Ora ho capito dove andranno a finire 900€ di IMU che paga mia madre :sick:!
Ogni italiano “esposto” per 600 euro. Ma con la Grexit ne perderebbe mille
http://www.lastampa.it/2015/07/03/ec...UM/pagina.html
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Ora ho capito dove andranno a finire 900€ di IMU che paga mia madre :sick:!
Ogni italiano “esposto” per 600 euro. Ma con la Grexit ne perderebbe mille
http://www.lastampa.it/2015/07/03/ec...UM/pagina.html
Chi se lo prenderà nel deretano è/sarà sempre e solo il contribuente medio. Dov'è la novità? Mortacci loro...
Posso essere sincero?
Della Grecia non mi interessa molto, io mi preoccuperei per il giro di vite in arrivo tra qualche mese. Altro che TASI.
Secondo me i soldini di imu e altri balzelli vanno dritti dritti qui:
Debito pubblico, Istat: in quattro anni spesi per interessi 318 miliardi di euro - Il Fatto Quotidiano
....il fatto di finanziare stati in fortissima difficoltà finanziaria e senza nessuna prospettiva di crescita è un classico dei classici...
È tutto calcolato...oggi ci dicono quanto avanziamo...ma nessuno ci ricorda con la stessa solerzia quanti interessi hanno incassato i detentori del debito greco...considera che noi paghiamo circa 80 MILIARDI di euro di interessi all'anno sul nostro debito di circa 2200 miliardi...capisci che per chi ce li presta siamo un ottimo affare...specialmente se questo debito lo si inquadra in uno spettro temporale di almeno un decennio...non solo...siamo un ottimo affare perché chi detiene il nostro debito viene da noi a dirci cosa fare e non fare...questo nonostante il fatto che abbiamo sempre pagato gli interessi ad ogni scadenza...
Un film già visto in altre parti del mondo...e che drammaticamente ora viene girato qui da noi
non so come commentare, ma ho capito che per ogni cosa un
RUSPA
ci sta sempre bene
FRATELLI UN CAZ... MI HAN SEMPRE FATTO PAGARE QUANDO SONO ANDATO IN VACANZA :dry:
quello che stanno facendo alla Grecia è vergognoso. La meschinità di questa "europa" è evidente nonostante si affannino a far sembrare i greci i cattivi e loro i buoni virtuosi. Questa austerità frutto del liberismo economico ha ucciso una nazione, non si può pretendere di portare un popolo intero alla miseria in nome della finanza. Non solo la diagnosi sulla Grecia era sbagliata, ma perseverano con un "metodo" che oltre a non curare ha fatto peggiorare il paziente.
Stiamo trattando la Grecia, alla quale dobbiamo tutto ciò siamo, come un cane rognoso.
ringraziate merkel, il bomba (che poi non conta un cazzo ma il suo leccare quel culone mi disgusta)
e tutti gli italiani che gli vanno dietro
votate grillo per un italia libera dall'europa e dall'euro,stampiamo la nostra moneta e diventeremo tutti milionari torniamo alla lira e pulirsi il culo non sarà più come prima:oook:
la sovranità appartiene al popolo non alla BCE
siamo schiavi di questa europa non parte
un governo con le palle saprebbe farsi valere prima di avvallare soluzioni estreme
ma come cazzo fai a farti valere se nemmeno nel tuo paese conti un cazzo
corruzione e incapacità dilagano, cosa sta facendo quel bamboccio eletto da nessuno e sconfitto anche nelle primarie del suo partito?
si parla di grecia o si parla di italia????
la grecia fino ad oggi non ha fatto altro che prendere soldi dalla UE per continuare a mantenere il suo stile corruzione altissima tasse solo per pochi gli armatori nulla in pensione a 50 le figlie zitelle dei ricchi prendevano fino al 2010 la pensione per essere zitelle ma ti rendi conto????ECC ECC ECC
E anche in questo caso diamo la colpa all'europa quando in realtà non ci rendiamo conto che la colpa è loro quanto nostra ecco perchè i greci ci fanno pena perchè siamo convinti che loro sono i deboli esattamente come noi oppressi da un europa che non ci lascia vivere,o meglio non ci lascia fare quello che vogliamo.
luca ricolfi su il sole 24 ore
Sparare sull’Europa è diventato uno sport nazionale, anzi sovranazionale, vista la crescente popolarità dei movimenti anti-euro nella quasi totalità dei Paesi del Vecchio Continente. E le ragioni per essere critici con l’Europa, non come ideale ma come insieme di istituzioni che ci hanno governati negli ultimi vent’anni, non mancano certo. Dell’Europa non piacciono la mancanza di una voce comune in politica estera, l’impotenza e le divisioni di fronte ai flussi migratori, la tendenza a sommergere il mercato interno di regolamenti, l’incapacità di difendere le imprese dai marchi contraffatti (soprattutto dalla Cina). Dell’Europa, soprattutto, non piace l’impronta germanica, quella visione un po’ ragionieristica e statica della politica economica, per cui le regole su debito e deficit pubblici sono sacre, mentre mancano regole altrettanto stringenti, ad esempio, sugli squilibri commerciali. L’Europa, in altre parole, sarebbe ostaggio del mercantilismo della sua economia più forte (quella della Germania), che come un usuraio accumulerebbe crediti e condurrebbe alla rovina i suoi debitori.
Ma l’accusa principe all’Europa, quella su cui convergono tutti, dagli anti-europei doc alla sinistra più o meno assennata, è di aver imposto l’austerità ai propri popoli, una ricetta che chiaramente non ha funzionato, e anzi avrebbe contribuito a ridurre in miseria un popolo come quello greco. Ebbene, personalmente condivido la sostanza di quasi tutte le critiche rivolte all’Europa, ma su quest’ultima, quella di essere responsabile delle sofferenze di interi popoli, o anche semplicemente del loro essere intrappolati nella stagnazione, ho qualche dubbio. E questo per due ordini di motivi.
Il primo è un motivo di natura logica, già evocato in passato da Alberto Alesina, se la memoria non mi inganna. E cioè: il mero fatto che una politica non sortisca i risultati desiderati non prova che la politica opposta li avrebbe ottenuti, o non ne avrebbe ottenuti di ancora peggiori. È il caso di ricordare che, nel 2007-2008, i cosiddetti Piigs (Portogallo, Italia, Irlanda, Grecia, Spagna) avevano accumulato ogni sorta di squilibrio macroeconomico.
Irlanda e Spagna erano afflitte da una gigantesca bolla immobiliare, l’Italia da un debito pubblico superiore al 100%, il Portogallo da un enorme deficit degli scambi con l’estero, la Grecia da tutti e tre i mali precedenti. L’idea che una politica espansiva, magari promossa e guidata dalla Germania, sarebbe stata in grado di correggere squilibri così imponenti, senza provocare gravi effetti collaterali (o meglio: senza ampliare alcuni di tali squilibri), mi pare leggermente azzardata.
Il secondo, e più fondamentale, motivo per cui trovo poco convincente la demonizzazione dell’austerità europea è che, di fatto, non esistono né un’unica politica economica dell’austerità, né tantomeno un unico esito di tale politica. Se guardiamo a quel che effettivamente è avvenuto nei cinque Piigs è arduo non constatare due fatti: primo, ogni Paese ha interpretato le direttive europee a modo suo, talora deviando significativamente dalle prescrizioni; secondo, i risultati delle politiche attuate nei vari Paesi sono radicalmente diversi.
L’Irlanda, ad esempio, ha rifiutato di innalzare l’imposta societaria (come invece le veniva consigliato, per aumentare il gettito fiscale), ha diminuito la pressione fiscale complessiva, ha ridotto la spesa pubblica corrente: in breve, ha notevolmente diminuito l’interposizione pubblica nell’economia. Per il 2015 l’Ocse prevede un tasso di crescita del Pil irlandese del 3-4%, il più alto della zona euro (e fra i più alti di tutta Europa).
Correzioni in parte simili sono avvenute in Spagna, con il taglio dell’imposta societaria e il contenimento della pressione fiscale (ma con un aumento della spesa pubblica corrente). Per il 2015 l’Ocse prevede un tasso di crescita del 3%.
Più pigri nell’aggiustamento sono risultati Portogallo e Italia. L’interposizione pubblica, diminuita in Irlanda e aumentata di poco in Spagna, è aumentata di 6 punti in Portogallo e di 8 in Italia. Quanto agli scambi con l’estero, il saldo è tornato positivo in entrambi i Paesi fin dal 2012-2013. L’Ocse prevede una crescita 2015 un po’ sopra l’1% in Portogallo e un po’ sotto l’1% in Italia.
E in Grecia?
Sì, è vero, l’austerità è fallita. Ma bisogna anche capire in che senso, e fino a che punto. Perché, per molti aspetti, le politiche attuate dai governi greci sono l’esatto opposto di quelle messe in atto da Irlanda e Spagna: oggi in Grecia l’imposta societaria è più alta che all’inizio della crisi, la pressione fiscale complessiva è aumentata di 5 punti, la spesa pubblica corrente di altrettanti, il che significa che l’interposizione pubblica è salita di circa 10 punti, ovvero più che in Italia e Portogallo, che già si erano mosse in modo più statalista di Irlanda e Spagna. Per non parlare del saldo dei conti con l’estero: fra i 5 Piigs la Grecia è l’unico che continua ad avere un saldo negativo. In concreto significa che si continua a produrre meno di quanto si consuma o si investe. Era così quando la Grecia è entrata nell’Ue, ma è sconcertante che sia ancora così oggi, quando tutti gli altri Piigs hanno riportato in equilibrio i conti con l’estero. Coerentemente con quel che (non) si è fatto in questi anni, l’Ocse prevede, per Atene, un tasso di crescita vicino allo zero.
Forse, sul nodo bruciante dell’austerità, dovremmo cominciare a considerare una chiave di lettura diversa, meno semplicistica. C’è un’austerità che ha funzionato e può funzionare, quella dell’Irlanda, e c’è un’austerità autolesionista e che non può funzionare, quella della Grecia. Le differenze sono molteplici, ma il loro nucleo è semplice: chi riesce a ridurre la presenza dello Stato, fatta di tasse, spese e burocrazia, può sperare di tornare a crescere, chi non ha il coraggio di farlo e punta tutte le sue carte sul prolungamento indefinito della solidarietà europea, difficilmente potrà raccogliere i frutti dell’austerità, per quanto grandi siano i sacrifici che impone ai propri cittadini.
.........non ho capito: ma la grecia bisogna aiutarla, e quindi darle soldi, oppure no?
ah, si, bisognerebbe regalarli, senza pretendere indietro interessi e nemmeno capitale, per lo meno non tutto........ottimo
le cazzate chi le ha fatte la povera gente o governanti figli di puttana?
italia e germania secondo il tuo modo di ragionare non dovrebbero nemmeno esistere visti gli errori commessi in passato
con 3 euro a testa da parte di ogni europeo la situazione si risolverebbe domani
invece è necessario tutto questo, mandare per strada milioni di persone che fino a ieri vivevano come te
accettare le condizioni della germania o il default significa che sulla grecia puoi mettere una croce
La situazione si risolve domani, ma per quanto tempo?
I problemi greci sono strutturali e finora nessun governo ha risolto qualcosa.
Dio bono, ha fatto qualcosa l'Italia per rendersi più competitiva, e siamo il paese più macchinoso e burocratizzato che possa esistere.
Io voglio capire con quali parole la Merkel dovrebbe spiegare al lavoratore tedesco ultracinquantenne che deve cacciare dei soldi per pagare la pensione al suo coscritto greco.
La grecia è in questa condizione per dei disastri che ancora sono presenti. Aprire una società in Grecia è un'odissea che al confronto l'Italia pare Hong Kong, le pensioni di invalidità avevano raggiunto livelli allucinanti, quasi 400.000 in un paese di 11.000.000 di persone. L'incidenza è il 50% più alta che in Italia, e sappiamo benissimo quante truffe ci sono da noi.
