Se non vi annoio volentieri:
Premesso come vi ho accennato che una riforma del sistema universitario è necessaria assodato e noto a tutti coloro che l’Università la frequentano per apprendere, per insegnare o per fare ricerca.
Detto cio' vi faccio qualche esempio:
1) l'attuale sistema prevede che i concorsi, (peraltro spesso pilotati, ndr), siano comunque svolti da commissioni in cui e' prevista una partecipazione delle diverse componenti di ateneo.
Esempio: per un concorso per nuovi Ricercatori, la commissione prevede professori ordinari (PO)
professori associati (PA)
e ricercatori (RIC),
quindi tutte le componenti dell'ateneo sono rappresentate nella commissione che giudicherà il valore dei candidati.
(questo vale per i ricercatori, poi per esclusione i ricrcatori sono omessi dalle commissioni per associati e gli associati omessi da quelle per ordinari.
1bis) posto Gelmini: le commissioni per qualunque tipo di concorso saranno composte da soli professori ordinari (PO), cioe' solo dai tanto decantati baroni.
2) i concorsi ora sono fatti in sede locale: un ateneo ha bisogno di un ricrcatore in matematica supponiamo, chiede e realizza un bando di concorso che verrà svolto nell'ateneo stesso. Questo e' un punto molto dibattuto.
In effetti se svolto in sede, il concorso puo' essere guidato.... molto facilmente (anche se parte della commissione arriva da fuori, ma in genere sono ...amici del barone interno all'ateneo).
Quindi fare concorsi di abilitazione a livello nazionale (non piu' locale), potrebbe sembrare una via per rendere i concorsi puliti.
Non e' cosi'... purtroppo, l'abilitazione nazionale dirà solo che tu sei idoneo ad essere professore, ma non sarai ancora assunto da nessuno.
L'abilitazione durerà un tot di anni (3-4 mi pare) ma se nessun ateneo ti chiama, (cioe' ti assume) facendoti però fare un concorso ulteriore interno (quindi spese per lo stato aggiuntive),tu rimani col titolo di professore che decade, senza un posto di lavoro...
3) Oggi un ateneo e condottio da due principali organi di governo il Consiglio di amministrazione (CDA) ed il Senato Accademico (SA; di cui io sono membro da anni, per dovere di cronaca...)
Le competenze di SA e CDA sono leggermente diverse uno delibera a livello finanziario, l'altro organizzativo orientato alla didattica.
3) post-gelmini. Il senato in pratica non esistera' piu' e l'unico organo , il CDA, sarà composto solo da Professori Ordinari (PO) e non piu', come oggi, da praticamente tutte le rappresentanze di Ateneo: PO PA Ricercatori, studenti, personale tecno.amministrativo.
Quindi, anche qui, come vedete, la democrazia sparisce, se mai c'e' stata, ci sono solo baroni e decideranno loro su qualunque tema.
Ciliegina sulla torta: circa metà del CDA sarà composto da soggetti privati esterni; questo potrebbe sembrare ottimale per facoltà vicine all'industria (che so, ingegneria, fisica, chimica etc etc) ma per altre, es biologia, scienze naturali, filosofia etc etc non sarebbe molto produttivo essere guidati... dai privati.
Non dimentichiamo che la ricerca e le scoperte si fanno per intuizioni, colpi di genio e tanta fortuna... (quello che in america si chiama "serendipity")
Se qualcuno mi "dice" quello che devo studiare e scoprire... che scoperta e'...
Se ci ficcate dentro industrie, che devono giustamente fare budget in tempi brevi, diffcilmente si potra' fare libera ricerca,
ma solo cio' che loro che (forse) ci mettono i soldi, desiderano che tu faccia.
Un esempio per tutti...: vi assicuro che non e' bello, ne per me che lo studio, ne per voi che ne avrete bisogno (spero di no...), fare esperimenti su un farmaco con una farmaceutica che ti fiata sul collo, per farti dire che il farmaco va bene..., e non aggiungo altro...
4) i ricercatori scompaiono (26.000) quelli attuali, lasciati a vegetare, senza possibilità di carrira minimale, in una posizione di stallo definitivo.
Quale società al mondo, lascerebbe 26.000 persone, costate un sacco in formazione, a languire senza fondi, senza incentivi, senza un futuro,. Non mi pare una soluzione furba...
post gelmini: nessun ricercatore effettivo, solo persone che entreranno con contratti di 4+4 anni (credo) poi se non vincono e non vengono assunti come professori, escono dall'universita';
guardate che, il non vincere dopo 8 anni (piu' la laurea e magari il dottorato di ricerca), significa 15 anni circa di formazione e frequentazione dell'università,
23+15 (se tutto va liscio...) siamo a 38-40 anni, senza un posto di lavoro., magari con moglie e figli...
E non vincere il posto finale non dipende affatto dall'aver lavorato bene (come dice la gelmini...) ma dipende molto se avete chinato la testa davanti al barone-coglione di turno... Se l'ultimo anno di questo percorso, per motivi disparati, litigate col barone...., oppure lui si ingrifa... per una giovane borsista-dottoranda...., cazzi amarissimi, probabilmente, non vi vorrà più e vi sbattono fuori dall'ateneo, senza lavoro...
Dove vai a lavorare, in italia, dopo 15 anni che fai ricerca ?
Al mercato del pesce a scaricare le casse...
Sarebbe troppo lungo trattare tutto,
ma spero di avervi chiarito qualche punto essenziale su cio' che succederebbe se passare, com'e' ora, questa ennesima porcellata.....
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