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Allora ti consiglierei, se non altro, di non generalizzare.
C'è chi si fa il culo da una vita e anche con discreti risultati, non avendo mai usufruito di contributi a fondo perduto o interessi agevolati, cassa integrazione e sussidi vari non pervenuti, e ancora riesce a stare in piedi non pesando sulle spalle altrui e mantenendo la propria dignità.
Certo nell'ultimo periodo le difficoltà sono aumentate ma l'elemosina ancora è lontana.
come detto parlo di sistema: l'elenco delle singole aziende mi sembra complicato e, quando si valutano situazioni di sistema, le generalizzazioni sono necessarie.
come ti ho detto conosco bene quelle realta', e non ho mai parlato di dignita', ho detto che quel sistema, cosi' generalizzato e cosi' basato sull'impegno e sulla volonta' oltre che sulla condivisione di fatiche e preoccupazioni fra titolare e dipendenti, e' stato un sistema assai efficace per un certo periodo (avversato peraltro da una certa sinistra del tempo, che voleva, per ragioni sue, specialmente sindacali...........all'epoca andavano daccordo :) la concentrazione del lavoro in grandi fabbriche, ma adesso, come sistema , mostra la corda
se la pensi diversamente, liberissimo, ma temo siate in pochi
se la tua realta' e' vitale e proiettata verso un futuro radioso, son contento come una pasqua
Si ma se per offrire nuova "corda" in qualche modo finanzi (come sistema paese) aziende private per aiutarle a scrollarsi dal proprio processo produttivo la componente umana non qualificata (o con qualifiche normali) c'è qualcosa che non quadra...con tutto l'impegno possibile un perito meccanico/elettronico non potrà diventare un ingegnere meccanico/elettronico frequentando un corso...e comunque non è detto che ha le capacità per diventarlo...facile dire in questa sede "visto che non puoi essere quello che ci serve allora vai a raccogliere pomodori in modalità schiavo"...
Che il sistema sia in difficoltà non lo nego......sui motivi della difficoltà, sugli "abbozzi di diagnosi", sulle soluzioni da proporre e su quali aree di lavoro converrebbe puntare in una Italia più libera e capace di gestirsi, ho i miei dubbi.
Secondo un ragionamento più volte esposto in discussioni di questo tipo, in un sistema si segue necessariamente la scala delle competenze e delle responsabilità. Appurato ciò, nel sistema Italia ciò che non funziona è la classe dirigente (parlo di stato, non di aziende). Si può dire: "si ma il popolo ci sguazza in questo stagno". Vero, in ogni caso la responsabilità della situazione ricade inesorabilmente su chi gestisce. È sempre stato un problema inculcare alla gente il senso del dovere nei confronti della comunità e questo parlando di libera professione come di lavoro dipendente, sensatamente bisogna ammettere che ognuno ha la sua parte di responsabilità. Da parte sua lo Stato ha il compito di distribuire in maniera equa oneri e risorse, senza soffocare alcune categorie per favorirne altre. Premesso che sono apolitico da anni, non ho nessuna intenzione di scatenare l'ennesimo dibattito tra "guelfi e ghibellini", credo di aver esposto il mio pensiero in maniera chiara.