Se non vengono prese misure correttive si va solo a prolungare l'agonia.
E tanto per intenderci, questi disastri non sono stati commessi dalla Germania o dalle banche, ma da chi riempiva di voti chi gli permetteva di ciulare comodamente lo stato.
Perché noi non essendo assistiti dal fondo salva stati o dal FMI ci finanziamo sul mercato ai tassi dettati dallo spread con la Germania.
La Grecia risulterebbe pagare molto poco di interessi, per ora. E comunque i tassi dovrebbero essere sotto il 3% mentre sui mercati dovrebbe pagare il 30%, sempre che qualcuno sottoscriva ancora bond greci.
Il programma dell’Efsf (fondo salva stati) per la Grecia era partito il 21 febbraio 2012, quasi due anni dopo il primo salvataggio di Atene effettuato con prestiti bilaterali dei Paesi. Avrebbe dovuto terminare il 31 dicembre 2014 ma è stato prorogato due volte su richiesta del governo greco. L’Efsf ha prestato alla Grecia 141,8 miliardi, di cui 48,2 miliardi destinati alle banche elleniche, a condizioni particolarmente vantaggiose. «La Grecia - ricorda il fondo salva-Stati - beneficia di una durata media dei prestiti di 30 anni. Non deve interessi né rimborsi per la stragrande maggioranza dei prestiti Efsf fino al 2023. Queste condizioni favorevoli hanno consentito al bilancio greco di ottenere risparmi per oltre 16 miliardi nel biennio 2013-2014, pari al 4% del Pil greco per ciascuno dei due anni».
E quindi?...ritorniamo sempre al solito film già visto in giro per il mondo...si finanziano stati decotti per prendere interessi e poi quando non arrivano ai ritmi imposti dei "mercati" si rinegoziano entrando nelle decisioni strategiche di quel paese....in tutto questo non c'è una grossa novità...
Ma quali interessi. Ma quali mercati. La Grecia è fuori dai mercati da anni. Si finanziano stati decotti per salvarli e non permettere che si verifichino eventi di cui ancora nessuno riesce a stabilire la portata, quali l'uscita dall'euro.
Solo che Spagna, Irlanda e Portogallo si sono impegnati nel risanamento, ma la Grecia no.
Gli interessi (modesti rispetto a quelli di mercato) sono richiesti in quanto sono soldi di tutti che hanno costi finanziari, e penso anche per non fare troppo torto a quelli che non essendo a rischio default si devono finanziare sui mercati, ma al momento non vengono nemmeno incassati.
Il problema, è che dopo la Grecia, ci siamo noi......
evidentemente non così tanto, per delle menti semplici come la mia:sad:
nn ti seguo più.........:(
si un caxxo
mai sentito parlare di copyright ?:dry:
Tre esempi da non seguire - Il Post
........Ma c’è un fatto ancora più importante che distingue l’Ecuador non solo dall’Argentina e dall’Islanda, ma anche dall’Italia: circa metà della sua economia è basata sulle esportazioni di petrolio. Esportare petrolio è ancora più importante di quello che si può pensare: il primo problema di un paese che fa default è che avrà difficoltà a trovare paesi disposti ad acquistare nuovi titoli di stato. Non avere denaro in prestito significa avere meno denaro da investire in infrastrutture, stipendi, riforme, pensioni e tutto il resto della spesa pubblica.
L’Ecuador però aveva il petrolio e all’indomani del default la Cina si fece avanti, offrendo immediatamente al paese un prestito da un miliardo di dollari in cambio di accordi petroliferi. Il tasso di interesse chiesto dai cinesi, 7,5%, era tre volte più alto di quello dei prestiti offerti dal FMI, ma ottenere denaro a un tasso molto alto era certamente una situazione migliore che non avere denaro affatto. In questi ultimi anni il debito pubblico dell’Ecuador nei confronti della Cina è arrivato a 7,3 miliardi di dollari. .............