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Originariamente Scritto da
Walter_il_Sardo
La conosco bene, sia per averla provata sulla mia pelle, sia perché sono uno psicoterapeuta.
Volevo dire un paio di cose, che secondo me sono molto importanti:
I farmaci sono utilissimi, ma devono essere considerati come uno degli strumenti del processo terapeutico e NON la terapia. I farmaci sono prettamente "sintomatici" ma non risolvono da soli il problema. Devono essere un supporto alla psicoterapia ed il paziente deve sapere che (salvo alcune situazioni) non sarà per sempre. Questo è importante perché aiuta a non sentirsi condannati alla malattia, ed inserisce la dimensione temporale del futuro in un quadro in cui il futuro nel migliore dei casi è un incubo, e nel peggiore non esiste per nulla. Comunque non sono obbligatori, ma è chiaro che dipende dalla gravità della situazione. È fondamentale che i farmaci siano prescritti da uno specialista, ma spesso lo fanno i medici di base con un po' di leggerezza. Ciò che un medico dovrebbe fare in questi casi è inviare il paziente da un terapeuta (psicologo specializzato in psicoterapia o psichiatra). Spiego questo perché è importante un approccio corretto al problema affinché si creino le condizioni per guarire.
Poi, in realtà la depressione è classificata come disturbo dell'umore ma è presente in altre psicopatologie come i gravi disturbi di personalità, quindi non tutte le depressioni sono uguali.
Spero di non avere appesantito il topic con noiosi tecnicismi, ma mi sembrano un paio di cose che possono essere utili.
:drunks:
Oltre a quotare a pieno quanto detto da Walter, vorrei aggiungere che a volte si dovrebbe vedere la figura dello psicologo/psicoterapeuta sotto un'altro punto di vista, la mia ragazza (futura moglie) è psicologa. Prima di conoscerla avevo una concezione di questa professione diversa, come se andare dallo psicologo fosse una sorta di "tabù" destinato a persone "con problemi". Poi ho capito che nessuno può "chiamarsi fuori", che anche le persone che si ritengono "sane e invincibili" a volte dovrebbero consultare un professionista. Ho capito l'utilità di parlare con una persona imparziale,senza pregiudizi e sopratutto non giudicante che ascolta le nostre parole e ci aiuta a vedere le cose da un'altro punto di vista. Una persona che può aiutarci a trovare il nocciolo della questione, quell'accadimento magari avvenuto durante l'infanzia che ha dato inizio ad un concatenarsi di pensieri (anche inconsci) che ci hanno portato allo stato di disagio attuale. Altra problematica (sempre dal mio punto di vista) è la PAURA, si, la paura di affrontare il problema. Magari si sa perfettamente quale esso sia e si evita lo Psicologo per paura che ci porti ad affrontarlo.
(Chiedo scusa per il grassetto ma ci tenevo a sottolineare il concetto)
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Citazione:
Originariamente Scritto da
japkiller
Ecco ora quello che mi descrivi si avvicina di più all' idea che avevo io di questo problema. Rimango convinto che, se si è consapevoli di averlo, si possa riuscire a combatterlo trovando ispirazione nelle cose o nelle persone che ci appassionano.
Non mi hai contraddetto, ma al contrario mi hai confermato quello che pensavo da profano.
Secondo me jap la fai troppo troppo semplice
Inviato dal mio HUAWEI GRA-L09 utilizzando Tapatalk
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Citazione:
Originariamente Scritto da
jamex
Secondo me jap la fai troppo troppo semplice
Inviato dal mio HUAWEI GRA-L09 utilizzando Tapatalk
penso che stia cercando di dire che può capitare a tutti nella vita, a chi più e a chi meno, di non sentirsi felici o realizzati, e che qualcuno scambi questo malessere in "depressione"; molti magari non sanno bene cosè e pensano di soffrirne, altri invece ne soffrono davvero e si sentono accusati di "fingersi affetti" da una patologia che invece hanno.
anche io ho vissuto molti anni di sconforto a causa di molti fattori che non elenco, ma sicuramente anche se "mi sentivo male" sapevo che c'erano molte altre persone che se la passavano molto peggio di me e vivevano la loro vita a mille e che "nonostante tutto" c'erano delle cose belle della mia vita per la quale essa stessa meritava di essere vissuta.
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Citazione:
Originariamente Scritto da
japkiller
e' un discorso lungo ma da "non-depresso" la penso un pò anche io così, non è mancare di rispetto a chicchessia, però la vita ci offre tante "scappatoie" dove rifugiarci per sfuggire alle negatività, quindi non riesco a capire come si possa essere pienamente consapevoli di essere depressi sapendo che si può trovare il modo di non esserlo. La depressione "seria" credo sia più subdola e soprattutto non identificabile dal soggetto, infatti spesso sono gli altri ad accorgersene e a spingere il "malato" verso un recupero.
Poi magari se si ha un carattere debole non si riesce a reagire comunque.
Japkiller, il tuo pensiero è assolutamente comprensibile e comune, purtroppo la valutazione di quanto un problema sia grave, serio, insuperabile, lieve etc. non può essere standardizzato. Mi spiego meglio, ciò che per me può essere una sciocchezza per qualcun'altro può essere un problema insormontabile, ne consegue che anche la "facilità" di risoluzione o il rendersi conto di aver un problema è soggettivo così come il tempo o il metodo con il il quale quest'ultimo si risolve. Entrano in gioco tantissimi fattori, ad esempio la predisposizione ottimistica o pessimistica, per natura o per esperienze vissute alcune persone tendono all'ottimismo e di fronte al problema fanno un profondo respiro e cercano la possibile soluzione, con la consapevolezza che problemi irrisolvibili non esistono, non per tutti funziona così, è tutto molto soggettivo.
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Ragazzi è vero che lo psicologo in privato costa parecchio, considerate che è deducibile, alla peggio ci sono i consultori convenzionati in cui si paga solo il ticket.
Pensateci come un investimento importante per il futuro
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Citazione:
Originariamente Scritto da
Osva75
Ragazzi è vero che lo psicologo in privato costa parecchio, considerate che è deducibile, alla peggio ci sono i consultori convenzionati in cui si paga solo il ticket.
Pensateci come un investimento importante per il futuro
Osva in generale ciò che dici è vero, nel senso che le tariffe non sono sempre bassissime ma ti garantisco che nella nostra categoria qualcosa sta cambiando. Conosco moltissimi colleghi che hanno un approccio "sociale" e il tariffario non è più così rigido nella misura in cui se si svolge il nostro lavoro in modo etico bisogna considerare che è fondamentale trovare un modo per permettere alle persone di curarsi, perchè se un paziente non intraprende o interrompe una terapia perchè non riesce a pagarla quello sarà un paziente che rischia di viversi anche la terapia come un fallimento, e nel caso della depressione non è una cosa positiva... Sarò uno dei pochi virtuosi ma ad esempio nel nostro lavoro è FONDAMENTALE emettere regolare fattura, perchè ciò aiuta a definire il "perchè siamo qui" ricordando sempre ai pazienti che ciò che pagano è in funzione del loro benessere. il fatto che sia deducibile sembra una stronzata ma così non è.
Poi come in tutte le professioni ci sono i banditi, che fanno danni incalcolabili e che pensano esclusivamente al profitto, e questa è una cosa che un terapeuta serio non può permettersi.
:drunks:
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Non manca nulla....c e anche lo spazio Markettone......:laugh2:
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L unica cosa che mi ha sempre aiutato e' stata la lettura, mi sono divorato decine di libri e ancora oggi quando sento quel pizzico dietro al collo capisco che qualcosa non va quindi prendo un libro a caso, ( che a caso non e' per come la vedo io)e mi immergo in un mondo dove non mi conosce nessuno e comincio a farne parte...
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La depressione è una brutta bestia, e chi dice che è sufficiente essere aiutati dagli amici, dalla compagna, dalla mamma o dal papà è perché non la conosce o la conosce in maniera blanda. Ne sono stato sfiorato perché ne soffre il cantante del gruppo con cui ho suonato dal 2008 al 2012 (la band si è sciolta anche a causa di questo, ma siamo rimasti tutti amici e nessuno se l’è sentita di “condannarlo”); ad ogni modo, la depressione non è solo un problema mentale dovuto all’eccessiva attitudine a farsi le “seghe mentali”, come qualcuno ha scritto pagine addietro, ma –mi è stato spiegato da psichiatri– è un problema chimico: c’è qualche circuito del cervello che va in tilt a causa di questa “chimica” e non si riesce più a trovare la via d’uscita, solo le benzodiazepine possono azzerare questa alchimia negativa e spesso il problema è talmente cronicizzato che i medicinali sono necessari per condurre una vita normale. Esattamente come chi soffre di pressione alta o soffre di colesterolo che deve prendere la pastiglietta ogni giorno, o chi è diabetico che deve fare l’insulina, il depresso deve prendere le benzodiazepine, non c’è nulla di scandaloso in questo né di cui vergognarsi. Bene parlarne perché forse si può dare questa info a chi pensa che sia una semplice paturnia che prima o poi passerà come è venuta.