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Una condotta di gran parte della popolazione ancora in corso, che ha già portato all’accettazione del Green Pass come strumento di controllo e che nel breve periodo potrebbe portare all’ok incondizionato alla terza dose del vaccino Covid. Dietro questo atteggiamento rinunciatario in partenza alla contestazione dell’ordine dominante in realtà potrebbe nascondersi una precisa tecnica di manipolazione mentale: la falsa coscienza. “Uno racconta delle balle talmente penetranti che alla fine se ne convince”, spiega in diretta il professor Alessandro Meluzzi. Una sorta di autoipnosi messa in pratica dall’uomo per “autoconvincersi delle proprie menzogne. In questo modo trova un equilibrio con se stesso mentendo, ma convincendosi che sia la verità”, argomenta in seguito il filosofo Diego Fusaro.
fonte: Radio Radio
autore: Meluzzi
Il complotto è innanzitutto uno status.
Chi aderisce e "denuncia" cospirazioni occulte e/o segrete non è colui che le ha scoperte causalmente dopo un’inchiesta giornalistica o dopo un’accurata ricerca, ma se le trova già pronte su qualche sito alternativo e, soprattutto, su alcuni video di youtube, preconfezionati a loro volta da fonti prive di ogni fondamento.
Chi vi aderisce non si pone la briga di verificarne l'autenticità semplicemente perché ne è, paradossalmente, soddisfatto, in quanto ciò che ha ascoltato gli darà la possibilità di avere qualcosa da dire, di "colpire" l'attenzione dei suoi conoscenti e di sentire, forse per la prima volta, di avere un ruolo all'interno del proprio gruppo di scambio.
L'eventuale emozione di sorpresa, di sgomento e di preoccupazione che susciterà con la condivisione della notizia cospirazionistica lo farà sentire il protagonista della situazione, come colui che è riuscito a catturare l'interesse di qualcuno e a colpire le sue emozioni.
Un’azione vissuta come gratificante per l'illusione del contributo che avrebbe offerto al suo gruppo! In tal caso il complotto gli fornisce lo status di “salvatore”, di colui che informa i poveri disinformati che si lascerebbero manipolare da chissà quali organi nascosti.
Il complottista sente la necessità di questa dimensione per uscire da uno status di anonimato e per ergersi a paladino della verità; davanti a inevitabili resistenze, percepirà se stesso come “superiore” perché è stato in grado di comprendere ciò che gli altri non avevano compreso.
Il complotto è quindi necessario al complottista perché gli permette di costruire l'impalcatura della sua autostima e di autoilludersi circa le proprie capacità di ragionamento, dimenticando che, in realtà, lui ha solo abbracciato la logica di chi si è divertito a caricare un video su internet.
Eliminando il complotto, egli eliminerebbe anche la condizione che lo fa sentire onnipotente. Si verrebbe a creare una vera e propria sensazione di lutto!
Il complotto è un sintomo psicologico.
Il più delle volte è possibile osservare dietro la logica del complottista una dinamica prettamente persecutoria, basata sul sospetto, su una sfiducia verso il prossimo dai tratti prettamente paranoici.
Il complottista può essere una persona ben adattata nel contesto sociale in cui vive e avere anche buone relazioni, ma si evincono, spesso, modalità di ragionamento simil-deliranti in cui un’idea, una volta radicata, non viene mai modificata, anche dinanzi alla logica più schiacciante o ai fatti.
Ogni realtà è reinterpretata alla luce di quella convinzione, secondo una logica di pensiero che il filosofo Popper definirebbe autoimmunizzante:
“Credo in qualcosa, non trovo le prove, ecco la prova che è vera e che vogliono nasconderla".
Oppure cerca la prova nell'affermazione dello youtuber di turno, a sua volta vittima della sua stessa logica: “Lo dice anche lui e questo mi basta!"
Quindi si ha a che fare con una personalità disfunzionale e, come è possibile osservare nello studio clinico dei disturbi di personalità, non vi è alcuna consapevolezza di questa dinamica patologica. Il complottista, infatti, prende le distanze dal complottismo, considerando la sua idea/convinzione come qualcosa di diverso e che nulla ha a che fare con certe logiche.
Tutto ciò che è persecutorio, tutto ciò che cela interessi di qualche potente, tutto ciò che è misteriosamente dannoso non solo è degno di attenzione, ma diventa una verità assoluta, incontrovertibile e, ovviamente, da combattere con le armi a disposizione: la tastiera di un pc!
Il complotto è un meccanismo di difesa.
Quando abbiamo paura di qualcosa cerchiamo il modo di controllare l'oggetto della nostra paura, soprattutto se questo oggetto ci appare sconosciuto e misterioso. La prima cosa che facciamo è dargli un nome, attribuirgli un’identità: questo è necessario perché ci dà la sensazione/illusione di avere qualcosa da combattere. O, addirittura, nel migliore dei casi, ne neghiamo l'esistenza, avendo così la magica percezione che, se io nego qualcosa, essa non esisterà più.
Un esempio eclatante che ha fatto emergere questo meccanismo di difesa è, oggi, la questione “coronavirus” che ha visto schierati i complottisti più accaniti impegnati nella ricerca dell’origine e della natura di questo virus.
"Non esiste" dice qualcuno, "Lo hanno costruito" dice qualche altro, ecc.
Affermazioni anche contraddittorie tra loro, ma che hanno in comune il fatto di aver identificato la cosa contro la quale dover combattere. "Se posso prendermela con qualcuno, ho l'illusione di poter fare qualcosa!"
E questo vale per altre questioni come, ad esempio, la falsa relazione tra vaccini e autismo, che fornisce il capro espiatorio illusorio di avere sotto controllo la paura della sindrome autistica.
Se è colpa di qualcuno, combattendo questo qualcuno, posso avere il controllo della situazione.
Il complottista cerca sempre il capro espiatorio di ogni male.
Si difende dagli effetti del caso, dagli eventi naturali e dalle malattie nel continuo tentativo di tenere a bada, magicamente, gli eventi perché, fondamentalmente, ne ha paura.
Tutto questo ci fa comprendere che il complottismo è un modo di essere disfunzionale, uno stile distorto di vita e, nello stesso tempo, un sentimento di onnipotenza orientato verso l'inganno di se stessi.
Fonte: La struttura psicologica del complotto. Medicitalia