Oggi ho letto un titolo di giornale che diceva più o meno così "via libera al decreto svuota carceri. Letta:"nessun pericolo sicurezza per gli Italiani""
Boh.. Detta così non c'ho capito tanto. Chi mi traduce? Mah...
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Oggi ho letto un titolo di giornale che diceva più o meno così "via libera al decreto svuota carceri. Letta:"nessun pericolo sicurezza per gli Italiani""
Boh.. Detta così non c'ho capito tanto. Chi mi traduce? Mah...
Che AMARITUDINE
Cit.FCDG
c'è un canale sul digitale terrestre che si chiama ClassTV...dopo la mezzanotte mi è capitato di vedere un programma che danno spesso sulla vita nelle carceri americane...aldilà di altre considerazioni quello che mi ha colpito sono le pene e l'intransigenza nel farle rispettare
roba da ergastolo per un omicidio...7 anni per rapina a mano armata...non ho in grande simpatia l'attitudine americana alla vendita diffusa di armi però va detto che nel confinamento di chi delinque hanno da insegnarci
Se uno lascia libero un pluriomicida e malato mentale ha tutto il diritto di prenderne il posto.
Spero che questa brava persona, faccia un culo tanto alla moglie del deficiente che l'ha fatto uscire
écchéccazzo però..... :incaz:
mi piacerebbe che una persona cara al giudice debba fargli rimpiangere questo permesso....così vedrai che natale che passa
E’ ricercato in tutta Italia Bartolomeo Gagliano, 55 anni, accusato di due omicidi e di un tentato omicidio e definito “molto pericoloso” dalle forze dell’ordine. Il serial killer ha fermato all’alba una persona a Savona, minacciandola con una pistola, e si è fatto portare in auto a Genova dove doveva rientrare nel carcere genovese di Marassi dopo averlo lasciato grazie a un permesso premio, e ha poi fatto perdere le sue tracce. “Noi non sapevamo che aveva quei precedenti penali, per noi era un rapinatore”, si è difeso il direttore del carcere, Salvatore Mazzeo, spiegando che “abbiamo valutato Gagliano in base al fascicolo di reato per cui era detenuto, che risale al 2006″.
Il pluriomicida, ha aggiunto Mazzeo, è stato dichiarato evaso martedì sera alle 21. “Gagliano doveva rientrare in carcere ieri mattina alle nove ma non si è presentato”, ha detto. “Come è prassi abbiamo atteso dodici ore prima che scattasse il reato di evasione, poi abbiamo fatto la notizia di reato”. Gagliano, siciliano di origine e residente a Savona, è uscito dal carcere domenica scorsa grazie al permesso e lunedì mattina si è presentato al dipartimento di salute mentale di Savona come programmato per una seduta terapeutica.
La svolta è arrivata questa mattina. Il serial killer ha bloccato un commesso mentre stava ultimando le consegne per conto del panificio e, sotto la minaccia di una pistola, lo ha costretto a risalire in auto per recarsi a Genova. Prima di partire, però, ha caricato in auto tre borse. Giunti a Genova, Gagliano ha fatto scendere il panettiere vicino alla Laterna e si è allontanato con la sua auto, una Fiat Panda Van di colore verde con paraurti e specchietti neri targata CV848AW. Una volta arrivati nel capoluogo ligure, Gagliano ha fatto scendere il commesso e si è allontanato a bordo del veicolo. Gli inquirenti che indagano sulla vicenda sono convinti che il serial killer con ogni probabilità abbia deciso soltanto all’ultimo momento di non rientrare nella casa circondariale dopo il permesso premio. Anche se pochi mesi fa si è tagliato le vene del braccio con una lametta, rischiando di morire dissanguato. A salvarlo l’intervento della polizia penitenziaria. L’episodio sarebbe precedente alla concessione dei permessi e sarebbe avvenuto a seguito delle sue richieste di interloquire con i vertici del carcere per ottenerli. Per il resto il suo comportamento non è mai stato aggressivo verso gli agenti o altri detenuti, anzi. In alcuni casi è anche intervenuto per dividere i compagni che si affrontavano. In passato alcune richieste di permesso gli erano state negate, ma era comunque riuscito ad ottenerne tre. Un altro gli è stato concesso per il prossimo 24 e il 25 dicembre. La fine della pena era prevista ad aprile 2015. Ma grazie agli sconti per buona condotta accumulati la liberazione anticipata sarebbe arrivata tra poco meno di un anno. La libertà a un passo rende ancora più incomprensibile il gesto di oggi.
