guarda, devo ritrovarmi i post nei quali si auspicava che "quelli" dovevano "morire male" ...con un po' di pazienza li trovo e vedo chi li ha scritti e chi li ha likati
ho esagerato...tipo il bidello professore?
no
non credo
circa la prima parte, purtroppo per te, non hai nemmeno grandi doti psicanalitiche...sei molto, ma molto lontano...e chi mi conosce riderebbe a crepapelle delle tue elucubrazioni
non essere così autoconsolatorio: c'è chi ha avuto un'educazione e ha studiato, magari non tantissimo, pur divertendosi assai , sia da adolescente che più avanti nella vita, facendo perfino un lavoro molto interessante e divertente...se invece tu sei stato sfortunato, mi dispiace
I risultati, pubblicati in un articolo di preprint non sottoposto a peer review, hanno però mostrato che l’ibrido Omicron-S è molto più letale di Omicron, ma meno del Wild type. Ha ucciso, infatti, l’80 per cento dei topi contagiati, mentre Omicron non ne aveva ucciso nessuno e aveva causato sintomi lievi nella maggior parte dei casi. Wild type, invece, uccideva tutti i topi infetti. Secondo gli scienziati, questi risultati indicano che la proteina spike potrebbe essere responsabile della capacità del virus di eludere l'immunità delle persone anche se esse hanno seguito tutto l’iter di vaccinazione, o sono già entrate in contatto con il virus, ma non sarebbe responsabile della diminuzione della letalità della variante Omicron, da ricercarsi in altre strutture e caratteristiche del virus.
La polemica
Secondo quanto dichiarato, l’esperimento avvenuto al National Emerging Infectious Diseases Laboratories dell’università di Boston, sarebbe stato condotto con un livello di sicurezza 3 (il massimo è 4). Significa che non ci dovrebbe essere alcun rischio concreto di causare un contagio o una fuga incontrollata del patogeno. Ma non basta questo a fermare le preoccupazioni che si leggono, in queste ore, in molti titoli di giornale. Fra i capi d’accusa – assieme alla preoccupazione che questo genere di ricerche possano mettere a rischio la salute pubblica – c’è il fatto che gli scienziati responsabili non avrebbero concordato le loro intenzioni con il National Institute of Allergy and Infectious Diseases. L’agenzia, che aveva preso parte al finanziamento del progetto, dichiara di essere venuta a conoscenza del lavoro solamente attraverso i media, perché nella richiesta di finanziamento non vi erano dettagli sull’esperimento. L’agenzia dovrebbe essere interpellata, invece, ogni qual volta si conduca un esperimento che possa aumentare il potere pandemico di un virus. Bisognava valutare, secondo quanto dichiara alla testata Stat la direttrice della divisione di microbiologia e malattie infettive del Niaid, Emily Erbelding, se l’esperimento rientrasse in quella categoria. E, se questo era il caso, agire secondo il protocollo stabilito dall’ente. La stessa Erbelding, però, sottolinea anche che bisogna saper leggere i risultati nel modo corretto: il virus ibrido creato in laboratorio avrebbe infatti una letalità minore di Wild type, che uccideva il 100% dei topi infetti. E non è detto, poi, che le stesse percentuali valgano per gli esseri umani, perché secondo le statistiche il ceppo di Wuhan aveva ucciso meno dell'1% delle persone infettate. Prima di concludere, però, bisogna fare un’altra considerazione. Anche se è vero che il virus è risultato meno letale del ceppo originario, e che non sappiamo (per fortuna) quali sarebbero i risultati sull’essere umano, la variante di laboratorio Omicron-S rende il virus originale immunoevasivo esattamente come Omicron, aumentandone l’infettività. E, come abbiamo potuto apprendere in questi quasi tre anni di pandemia, se il virus infetta molte più persone di quello originale potenzialmente ne uccide anche molte in più, non in proporzione ma in termini assoluti.
come spesso succede, la notizia è un po' più complicata, e anche le deduzioni che se ne possono trarre devono essere valutate correttamente .