..bravo rjing..
..non c'è che dire.. meritiamo di essere il Paese che siamo.. non fosse che tocca subirmelo ci riderei su io..
Visualizzazione Stampabile
..bravo rjing..
..non c'è che dire.. meritiamo di essere il Paese che siamo.. non fosse che tocca subirmelo ci riderei su io..
Giusto l'altro giorno un ormai noto sostenitore dei 5 stelle come marco travaglio citava in trasmissione da santoro un articolo intervista a Berlusconi fatta da libero o da il giornale non ricordo bene dove sosteneva che il nome di Mattarella fosse gia stato scelto a novembre/dicembre e che l'incazzatura di silvio fosse tutta una messa in scena, il patto va avanti.
Questo articolo invece sostiene l'esatto opposto.
Sarà che nessuno sa la verità e ognuno la spara come meglio crede?
A parte che a me quell'articolo, confrontato con i fatti, suona falso come una moneta di piombo, per correttezza dovresti mettere anche la terza ipotesi
3) i sostenitori di Grillo, molti dei quali (compresi dei parlamentari) trasecolano davanti ad una simile tattica, hanno bisogno di una giustificazione se non trionfale almeno tranquillizzante. Quindi si bevono il salto mortale carpiato raggruppato e ritornato del Giannuli, che sicuramente scrive per evitare un commento diretto a firma del santone.
Trasformare le sconfitte in vittorie è un classico escamotage della politica italiana: almeno in questo i 5 stelle hanno imparato e si sono adeguati :oook:
Rimane una domanda ancora insoluta:
come mai coloro che nel 2013 proposero un campione della società civile come RO-DO-TÀ ora hanno messo in lizza personaggi áncien régime come Imposimato, Prodi e Bersani (contando sulla scelta di Prodi, scavalcato invece dal dinosauro ex PCI)?
Ma soprattutto come giustificano il fatto di cantare vittoria per l'elezione di un democristiano DOC riesumato dalla prima Repubblica, addirittura autore del vituperato Mattarellum?
Solo per aver fatto forse saltare il patto del Nazareno (ipotesi ancora opinabile)?
Ma non invocavano da tempo l'elezione di un rappresentante della società civile invece di uno dei soliti politici compromessi col regime?
Mettetevi il cuore in pace: fortunatamente per l'Italia il movimento di Grillo si sta preparando all'autodistruzione, al pari del partito del Nano. Invece di fare politica e puntare alla riforma del sistema si abbandona ad un rassicurante e ancora per poco elettoralmente fruttuoso ostruzionismo.
Non saprei, nella storia d'Italia, quanti partiti abbiano perso dopo pochi mesi da un notevole risultato elettorale un quinto dei propri parlamentari...
ma perchè non attenersi alla realtà?...è un articolo che ricostruisce,per come ipotizza chi lo ha scritto,quel che ci potrebbe esser stato dietro l'elezione del presidente della repubblica,arrivando a conclusioni proprie,che son condivisibili o meno.
Che suoni falso o meno dipende dalle orecchie di chi ascolta,così come le considerazioni che seguono. Personalmente dubito che salti il patto che ha generato Forza Renzi,ne avrebbe da guadagnare solo il popolo.
Per la tua domanda...un movimento mette in lista anche pippo,pluto o paperino,poi,democraticamente si vota,qualcuno vince altri perdono. Meglio o peggio di renzi che ha tutto nella sua testa?...mah,sic transit gloria mundi.
Io il cuore in pace me lo son già messo,ma non per quel che scrivi tu,credo invece che passato il voto di protesta ci sia una maturazione nei votanti e magari un'imnformazione. Mettilo tu il cuore in pace,avrai sempre i soliti intrallazzoni al potere,spero possano piacerti.
Mattarella Presidente ovvero l’impossibilità dei sogni
Date le premesse, poteva andarci peggio, molto peggio. Per come si era comportato il Presidente del Consiglio, data la compagnia di giro di amici e finti tali dei quali si circonda, visto l’ultimo occupante del Palazzo del Quirinale, poteva finire molto male e per un po’ abbiamo temuto, quando i nomi che circolavano erano quelli dell’ex socialista più italicamente socialista e di qualche «trouble maker» di area cosiddetta cattolica. Renzi non lo confesserà mai, ma il disastro gliel’ha evitato la minoranza del suo partito che l’ha obbligato a non praticare la rianimazione bocca a bocca con il Talleyrand in ribollita, alias Denis Verdini. Sergio Mattarella è una persona perbene, non ha grossi scheletri nell’armadio (speriamo!) e nel suo curriculum ci sono un bel po’ di quelle competenze che un Presidente della Repubblica è meglio abbia per non diventare inconsapevolmente strumento dei giochetti romani. Però, anche se non ci sono particolari ragioni per disperarsi davanti all’elezione del nuovo Presidente della Repubblica – e parlo come cittadino comune – non vedo nemmeno grandi motivi per esultare, anzi se fossi il Rottamatore, alla sera davanti allo specchio non gonfierei tanto il petto.
Sergio Mattarella rappresenta il trionfo di un modello di classe dirigente, di politico e di uomo che non ci porterà da nessuna parte, perché – anche se il neo Presidente probabilmente ne rappresenta la componente migliore – è proprio grazie a quella stessa classe politica, con quella formazione, proprio con quel curriculum, che siamo giunti nel punto in cui siamo. Cioè con le gomme a terra, culturalmente, economicamente e socialmente.
Il neo Presidente è esponente di punta di un notabilato cattolico palermitano che, meritevolmente, dopo aver convissuto per molti decenni con la mafia – e probabilmente non essere stato del tutto alieno al ripristino del controllo mafioso sul territorio in concomitanza con l’arrivo degli anglo-americani – a un certo punto a partire dalla metà degli anni ’70 finalmente si ribellò e decise di opporsi con maggiore decisione alla mafia, nel momento in cui essa – per così dire – aveva superato i limiti e con nuovi capi esprimeva un’idea di controllo del territorio che non poteva in nessun modo conciliarsi con la presenza di qualsivoglia istituzione democratica fondata sulle leggi, come anche nei momenti di maggiore debolezza l’Italia voleva continuare ad essere.
In altre parole, voglio dire che, come classe politica, la Democrazia Cristiana siciliana del secondo dopoguerra, alla quale apparteneva la famiglia Mattarella, ebbe qualche responsabilità nella crescita del fenomeno mafioso negli anni ’50 e ’60, in alcuni casi particolari e minoritari per una personale collusione di alcuni suoi esponenti con la mafia (e non era certamente il caso di nessuno dei membri della famiglia Mattarella), ma, in senso più generale, sottovalutando il fenomeno mafioso, praticando quella particolare «tolleranza» metodologica democristiana, così elastica sui principi e così poco disposta allo scontro frontale ai primi cenni di corruzione, collusione e affarismo. E alla fine in tal modo la Sicilia (senza accorgersene?) era passata da Salvatore Giuliano a Salvatore Riina, Vito Ciancimino e Bernardo Provenzano e uomini come Piersanti Mattarella avevano finito per pagare il prezzo più della debolezza passata che della violenza presente.
Ho voluto brevemente schizzare questa fase della storia siciliana per ricordare che con tutta evidenza, contrariamente a quello che scriveva il Pascoli, oggi non «c’è nulla di nuovo nel sole», resta solo l’antico. Un uomo – tra i migliori probabilmente di quel gruppo – esponente di una classe dirigente democristiana, compromessa e in vari gradi disponibile ai compromessi è ora alla guida del nostro paese e lo sarà (a Dio piacendo) fino al 2022. I pochi come il sottoscritto che speravano in qualcosa di nuovo, in qualcuno che magari fosse meglio del proprio paese, della sua classe politica e perfino dei propri cittadini e che li sapesse guidare verso migliori e più rispettose forme di convivenza, sono rimasti delusi. Chi sperava in una rottura con il passato, chi confidava che il nostro tempo incominciasse a dimostrare di saper produrre una classe dirigente in grado di risolvere i presenti problemi ha dovuto digerire il rospo. Certo era un sogno ma – ci sia concesso – pensavamo fosse legittimo. Pensavamo – come capita in altri paesi – che fosse giunto anche per noi il momento in cui le istituzioni miracolosamente capiscono che è l’ora di fare un salto in avanti. Abbiamo scelto il migliore, forse, ma di un mondo antico, che già ci ha condotti qui e difficilmente da qui ci toglierà.
Sergio Noto - Professore di Storia economica presso l’Università di Verona
Amen.
Veramente sei tu che hai spacciato l'articolo come la verità assoluta,e nell'articolo stesso non mi pare di legge un potrebbe essere forse,ma solo certezze
Se a te va bene accettare quelle certezze perfetto ma non pretendere che che lo siano per tutti,soprattutto se chi scrive le certezze non ha uno straccio di prova ma solo un dato di fatto che è stato eletto mattarella,le costruzioni attorno a questo fatto sono possibilità non certezze
Addio presidente più amato dalla tv!
http://youtu.be/DCmxKkSVxu4
E quando mai? Ho semplicemente scritto che è un articolo,condivisibile o meno...di verità assolute ve ne son ben poche e purtroppo nessuna a favore del popolo,diversamente dalla casta.
Quel che non comprendo,ma a questo punto è un limite mio,come si possa considerare il m5s una controparte.