“Si tratta di un episodio gravissimo che richiede un accertamento molto rigoroso”, ha commentato il ministro della Giustizia Anna Maria Cancellieri, sottolineando che “faremo chiarezza e individueremo eventuali responsabilità”. Mentre il direttore del carcere ha fatto sapere che “non ce lo aspettavamo, negli ultimi tempi il suo atteggiamento era molto migliorato. E’ una decisione che ci ha stupiti”. Per lui era il terzo permesso premio e lo aveva ottenuto per motivi familiari: doveva andare a trovare la madre a Savona. Gagliano deve scontare un fine pena residuo di un anno per rapine varie. Negli ultimi tre anni, spiegano fonti penitenziarie, aveva tenuto una condotta esemplare tanto che la direzione del carcere di Marassi aveva pensato di inserirlo in uno dei progetti lavorativi. Mentre all’inizio della detenzione il serial killer aveva dato seri problemi: cercava sempre la rissa, era violento e conflittuale con gli altri detenuti e le guardie penitenziarie.
Gagliano, nato a Nicosia nel 1958 e trasferitosi da bambino a Savona, è un personaggio considerato “molto pericoloso” dalle forze dell’ordine. Il suo primo delitto risale al 1981 quando uccise a Savona, sfondandole il cranio con una pietra, Paolina Fedi, di 29 anni, prostituta. Venne condannato a otto anni di manicomio criminale a Montelupo Fiorentino. Ma sfruttando una licenza concessa dai medici, nell’83, sequestrò un’intera famiglia e da Massa Carrara raggiunse Savona, spianò la pistola alla tempia di un taxista e minacciò un vigile urbano. Inseguito dai carabinieri, iniziò a sparare a casaccio tra gli studenti, ferendo una diciassettenne. Evase dal manicomio nel 1989, assassinando poco dopo a colpi di pistola un transessuale uruguayano e un travestito e poi ferendo gravemente una prostituta. Azioni condotte assieme ad un complice, Francesco Sedda. Ma la scia di Gagliano non si interruppe lì. Nell’aprile del 1990, a Firenze, sparò alla fidanzata, ferendola. Poi fuggì. La ragazza, 23 anni, venne trovata dalla polizia nel suo appartamento, distesa nuda sul letto, con un foro di proiettile nel mento ed un paio di slip sulla gola a tamponare l’emorragia. Dopo un giorno e due notti passati a girovagare per la città e a telefonare alla polizia e agli ospedali, Gagliano si presentò spontaneamente ai medici dell’ospedale psichiatrico di Reggio Emilia, da cui era evaso un mese prima. Le ricerche dell’uomo erano iniziate poco dopo lo sparo alla ragazza: fu lui stesso ad avvertire il 113. La pistola, una beretta 7,65, venne trovata vicino alla ragazza, in mezzo a numerose riviste pornografiche.
La sua “firma” sugli omicidi, ricordano gli inquirenti, era un colpo di pistola alla bocca. La sua carriera criminale è poi segnata da evasioni da ospedali psichiatrici, rapine, detenzione di armi, possesso di sostanze stupefacenti, aggressioni, estorsioni. Era stato giudicato totalmente infermo di mente. Questa è la sua quinta evasione. Nell’ultima, nel ’94, fuggì da un permesso premio concesso dall’ospedale psichiatrico giudiziario di Reggio Emilia.
non sapere per quali imputazioni una persona sia detenuta, per un direttore di un carcere, è abominevole... ma in italia nulla è impossibile
dopo 5 EVASIONI... 5... non sarebbe stato il caso di indagare sul suo curriculum e prendere adeguati provvedimenti?
mi sembra che certa gente viva sulla luna
vomito
mavaffanculo...
aggiungo che.. il direttore del carcere non sapeva che fosse un assassino, ma l'agenzia delle entrate sa che non ho pagato un bollo del 2004.. incredibile.
Mi aggiungo.
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Discussioni unite:oook:
l'avrano detto già in molti.. ma ..
non mi pare che sia l'unica volta .. e neppure la seconda ... pare che quasi ad ogni permesso (e gliene sono stati concessi più di uno (scrivono 6) evadesse ..
questo sono le cose che mi fanno così tanto girare i coglioni da poter dar luce ad un'intera città...
