Siamo un paese senza attributi!!!!......coraggio ragazzi!!!
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Siamo un paese senza attributi!!!!......coraggio ragazzi!!!
La polizia indiana rifiuta autopsia e test dei proiettili- LASTAMPA.it se leggi tutti i quotidiani ci sono molte cose discordanti dalla versione italiana e quella indiana.....
Appunto!
Non puo' succedere che noi italiani prendiamo la versione a noi conveniente mentre gli indiani prendono la loro! Ci deve essere UNA versione, poi si vedra' il da farsi.
Naturalmente se c'e' la certezza che si fosse in acque internazionali non dovremmo nemmeno stare qui a discutere di nulla, per questo mi sembra molto strano il comportamento accondiscendente delle nostre autorita', che ci sia sotto qualcosa che come al solito non ci viene detto?
Vedremo...
Tutte le fonti sono concordi nell'affermare che la nave si trovasse a circa 30 miglia dalla costa. A quella distanza ci si trova in acque internazionali, salvo casi molto particolari che non mi risultano nella zona di mare in cui si sarebbero svolti i fatti.
Nessuno discute se i militari italiani abbiano fatto bene o male, appare però poco credibile che dei militari esperti si facciano prendere dal panico e da bordo di una petroliera si mettano a sparare per divertimento o per aoura su un innocente peschereccio.
Certa è invece l'attività piratesca in quelle acque. Non ci sono solo i pirati somali, ma anche altri che esercitano" la professione" in quelle acque e non da oggi. Tant'è che anche l'ICC ha registrato l'attacco. E con quelle coordinate 09°57' N - 076°02' E (ho controllato) ci si trova a non meno di 25/28 miglia dalla costa, in acque quindi internazionali (ricordo che le acque nazionali hanno una estensione di 12 miglia, per convenzione internazionale, salvo casi specifici )
Di certo è curioso che le autorità indiane non consentano l'autopsia e gli altri esami e si debba credere loro sulla base della loro stessa parola.
Ma quand'anche i nostri avessero sbagliato, non sarebbe, per effetto di quanto sopra, valida la giurisdizione indiana, e andrebbero processati in Italia poichè in acque internazionali a bordo di una nave mercantile vige la legge di bandiera della nave. (convenzione di montego bay , se non sbaglio)
http://www.icc-ccs.org/piracy-report.../details/71/69
La nave è stata "convinta" a rientrare nel porto di Kochi dalla Guardia Costiera Indiana, almeno così pare a sentire alcune fonti.
Il comandante si sarà consultato con l'armatore e questi con il nostro ministero. Lì (al ministero) probabilmnete hanno sottovalutato l'ars dissimulandi degli indiani e sono caduti nel trappolone..... ma potrebbe anche esser colpa dell'armatore che volendo continuare a fare affari con l'India non se l'è sentita di prenderli di petto.
Speriamo bene, ma la vedo dura...
brutte cose
speriamo si risolva tutto al più presto e al meglio
Copio quanto un mio amico, ufficiale di carrirera della marina militare italiana , ora in congedo ha pubblicato su facebook, non c'è la fonte che ritengo sia Il Giornale (ma ho cercato on line e non ho trovato questo articolo, ma forse sono stato frettoloso), credo sia interessante:
IL REGGIMENTO SAN MARCO
Ecco perché i marò sono stati incastrati
La posizione in mare dei fanti di marina del Reggimento San Marco, quando hanno sparato dei colpi di avvertimento contro sospetti pirati, al largo delle coste indiane, non coinciderebbe, neppure come orario, con quella del peschereccio dove sono stati ammazzati due indiani. Della loro morte vengono accusati i nostri militari. Lo sostiene una fonte riservata de Il Giornale, che segue da vicino il caso. Non solo: qualcuno potrebbe voler incastrare i marò, per coprire altre responsabilità e per motivi politici.
Sul respinto attacco del 15 febbraio alla petroliera italiana, Enrica Lexia e i due indiani morti a bordo del peschereccio Saint Anthony «emergono incongruenze di assoluto rilievo che fanno ritenere possa trattarsi di due eventi separati» spiega la fonte. Fino a questo momento sulla base delle dichiarazioni dei marò, delle autorità indiane e dei pescatori coinvolti «non esiste comunque alcuna evidente correlazione tra i due eventi. In particolare gli orari differiscono di oltre 4 ore, le posizioni di oltre 5 miglia nautiche». Non solo: sia il capitano della petroliera, che il comandante della squadra di protezione anti pirateria del reggimento San Marco ribadiscono «che il peschereccio con i morti sarebbe diverso, per forma e colore, da quello oggetto» delle tre raffiche di avvertimento italiane.
Lo stesso giorno, il 15 febbraio, salta all’occhio un altro sventato attacco dei pirati, ma ore dopo l’incidente italiano, alle 21.50 locali, proprio di fronte a Kochi. Il porto dove è trattenuta da mercoledì la petroliera con 11 connazionali a bordo, compresi i fanti di marina. Una ventina di predoni del mare, su due imbarcazioni, hanno preso d’assalto un’altra petroliera. L’equipaggio li ha respinti. Le 21.50, orario dell’attacco che non ha coinvolto gli italiani, è più o meno la stessa ora riportata dai media indiani per la morte dei due pescatori. La nostra petroliera era in zona e potrebbe essere stata utilizzata come capro espiatorio da chi ha ammazzato gli indiani.
Una ricostruzione tutta da verificare, ma la fonte riservata de Il Giornale fa presente che l’incidente del Lexia è «comunque avvenuto in acque internazionali, dove è quindi piena la giurisdizione dello stato di bandiera della nave, cioè l’Italia». A Roma è stata aperta un’inchiesta della Difesa, una della magistratura ordinaria, sul sospetto abbordaggio, e una seconda della procura militare. «Gli indiani stanno violando il diritto internazionale, sia trattenendo la nave, sia sostenendo un’azione unilaterale verso i nostri militari» osserva la fonte de Il Giornale. Agli italiani «trattenuti» nella rada di Kochi la polizia ha prima preso e poi restituito i passaporti. Poi è stato intimato a comandante e militari di scendere per venire interrogati, ma si sono rifiutati. A bordo c’è il console generale Giampaolo Cutillo. La polizia ha aperto un’inchiesta per omicidio e ribadito che «l’equipaggio non avrà il permesso di lasciare il porto fino alla conclusione delle procedure legali».
Nei commenti sui siti indiani non mancano punzecchiature a Sonia Gandhi, leader del partito maggioritario, ma nata e vissuta in Italia fino a metà anni sessanta. Il ministro della Difesa, A. K. Antony, rilascia dichiarazioni durissime: «La faccenda è seria. I colpevoli verranno puniti». La sua carriera politica è nata nel Kerala, lo stato indiano di fronte al quale è successo il pasticcio e dove lavoravano i pescatori uccisi. I loro colleghi hanno indetto per il 22 febbraio una manifestazione di protesta a Kochi. Se la nave viene lasciata andare Sonia Gandhi potrebbe venir accusata di arrendevolezza nei confronti degli ex compatrioti. Il suo partito del Congresso sta affrontando in queste settimane una difficile elezione nello stato dell’Uttar Pradesh con 200 milioni di abitanti. Se fosse capitato ai marines gli americani avrebbero già inviato una portaerei. Noi ci muoviamo diplomaticamente in vista della visita in India del ministro degli Esteri, Giulio Terzi, fra una decina di giorni.
Colpevoli od innocenti, non mi interessa. Spero davvero tanto che quei due ragazzi possano tornare presto a casa.
In India il valore della vita umana é pari a zero, ed ora fanno tanto gli offesi? Ipocriti! vorranno ottenere un risarcimento economico
Io sono preoccupatissimo... Ed inizio seriamente a disprezzare le autorità Indiane...
La corruzione dilaga, o i loro medici legali sono i peggiori sulla faccia di questa terra! E devono pure fare una autopsia sui corpi dei pescatori per verificare la compatibilità dei proiettili...
Mi ricordo il caso portato a galla dalle Iene, dei due Italiani detenuti per un ergastolo in India con l'accusa dell'omicidio di un loro amico per soffocamento, quando era evidente dagli esami che era avvenuta una emorragia a livello cerebrale, visti i grandi quantitativi di droghe assunte... Il medico legale era stato chiaramente corrotto dalle autorità locali, lo si intuiva anche dall'intervista e dal modo in cui eludeva le domande senza dare la minima spiegazione sulle sue decisioni...
Poi il fatto secondo gli Indiani sarebbe avvenuto a 22 miglia dalla costa, secondo noi e SECONDO I SATELLITI a 33 miglia dalla costa, le acque territoriali si fermano a 12 miglia se ho capito bene, che diavolo vogliono? 20 colpi esplosi contro 60 a detta degli Indiani...
Dobbiamo farci rispettare! Mandiamo delle navi militari se ce ne sono nei paraggi, qui si sta calpestando il diritto internazionale per i loro "sporchi" comodi! :chair:
E poi perchè diamine sono entrati nelle acque territoriali indiane?! Gli hanno proposto un té in amicizia?
(Sono abbastanza guerrafondaio quando si calpesta la nostra bandiera)