io credo che pippopimpi abbia il diritto di dire la sua ....i politically correct la dicono correttamente ma ci fanno del danno serio ...noi usiamo parole non corrette politicamente ma non facciamo danno a nessuno..stiamo per i ca$$i nostri , sono loro che ci vengono a spremere!
Allegato 5982anche in questo caso, è tutta una questione di prospettiva! ma sono d'accordo con l'agnello nel trovare quella di pasqua una tappa non proprio esaltante dell'anno!
riguardo il sentirsi offesi per l'uso di certi termini è solo indice di conformismo..... la modifica di certi sostantivi e aggettivi non è soltanto ipocrita (cambiando il vocabolo, non cambia la sostanza) ma è anche e soprattutto inutile. Perché il nuovo termine scelto per sostituire il precedente funziona solo per un po’; dopo di che viene a sua volta percepito come offensivo e va anch’esso sostituito con un altro ancor più agréable, dando vita a una sorta di catena di Sant’Antonio che va avanti all’infinito.
Facciamo qualche esempio. Una volta sui giornali, per non usare parolacce come checca, frocio o pederasta, si faceva ricorso al termine «invertito». Non solo sui giornali, in verità. Lo dicevano anche i genitori ai loro bambini quando li mandavano a giocare ai boschetti: «Sta’ attento agli invertiti». I bambini non capivano perfettamente che cosa volesse dire, però capivano quel tanto che bastava: bisognava stare attenti. In realtà gli «invertiti» di cui parlavano mamma e papà non erano proprio le «checche», ma quelli che oggi chiamiamo pedofili. Ma a quei tempi là, parlo di una quarantina di anni fa, non c’erano certe sensibilità, si metteva tutto nello stesso calderone. Comunque «invertito» è un termine che oggi ci fa orrore, ma allora era il politicamente corretto dell’epoca, si usava quello per non dire di peggio. Poi si è deciso che non stava bene e si è passati a «omosessuale»: più rispettoso. Ma in breve anche dare dell’omosessuale è diventato poco educato. E allora è spuntato «gay». Ma guarda caso, proprio ieri in tribunale si è discusso il caso di una professoressa che ha punito un alunno che - cito testualmente dall’Ansa - «aveva dato del gay a un ragazzino della scuola». Segno che anche «gay» è diventato un insulto, urge trovare un sostituto.