ECCO MAGGIORI DETTAGLI:
Quando sparava in faccia a trans e prostitute
Chi è Gagliano, il «mostro di San Valentino»
Durante un permesso gli fu concesso di andare in discoteca: conobbe una ragazza, si fidanzarono e le sparò in bocca
Bartolomeo Gagliano La storia giudiziaria di Bartolomeo Gagliano, evaso martedì dal carcere genovese di Marassi, durante un permesso premio, è lunga 32 anni e riempie centinaia di pagine di verbali e di sentenze. Nato a Nicosia, in Sicilia, nel 1958, si trasferì da bambino a Savona, in Liguria. Nella sua «carriera criminale» si contano almeno 3 omicidi e un tentato omicidio. E poi: evasioni, rapine ed estorsioni.
1981 - L’OMICIDIO IN AUTOSTRADA - Il primo delitto risale al 15 gennaio 1981. In un autogrill dell’autostrada Genova-Savona, all’altezza del casello di Celle Ligure, Gagliano uccise la prostituta genovese Paolina Fedi, 26 anni, con la quale aveva una relazione. Le sfondò il cranio con una grossa pietra e abbandonò il corpo lungo la strada. Arrestato, confessò. Venne sottoposto a perizia psichiatrica e dichiarato quindi «soggetto psicopatico, totalmente incapace di intendere». La «condanna»: otto anni nell’ospedale psichiatrico giudiziario di Aversa.
LA PRIMA EVASIONE – Restò dentro due anni. Poi, nel 1983, il primo permesso, e la prima evasione. Ne approfittò per sequestrare a Massa Marittima una famiglia, perché lo portassero in auto a Savona. Finì in una sparatoria con la polizia. Ferito a una gamba, fu riportato dentro. E trasferito nell’Opg di Montelupo Fiorentino, da dove evase nel 1989, dopo un permesso.
1989 - «IL KILLER DI SAN VALENTINO» - Durante la latitanza, colpì ancora. Il 6 febbraio 1989 uccise a Cantalupa, nei pressi di Milano, una transessuale uruguaiana, Nahir Fernandez Rodriguez. Pochi giorni dopo, 14 febbraio, a Genova, nell’elegante quartiere di Carignano, uccise a colpi di pistola un travestito - Francesco Panizzi, in arte «Vanessa» - che si trovava in auto con un cliente (anche lui ferito). Il giorno dopo, nella stessa zona, sparò al volto di un prostituta, 29enne. L’arma era sempre la stessa: una Beretta 7,65. Il proiettile le trapassò la gola fratturandole la mascella. L’intenzione era quella di uccidere, ma la donna, incredibilmente, sopravvisse. Per questi delitti - portati a termine insieme al genovese Francesco Sedda, conosciuto nell’Opg di Montelupo - Gagliano fu soprannominato «il mostro di San Valentino». La sua «firma» sugli omicidi, ricordano gli inquirenti, era sempre la stessa: un colpo di pistola alla bocca. I due vennero arrestati pochi giorni dopo, dichiarati infermi di mente e internati nell’Opg di Reggio Emilia.
‘90-’94 - ALTRE EVASIONI - Nel 1990 un’altra evasione dall’Opg di Reggio, durante un altro permesso. Quella volta, il giudice che lo doveva interrogare per i fatti dell’anno prima, Dino Di Mattei, si stupì: «Non capisco il perché del permesso premio - disse -. Era giudicato totalmente infermo di mente e molto pericoloso». Gagliano non lo smentì. «Durante un permesso gli fu concesso andare in discoteca», ha ricordato un testimone. «Lì conobbe una ragazza in discoteca, ci si fidanzò e le sparò in faccia, a Firenze». La ragazza si salvò per miracolo. E lo difese («Non voleva farmi del male», disse). Lui si costituì e tornò a Reggio. Da dove evase ancora nel ‘91 e nel ‘94, quando fu accusato del ferimento di un metronotte a Pietra Ligure, in provincia di Savona. Poi, a fine 2002 venne liberato, in quanto considerato «guarito».
2005-’06 - ESTORSIONE E RAPINE – Tornò a vivere a casa dei genitori. Ma, agli inizi della primavera del 2005, iniziarono le rapine. Almeno quattro, ai danni di supermercati e sportelli postali. L’ultima risale al 9 maggio 2005. L’obiettivo: le Poste di Savona. Un colpo da 3.000 euro. Gagliano venne arrestato e condannato a 3 anni e 6 mesi di carcere. Ne uscì nel 2006, grazie all’indulto. Ma la libertà durò appena una settimana. Tornò dietro le sbarre con l’accusa di estorsione, il reato per cui era tuttora detenuto: insieme a un complice aveva sottratto 2mila euro a un imprenditore della zona di Borgio Verezzi, nel ponente savonese, con la scusa di proteggerlo e per «evitare guai».
