Originariamente Scritto da
357magnum
In natura le dittature non esistono? E il predominio del maschio alfa...come lo chiameresti?
una grande quantità di animali vive in condizione di un maschio che domina, in modo anche estremamente violento, e una serie di altri maschi e femmine sottomessi.
Per fortuna gli uomini non sono bestie, giacchè nel mondo ferino vige la regola del più forte...e basta, nessun altra.
Ed è proprio perchè non siamo bestie (animali sì) che non ci piacciono le dittature.....
Inoltre t'inviterei a limitare qualche tua espressione: "verme opportunista" non è esattamente il massimo del rispettoso nei confronti di nessuno. e il riferimento ad un partito che a te non piace è piuttosto evidente.
Se poi vogliamo andare nel campo storico beh, il fascismo è diventato dittatura nel 1925 e non nel 1922 quando è salito al governo.
Basta prendere i resoconti parlamentari per vedere chi ha votato la fiducia al governo Mussolini. la storia della marcia su Roma è sostanzialmente una bufala. Una bufala che però piaceva tanto anche a Mussolini.
La marcia ci fù non c'è dubbio, e furono numerosi i partecipanti, ma non ci fu la presa violenta del potere. Anzi la marcia si svolse ordinatamente, nè più nè meno che tante manifestazioni odierne (anzi più di quelle del 14 dicembre di quest'anno). Il Re non firmò lo stato d'assedio perchè era perfettamente informato e garantito che non sarebbe successo nulla.
Quanto poi alla sanguinarietà del fascismo, ha ragione Flag a voler dividere in due (e forse anche in tre) la storia di quel ventennio.
Storicizziamo però i fatti, non valutiamoli con l'ottica moderna, per l'epoca fu inizialmente un regime autoritario ma non sanguinario (come invece furono il nazismo e il comunismo) divenne più repressivo con le famigerate leggi razziali e ancora peggiore sotto la Repubblica di Salò.
E' vero che qualche migliaio di oppositori furono mandati al confino, è vero che alcune libertà furono calpestate, ma non fu un regime sanguinario almeno all'inizio e fino al 1938.
Fu un regime sbagliato, che fece anche cose buone: non solo i treni in orario o le paludi pontine, ma l'INPS e l'INAIL, l'impianto di certe istituzioni a favore delle donne, dei giovani, il regime ebbe sempre una certa attenzione al sociale, negarlo è antistorico. Il giudizio resta negativo perchè sporcato enormemente dalle leggi razziali volute per compiacere i tedeschi (il fascismo ideologicamente non era antisemita ed anzi era stato pieno di ebrei italiani) e per l'entrata in guerra, una guerra d'aggressione, una guerra sbagliata e per di più a fianco di una nazione storicamente nemica dell'Italia.
Mussolini e i vertici del fascismo sapevano che l'italia era in condizioni che non consentissero di affrontare la guerra, ma l'ansia di sedersi al tavolo dei vincitori fece fare la scelta sciagurata.
Ancora una cosa. una costituzione che nega la possibilità di esprimere delle opinioni è una costituzione illiberale.
La XII XII disposizione transitoria e finale della Costituzione, aveva un senso quando ci poteva essere il rischio di un sovvertimento del sistema liberale appena ripristinato. Correttamente i padri costiuenti la stabilirono come transitoria. E'invece diventata, dopo oltre 60 anni una cosa permanente, non nel diritto (resta infatti transitoria) ma nei fatti, ed è un errore a mio avviso.
E questo in un paese maturo non dovrebbe esistere.
Ognuno deve poter esprimere le sue opinioni, anche se aberranti, sono le azioni che vanno evantualmente sanzionate, non le idee.
E badate bene questo non cambierebbe di una virgola il giudizio storico sul periodo.
Detto tutto questo: i fascisti esistono, così come esistono i comunisti. Lo spirito illiberale trova sempre degli epigoni.
Dare indiscriminatamente del fascista a chiunque non condivida il proprio pensiero è cosa molto in voga, ma è erroneo: è fascista qualsiasi cosa negativa ormai che lo sia o che non lo sia.
La contrapposizione vera comunque non è tra fascisti e comunisti, ma tra democratici liberali e illiberali, si può poi essere più a destra o più a sinistra, ma se si condividono dei valori di base (quelli delle democrazie occidentali) allora si può ragionare; con gli antidemocratici e gli illiberali...diventa invece molto difficile trovare accordi e modi di relazionarsi.