incredibile, sai quello che l'intera popolazione pensa.
tra perbenista e menefreghista non so chi sia peggio....
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Leggo cose assurde.
Lascio perdere.
l'esempio dei medici è solo per il menefreghismo di certa gente quindi evitiamo di mischiare apposta le cose :dubbio:
e dopo la modifica al messaggio originale già quotato, scopriamo che le due ragazzae sono due terroriste anticristiane...grazie ora sono più tranquillo :oook:Citazione:
Vanessa Marzullo e Greta Ramelli erano entrate in Siria attraverso la Turchia circa dieci giorni fa per portare avanti il progetto Horryaty, iniziativa di solidarietà con la popolazione siriana che hanno fondato con Roberto Andervill. L’obiettivo è distribuire kit di pronto soccorso e pacchi alimentari nell’area di confine, ma anche istruire i giovani a praticare interventi di pronto soccorso in caso di lievi ferite o comunque insegnare nozioni infermieristiche
anche perchè poi TUTTE le ONG da un pezzo hanno abbandonato la siria per gli insostenibili rischi che i propri membri stavano correndo. Croce rossa e simili funzionano dove la loro attività è riconosciuta e se non del tutto apprezzata almeno tollerata (visto che curano tutti, senza parteggiare per alcuna fazione).
quindi stanno dicendo il falso? giusto per capire eh, visto che siete sempre più informati di tutti, persino del mercato illegale delle armi....
Citazione:
Dal 7 agosto, AGIRE - Agenzia Italiana per la Risposta alle Emergenze ha lanciato un appello di raccolta fondi per sostenere gli sforzi di 9 ONG del network impegnate in programmi di assistenza umanitaria in Siria e nei paesi confinanti.
ActionAid, Cesvi, CISP, GVC, Intersos, Terre des Hommes, Oxfam, Sos Villaggi dei Bambini e VIS sono operative in Giordania (servizi comunitari nel campo di Al Za'atari) e Libano (assistenza alle famiglie in arrivo nell'area di confine di Masharia al Qa, programmi educativi e di inserimento scolastico per minori siriani e servizi igienico sanitari nell'area della Beka). Quattro organizzazioni già presenti in Siria attendono inoltre di poter ricominciare distribuzioni e programmi di prima emergenza, attività oggi impossibili per ragioni di sicurezza.
la loro associazione è registrata su facebook..è una pagina gestita da 3 persone
organizzano cene e mostre fotografiche per raccogliere fondi
informati prima di dare aria alla bocca, non si fonda una ONG con tre persone
sai leggere? attive in giordania e attendono inoltre di poter ricominciare distribuzioni e programmi di prima emergenza
c'è scritto forse che si trovano in territorio siriano?
a quale associazione ti riferisci? visto che parli di 3 persone immagino intendi Horryaty . Preso dall'ANSA (il primo che ho trovato, ma se vuoi cerco meglio). Se intendi invece le ONG, sei tu che le hai tirate in mezzo nel post precedente dicendo che si sono ritirate dalla Siria , quindi di che blateri?
''Il progetto nasce dopo un sopralluogo effettuato nel mese di marzo da Roberto Andervill, socio IPSIA, Greta Ramelli e Vanessa Marzullo attiviste per la Siria. Atterrati in Turchia, siamo stati accompagnati da una guida siriana nella sua terra, di preciso nelle zone rurali di Idlib, a sud ovest rispetto ad Aleppo. Durante questa prima visita si è cercato di instaurare un primo rapporto con la popolazione locale, al fine di capire le vere necessità e visitare i luoghi coinvolti nel progetto. In particolar modo sono stati visitati i due centri di Primo Soccorso di B. e H., dove c'è stata la possibilità di rilevare le principali problematiche nell'ambito dell'assistenza medica: carenza di personale adatto e di materiale essenziale per condurre assistenza sanitaria di base e di emergenza. Durante questa missione siamo stati sempre accompagnati e scortati da personale locale, con un alto grado di sicurezza''.
Seguono gli obiettivi del progetto: ''In collaborazione con il personale medico presente sul posto si è deciso di attivarsi al fine di perseguire due specifici obiettivi: 1. Attivare un corso base di primo soccorso e rifornire alcune aree di kit di emergenza di Primo Soccorso corredati di tutto il materiale occorrente.
2. Garantire ai pazienti malati di patologie croniche di accedere alle giuste terapie rispettando i tempi, dosi e qualità dei farmaci. Il nostro Progetto si compone così di due parti distinte che verranno portate avanti sia in maniera separata e sia in parallelo, a seconda delle esigenze contingenti in loco''.
oppure da Facebook
In italia ci occupiamo di raccolta fondi e sensibilizzazione. In Turchia compriamo gli aiuti e in Siria li gestiamo e distribuiamo in zone diverse.
io so leggere, ma te?Citazione:
sai leggere? attive in giordania e attendono inoltre di poter ricominciare distribuzioni e programmi di prima emergenza
c'è scritto forse che si trovano in territorio siriano?
da quel che capisco della parte grassettata ci sono 4 ONG, tra quelle elencate, che sono presenti in Siria, ma inattive. Quindi non è vero che tutte le ONG si sono ritirate, dalla siria.Citazione:
ActionAid, Cesvi, CISP, GVC, Intersos, Terre des Hommes, Oxfam, Sos Villaggi dei Bambini e VIS sono operative in Giordania (servizi comunitari nel campo di Al Za'atari) e Libano (assistenza alle famiglie in arrivo nell'area di confine di Masharia al Qa, programmi educativi e di inserimento scolastico per minori siriani e servizi igienico sanitari nell'area della Beka). Quattro organizzazioni già presenti in Siria attendono inoltre di poter ricominciare distribuzioni e programmi di prima emergenza, attività oggi impossibili per ragioni di sicurezza..