2005 - VIOLENZA NELLA SALETTA COLLOQUI - In carcere le violenze non si fermarono. Il 10 maggio 2005, nella casa circondariale di Savona, interrogato dal pm Alberto Landolfi, l’uomo perse la testa e distrusse la saletta colloqui. La scena fu descritta dallo stesso pm nell’avviso di conclusioni delle indagini aperte a suo carico per danneggiamento aggravato: «Afferrando all’improvviso un attaccapanni che scagliava contro la vetrina di un armadio deteriorava beni destinati ad uso pubblico e destinati a pubblico servizio». Sarebbe tornato libero nell’aprile 2015.
eh si , i risultati si vedono
http://www.ilsole24ore.com/pdf2010/S...9-a9c339540dfb
e' la stessa norma del piffero che poi ha riportato in carcere buona parte dei detenuti che erano stati rilasciati ? Che poi ancora adesso non capisco perche' debbano beneficiare di questo: hanno fatto una cazzata? PAGANO.
NOn ci sono carceri ? SI FANNO! Gia' ribadita a suo tempo: abbiamo fior di caserme dismesse a fare la muffa, si sistemano quelle e si mettono i detenuti per reati minori li' dentro. STOP.
la tanto decantata certezza della pena,qua l'unica certezza è lo status di testa di cazzo di tutti quelli che lo hanno fatto uscire in questi anni,pretenderei la loro uscita forzata dall'amministrazione della giustizia.
ce ne sono 14 "chiavi in mano",però poi bisogna riempirle anche di guardie,e allora è un costo,quindi meglio fuori anche i criminali.
pensate a che rischio ci sarà tra poco... se per uno che ne è "uscito" e che sarebbe comunque stato scarcerato nel 2015, c'è un simile allarme sociale...
ma noi dobbiamo stare tranquilli... ce lo dice pisellone Letta
Certo che servono le guardie, e credo che ci siano molte persone che potrebbero anche essere interessate al lavoro ... Gente gia' esperta o comunque con competenze, non parlo dello studente in cerca di lavoro .
La preparazione ci vuole, ma del resto, perche' non sfruttare QUESTO POTENZIALE ?
Perche' siamo in Italia.
No ragazzi non ci siamo, la cosa è molto peggio.
Infatti il tizio, nonostante tre omicidi e due tentati, NON ERA IN CARCERE PER OMICIDIO!!!
Infatti per quelli gli avevavno dato 8 anni in manicomio criminale, adesso stava scontando una pena per reato minore.
Ma tutta la faccenda è uno specchio di come viene gestita la cosa pubblica in Ialia.
Approssimazione, incuria, disinteresse, scarico di responsabilità.
Il direttore non sapeva, il magistrato pensava, e intanto uello se n'è andato.
La stessa cosa per i Cie, per gli ospedali, per la gestione dell'INPS per l'Alitalia, le poste, Finmeccanica, su fino al parlamento e al Quirinale.
Tutto gestito sotto metodi arcaici e clientelari, dove spesso il controllato è anche controllore, con costi assurdi e risultati disastrosi.
Il paese sta andando a puttane, e sono in molti a spingere.....
:smoke_: guardate che in itaglia, grazie a chi ci governa, son proprio le puttane ad avere il potere, e quando i "furbi" cappellano la colpa ricade sugli ultimi della lista...
avanti Savoia
La Stampa - Killer pentito non rientra dal permesso
SIAMO NEL PAESE DEI BALOCCHI
NON CI PIACE
Io inizierei a dare una responsabilità penale ai giudici ,medici e direttori ignari della situazione di un proprio detenuto quando succedono queste cose.
E' ora di finirla, al prossimo stanno più attenti ...
l'hanno beccato.... in Francia
L'Italia é il paese delle garanzie (per i criminali) .. Ha piu tutele un indagato/condannato che un incensurato, assurdo...
Inoltre abbiam in Costituzione quella boiata del carcere per rieducare.. Il carcere serve a separare chi commette crimini dal rslesto drlla societá zio cantante!!!:mad::mad: