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giorgiorox
Intercettazioni, Facchetti: "Macché
sorteggio, scegliete il numero uno"
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Calciopoli II, ecco le intercettazioni
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L'ex nerazzurro in pressing su Mazzei
Per Inter - Juventus chiedeva Collina
EMANUELE RIGHI
BOLOGNA
Mancava solo un cabaret con magari la tovaglietta a forma di campo da calcio. Poi, dirigenti e presidenti, a breve anche allenatori, entravano nel self service, con telefonate ai designatori e ai collaboratori più stretti, e domandavano, ragionavano, forse ordinavano. In un rapporto dove non si capisce più la differenza tra chi è in cucina e chi in sala fa il cliente. Mazzei che telefona a Giacinto Facchetti, Meani che fa il «mago» per la designazione di collaboratori di linea e Collina che gli telefona per complimentarsi del suo potere, allora occulto. Dunque Facchetti, scomparso nel 2006, giovedì 25 novembre 2004 riceve la telefonata dal designatore dei guardalinee. Il sorteggio si terrà il venerdì alle 11. Gli arbitri non si possono sapere. I collaboratori di linea non si dovrebbero conoscere, fantascientifico chiederli.
Mazzei: «Sono in macchina che vado a Coverciano».
Facchetti: «Sceglili bene per domenica sera eh...».
Mazzei: «Il numero 1 e il numero 2, da quello che penso, Ivaldi e Pisacreta».
Facchetti: «Ivaldi e Pisacreta?».
Mazzei: «Eh, sono il numero 1 e il numero 2».
Facchetti: «Sì certo, e il numero 1 degli arbitri...(il riferimento è a Pierluigi Collina, che in quei giorni era una richiesta pressante soprattutto di Roberto Mancini n.d.r)».
Mazzei: «Eh sì, speriamo che ci caschi con questo sorteggio del cavolo, che ci caschi il numero 1».
Facchetti: «No lì non devono fare i sorteggi, ci devono...».
Mazzei: «Come si fa Giacinto, purtroppo ci vuole fortuna».
Facchetti: «Ma dai...».
Mazzei: «Ti dico la verità, qui un sorteggio lo fa un giornalista, devono studiare una griglia e le possibilità sono più alte».
I collaboratori di linea scelti per l’incontro Inter-Juve, del 28 novembre del 2004, furono i protagonisti della telefonata: Ivaldi e Pisacreta. L’arbitro sorteggiato invece fu Rodomonti perché Pierluigi Collina andò a dirigere Chievo-Milan per la gioia, ovviamente, dell’amico rossonero Meani.
A tal proposito lascia basiti la telefonata che Collina fa al dirigente rossonero Meani nel febbraio 2005, commentando la designazione di due guardalinee (evidentemente «suggeriti» ai designatori) per una partita del Milan.
Collina: «Beh vedo che hai una certa potenza eh, volevo farti i complimenti».
Meani: «Hai visto?».
Collina: «Ma vai a cagare te e tutti quanti. Che roba, ma va a cagare và».
Meani: «È bastato tirargli le orecchie come quelle dell’asino. Ti prometto, te lo auguro per il bene che ti voglio, che quando diventerai designatore...».
Collina: «Non penserai mica di poter fare una cosa del genere».
Meani: «No, ci sentiamo magari per parlare “ciao come stai”, così. Non parlerò mai di arbitri. Al limite mi permetterò di dirti se qualcuno si comporta in modo maleducato».
Collina ridendo: «Ho aperto il computer, ho visto la coppia e dico “non ci posso credere”. Da morire dal ridere».
Meani: «Telefonagli a Brontolo, gli dici “Dio bono, non hai schifo”, digli..». E ancora: «Perché io mi ricorderò sempre che quando avevamo posto il famoso veto, perché Galliani si è incazzato con Pisacreta, l’unico che mi ha telefonato per dirmi che (Pisacreta; ndr) è un bravo guardalinee e una bella persona, per garantirmi, per dirmi di non fare queste cose, è stato lui. Un altro conoscendo il vostro mondo avrebbe detto lascialo là...».
Collina: «..che ne fa di meno».
Meani: «Bravo, bravo».
Avanti il self service è aperto e da quel che sta emergendo erano in molti a prendere il cabaret e, anche, a consigliare da chi far cucinare il menù domenicale.