Ma la storia degl AK a 100€? sarei interessato a maggiori info
edit: tra l'altro sarebbe bello evitare di modificare i post dopo che siano stati quotati da 10 minuti o almeno mettete l'indicazione di cosa avete editato.
FLAVIA AMABILE
Roma
Non è poi così difficile fare volontariato internazionale. Basta avere un gruppo di persone e costituire un’associazione. Alcune scartoffie, un commercialista in grado di dare i consigli giusti su come non sbagliare i passi da compiere, ma con cifre sostenibili da chiunque si può entrare nel grande mondo degli aiuti umanitari.
«In realtà basta anche molto meno, si può essere da soli. Anzi, paradossalmente, è persino preferibile se si deve entrare in modo illegale in un Paese», spiega Gianni Rufini, direttore di Amnesty International.
Diverso è se si vuole costituire una Ong e ottenere il riconoscimento di idoneità del Ministero degli Affari Esteri per accedere ai finanziamenti e ai progetti della Farnesina. In quel caso bisogna fornire - e soprattutto documentare - la competenza, l’esperienza, la trasparenza dei bilanci, l’indipendenza dell’organizzazione e il rispetto delle procedure internazionali. Ma solo un numero limitato dei nomi operativi nel settore vuole o può ottenere l’idoneità. Tutti gli altri - e sono la maggioranza - lavorano al di fuori dell’ombrello del Mae, fanno da soli, e ne sono anche felici.
Quanti sono? Non esistono statistiche, e non sarebbe possibile trattandosi di un settore totalmente al di fuori di ogni controllo. Si sa che ci sono circa 3mila cooperanti italiani ufficiali impegnati in progetti di aiuto umanitario. Si sa che ci sono circa 200 organizzazioni non governative considerate idonee dal Mae ma tutto il resto è un mare magnum di migliaia di nomi, sigle, che può essere quantificato in parte ricorrendo ai dati della Siscos, un ente senza finalità di lucro che fornisce servizi di assistenza e assicurazione al mondo della cooperazione. Nel 2013 ha assicurato 5816 persone. In percentuale leggermente superiore le donne (sono 2912 vale a dire il 50,7% e 2904 gli uomini, vale a dire il 49,3%) Se si aggiungono anche i 200 volontari in convenzione con il ministero degli Affari esteri si arriva ad una cifra di circa 6mila persone.
«Ai tempi della guerra nell’ex-Jugoslavia - ricorda Gianni Rufini - ci sono state decine di migliaia di operazioni di sostegno organizzate in modo del tutto improvvisato: qualunque ufficio, fabbrica, scuola, creava un gruppo di sostegno, raccoglieva generi di prima necessità, caricava un furgone e partiva. Si è poi intervenuti creando un Consorzio per coordinare questi gruppi. Oggi il fenomeno è un po’ calato ma esiste ed è del tutto inutile. Non serve fare i camionisti, e comunque è più utile servirsi di camionisti locali. Non serve questo tipo di aiuti che sono irrisori rispetto ai problemi locali e, in alcuni casi, rappresenta anche un insulto insegnare il primo soccorso in Paesi dove esistono medici esperti e perfettamente in grado di operare».
«Per fare assistenza umanitaria nel mondo - spiega Marco Rotelli, segretario generale di Intersos - sono necessarie competenze, formazione. Esistono protocolli complicati, ci vuole tempo per trasmetterli al personale e per assicurarsi che siano seguiti. Ma questo non vuol dire condannare le piccole organizzazioni fatte in casa, il loro lavoro è importante. E, comunque, nemmeno seguendo tutti i protocolli e essendo un’organizzazione strutturata si è esenti da rischi».
La verità è che da mesi nessun cooperante italiano è in Siria. «La nostra scelta - osserva Marco Guadagnino dei programmi internazionali di Save The Children - è di servirci solo di operatori locali perché hanno una migliore conoscenza del territorio e perché danno maggiore sostenibilità ed efficacia al progetto. Si tratta di personale che viene formato sul posto». «Chiunque può trovare un contatto locale ed attivare canali propri - spiega Nico Lotta presidente del Vis, Volontariato Internazionale per lo Sviluppo - È un fenomeno molto presente soprattutto tra le associazioni giovanili ed è senz’altro la testimonianza di una società civile che vuole impegnarsi per gli altri. Purtroppo a volte per affrontare alcuni rischi ci vuole tanta professionalità».
Non è così, ma ciò non toglie che sarebbe più prudente per le ragazzine non andare vestite succinte nelle tiepide notti italiane né a fare le volontarie tra guerriglieri che non scherzano ma uccidono sul serio.
Sinceramente due così sarebbe bene se ne stessero lontane da una zona di guerra. È molto diverso dai cortei, non so se di area antagonista o cattolica. Si rischia un brutto risveglio.
http://www.ilmessaggero.it/MsgrNews/...e_in_siria.jpg
Quirico lo ha spiegato molto bene nei suoi articoli dopo la prigionia. La gente da quelle parti non è per niente come la immaginiamo. Persino i bambini che tanto inteneriscono il cuore in fotografia dal vivo dimostrano tutta la malvagità della scuola di violenza a cui sono educati.