Originariamente Scritto da
Sfigatto
Quel che continua a lasciarmi perplesso è il reiterato tentativo di trovare differenze, giustificazioni, persino pregi, di stilare classifiche, invece di soffermarsi sulle analogie. Mi spiego, anche in URSS, o in Cina, o Cuba, ci sono stati dei miglioramenti (anche abbastanza facili da realizzare, mi verrebbe da dire, viste le condizioni di partenza, quasi da servi della gleba), ma a che prezzi? I consueti, perché, dalla notte dei tempi, gli strumenti di un tiranno e dei suoi scherani sono in fondo sempre gli stessi: creazione artificiosa del consenso (anche sfruttando il trascendentale, la religione), culto della personalità, esaltazione della psicopatologia di massa, promesse a palate, nazionalismo, repressione di ogni dissenso, grandi opere, divisione assoluta tra bene e male (ove, ovviamente, il regime è il bene ed ogni dissidente, quindi, o è pazzo o è un criminale sovversivo), spesso e volentieri deportazioni di massa o genocidio.
Di conseguenza mi chiamo fuori, non da oggi, da certe diatribe su chi può essere stato peggio, meno peggio, o addirittura meglio: una dittatura è una dittatura, poi la si può condire con tutte le salse del mondo, ma dittatura resta, ed apprezzo quindi chi contribuisce a demolirla. Purché, però, non ne voglia instaurare un'altra, più o meno mascherata, più o meno palese, sostenendo che sarà "meglio" (forse forse il detto che il meglio è nemico del bene qualche fondamento ce l'ha...)