto non abbiamo nessun obbligo di decidere adesso, ma dato che sono qui se vogliono verbalizzare che facciano pure: a noi interessa soltanto che provvedano ad identificare la donna, e da parte nostra siamo pronti a fornire le nostre generalità se richieste. Così fanno.
    Mentre un agente annota le nostre generalità, l'altro torna dalla donna per fare la medesima cosa ma, stranamente, si intrattiene più del dovuto e, soprattutto, li vediamo parlare anche in maniera piuttosto vivace. Non vedo però l'unica cosa che sarebbe stato interessante vedere: che le avesse chiesto di mostrargli il contenuto della borsetta.
    Ora, io non so di cosa possano aver parlato, se lei non fosse in regola col permesso di soggiorno, se fosse soggetto già noto alle FdO o ché altro, sta di fatto che dopo vari minuti la donna e l'agente vengono verso di noi, e quest'ultimo ci dice che lei è ora disposta a chiarire il malinteso e a scusarsi. Mentre io non le rivolgo mai lo sguardo, la donna chiede scusa a mia moglie. Al ché mia moglie le dice che non era per sé stessa che cercava le sue scuse e che quindi non le servono: le aveva solo chiesto più volte di farlo nei confronti di Michele, che era rimasto traumatizzato dal suo comportamento. Sarebbe bastato, ad esempio, porgergli i giochi nella borsetta ed invitarlo a giocare con i "suoi" due bambini, magari accompagnando il gesto con un sorriso, una carezza.
    Anche se è evidente che la donna si sta sforzando di fare una cosa ob torto collo, la faccenda comunque si compone, anche perché Michele nel frattempo ha ritrovato il suo abituale buonumore.

    Tuttavia, a questo punto, le parole di uno degli agenti, peraltro molto giovane e con un grado inferiore all'altro, che si ritiene in diritto di pontificare una sua paternale, scatenano in me tutta la rabbia che mi ero sforzato di reprimere fino a quel momento.
    Pur non ricordando le parole precise, in sostanza egli dice "per il futuro lei signora -rivolto alla donna- stia attenta a trattare dei minori con dei modi meno aggressivi, soprattutto se molto piccoli", e poi, rivolgendosi a mia moglie e a me "cercate di educare meglio vostro figlio, in modo tale che non vada più a mettere le mani tra le cose delle altre persone, soprattutto se non conosciute".
    Apriti cielo.

    Siamo o no in un parco pubblico?!!! E all'interno di questo parco pubblico siamo o no nell'area dedicata ai bambini, quindi nel loro regno?!!! E allora un comportamento in linea a una "normale diligenza del buon padre di famiglia" suggerirebbe forse di lasciare incustodita su una panchina una borsa con "dei valori e importanti documenti"??? Tantopiù se poi tale borsa altro non è che una borsetta di vimini aperta dalla quale spuntano dei colorati giochi per bambini, coi quali peraltro i tre bimbi (mio figlio con i due fratelli) stavano giocando fino a pochi minuti prima?!!! E se il contenuto della borsetta era di così vitale importanza, perché la donna l'ha lasciata nel regno dei bambini per appartarsi seminascosta e neanche tanto vicino con due individui abbandonando, di fatto, l'incarico per il quale è pagata, ovvero la ben più importante sorveglianza dei "suoi" due bambini, che vedeva, sì, ma distrattamente e da lontano??? E anche se non lo dico esplicitamente, faccio comunque intuire che vorrei sperare che nell'incontro con quei due soggetti (poi subito scomparsi) avvenuto nel modo anomalo confermato anche da alcune delle persone presenti, la donna avesse disquisito di cose lecite....
    E anche alla luce di tali incontestabili considerazioni, dico all'agente di non permettersi di fare illazioni di sorta sull'educazione che diamo a nostro figlio, che riteniamo del tutto adeguata. E lo faccio in maniera molto risentita, al limite della collera.
    Sto poveraccio, che forse era intervenuto con le migliori intenzioni pur sbagliate nei contenuti, essendo ora pure oggetto di occhiatacce di rimprovero da parte del collega più anziano e graduato (mentre io sono oggetto delle occhiatacce di mia moglie che mi invita alla moderazione), balbetta che ho interpretato male le sue parole, e io di rimando "no, no, le sue parole sono state chiarissime e le ho ben capite".
    Cerca allora di distogliere dall'attenzione la sua gaffe dicendo che per un bambino puo' essere più traumatico vedere di aver causato un intervento della Polizia che i modi bruschi coi quali era stato apostrofato da quella donna. Al ché gli rimbalzo pure questa, precisando che nell'educare Michele abbiamo anche fatto in modo che non solo non avesse timore di un uomo in divisa, ma che addirittura lo vedesse come "suo amico", ovvero una persona da apprezzare e della quale fidarsi.
    Quasi scusandosi alla fine i poliziotti se ne vanno, lasciandoci i riferimenti per ottenere i dati per un eventuale seguito che volessimo dare alla faccenda, cosa che non faremo. Subito dopo se ne va anche la donna.




    Al di là del narrare quanto accaduto anni fa, che se uno ha letto il mio scritto spero lo abbia trovato gradevole (mentre chi non lo ha letto o s'è annoiato nel farlo, qui non c'è mica arrivato), volevo innescare una riflessione su cio' che ho chiamato "razzismo alla rovescia".


    Vero è che, come ha già detto qualcuno, il razzismo non ha un verso: discriminare per una questione di razza è cosa biasimevole e STOP! Giusto per sgombrare il campo da possibili equivoci dico che su questo siamo tutti d'accordo (o perlomeno spero la maggior parte), io per primo.
    Tuttavia per "alla rovescia" intendevo quello che tutti avevano capito bene cio' a cui mi riferissi, pure quelli che avevano finto di non capirlo.
    Nel caso narrato, ad esempio, provate per un attimo a pensare cosa sarebbe successo a parti invertite: mia moglie che inveisce contro un bambino nero o giallo o olivastro, e poi con sua madre, solo perché il bimbo ha fatto l'atto di sfiorare la sua borsetta. Ci siete?
    E ancora. Perché la donna nel continuare a inveire e a brontolare tra sé e sé ha volutamente ripetuto e ribadito la parola RAZZISTA, peraltro preceduta da altri epiteti poco simpatici? Semmai poteva soltanto ringraziare il Cielo per non aver incontrato sulla sua strada dei genitori meno "tranquilli" coi quali la faccenda avrebbe potuto prendere una piega ben diversa. Ma in ogni caso che c'entrava il razzismo con quanto era successo.

    Mha! io penso che la parola razzista sia diventata anche una sorta di spauracchio, viene sbandierata anche dove è totalmente fuori luogo giusto per ottenere di mettere all'angolo chi ne è destinatario. Vistata la massima negatività del suo significato, se parte una discussione per un motivo (vedi fila a uno sportello, verdure mondate dalla clientela direttamente in negozio etc... Tanto per citare alcuni esempi di altri utenti del forum) anche totalmente distante da questioni di colore di pelle, paese di provenienza e compagnia bella, ecco che arriva il "razzista!" a chiudere la bocca a chi avrebbe, invece, motivo per argomentare. Ormai è tanta la paura di essere etichettati con sta parola che, certe categorie (mica solo gli stranieri, pure gli omosessuali) ben sanno che basta tirar la fuori per ottener ragione laddove la ragione proprio non ci sarebbe.


    Tornando al discorso bimbo-parco giochi, si, penso anch'io che se fosse stata sua moglie (bianca e indigena) a fare una tragedia del genere per una cosa così risibile commessa, senza malizia (vista l'età), da un bimbetto di un qualche colore diverso dal bianco, le cose sarebbero state gestite in maniera diversa (a 90 gradi e via di brutto senza vaselina, sporca razzista! ;-)..... ) Comunque mi fa pena pure il giovane poliziotto, chiamato (col collega) a dirimere una faccenda da barzelletta (non me ne voglia, non sto dicendo che le faccende nelle quali rimane coinvolto un bimbo di 4 anni siano tutte, per forza, solo cavolate), una sclerotica che sbrocca perché un bimbo di quattro anni allunga la manina a prendere un gioco da una shopping in paglia, secondo me, appartiene a questa categoria..... Bisogna capirlo pure lui, da una parte deve sedare gli animi della matta e degli eventuali benpensanti che potrebbero pensare che se non è duro nei confronti vostri, ecco, fa così perché pure lui razzista; da una parte deve riportare sul pianeta terra una scema che butta per aria il mondo per far la guerra a un povero cinnno di 4 anni.....Dai, poveretto pure lui, a momento gli tocca far il servizio d'ordine al c.i.m. e all'asilo infantile.....

    Però, si, mi chiedo pure io che cavolo ci dovesse essere di tanto prezioso (o compromettente, magari) in quella borsa da sollevare un simile polverone, il gobbuto da poco passato al regno dei più diceva che a pensar male si fa peccato ma quasi sempre si vede giusto......
    Ultima modifica di PommedeTerre; 25/05/2013 alle 07:48 Motivo: Unione Post Automatica

  11. #80
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    Comunque mi fa pena pure il giovane poliziotto, chiamato (col collega) a dirimere una faccenda da barzelletta (non me ne voglia, non sto dicendo che le faccende nelle quali rimane coinvolto un bimbo di 4 anni siano tutte, per forza, solo cavolate), una sclerotica che sbrocca perché un bimbo di quattro anni allunga la manina a prendere un gioco da una shopping in paglia, secondo me, appartiene a questa categoria..... Bisogna capirlo pure lui, da una parte deve sedare gli animi della matta e degli eventuali benpensanti che potrebbero pensare che se non è duro nei confronti vostri, ecco, fa così perché pure lui razzista; da una parte deve riportare sul pianeta terra una scema che butta per aria il mondo per far la guerra a un povero cinnno di 4 anni.....Dai, poveretto pure lui, a momento gli tocca far il servizio d'ordine al c.i.m. e all'asilo infantile.....
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    Certamente, l'ho già adeperato io per primo il termine "poveraccio". D'altronde non eravamo mica stati né io né mia moglie a chiamare il 113. Però in considerazione dei fatti, che erano solari, doveva evitare di fare delle considerazioni del tutto inopportune sull'educazione di nostro figlio.

    Comunque, che fosse una situazione tutto sommato leggera possiamo solo dirlo a posteriori, ovvero alla luce del fatto che Michele avesse poi ritrovato il suo consueto buonumore (dopo il mio arrivo e la mia immediata opera di distrazione). Nell'immediato così non era dato che non riusciva neanche a piangere, né a parlare e neanche a muoversi: si era letteralmente bloccato. Sai, la psicologia e la sensibilità di un bambino di 4 anni è estremamente delicata: ci sono bambini che per molto meno subiscono dei traumi che si portano dietro per molto tempo, se non addirittura in modo permanente.

    P.S. - Ma che fai, mi dai del Lei ?
    P.S.1-C'hai deciso per la moto ?
    "Per quanto buia sia la notte, le stelle non si spengono.
    Per quanto dura sia la vita, i sogni non si abbandonano."


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