MV Agusta Brutale 2010
Cambia tanto senza darlo troppo a vedere, la Brutale è la prima MV del nuovo corso. Motori evoluti per migliorare, finalmente, la guidabilità estetica rivista nei dettagli per renderla più moderna senza però modificare di una virgola il suo incredibile carattere estetico. Ancora due le versioni 990 e 1090, ancora elitari i prezzi… Oggi tutti i dati, prestissimo la prova completa.
Lunedí, 28 Settembre 2009
Stefano Cordara
COM’È Cambiare tanto senza darlo troppo a vedere è una filosofia molto vicina all’Harley-Davidson, maestra assoluta nell'evolvere le sue moto lasciandole apparentemente immutate. Di tutto questo ne beneficiano il marchio, la tenuta sul mercato dei modelli precedenti e la longevità del modello. Guardacaso Harley-Davidson è proprietaria del Marchio MV che proprio oggi ha lanciato la nuova Brutale 2010, che si evolve nel segno della massima continuità.
LE MANI SUL GIOIELLO Quando una moto però è una specie di piccolo capolavoro su due ruote e porta la firma di un maestro del design come Massimo Tamburini mettere mano è cosa molto complicata. E' quasi più facile far danno che migliorare. In MV però sembrano essere riusciti nell’intento.
UGUALE MA DIVERSA Vista da lontano la Brutale è sempre lei, appare identica alla sua progenitrice, ma man mano che l’occhio scorre su di lei si scoprono linee meno sinuose e più sfaccettate e moderne, un codone allungato (ci guadagna il passeggero), gli scarichi lievemente ridisegnati, il faro inconfondibile ma con tecnologia a LED, la nuova strumentazione (decisamente più moderna e ricca di informazioni), e tante altre cose che la rendono uguale ma… diversa.
NUOVA AL 85% In effetti gli uomini MV ci tengono a sottolineare come siano ben l'85% i pezzi nuovi che compongono la nuova Brutale. Di intercambiabile insomma c’è ben poco. Nemmeno i motori lo sono, che pur non variando molto nel layout ricevono nuovi "organi" interni, che hanno lo scopo di mantenere invariata la loro indole rabbiosa ma al tempo stesso di assicurare una guidabilità migliore (la gestione del gas alle piccole aperture è sempre stato il tallone d’Achille di tutte le Brutale, rilevato anche nella prova della 989R che abbiamo pubblicato di recente).
AUMENTO DI CILINDRATA Il più "piccolo" dei quattro cilindri ha addirittura cambiato cilindrata passando dai precedenti 982,3 cc agli attuali 998 cc, grazie ad un cambio di alesaggio e corsa che passano da 79x50,1 mm a 76x55 mm. Meno alesaggio e più corsa, quindi, alla ricerca di coppia ai bassi e di un’erogazione più "piatta" e più adatta ad una moto naked. Anche il basamento cambia, più leggero di prima e con una modifica per inserire un contralbero di bilanciamento che dovrebbe tenera a bada i "fremiti" del quattro cilindri, che sulle Brutale che abbiamo guidato fino ad oggi arrivavano copiosi a pedane e manubrio.
PESO CHE VA, PECO CHE VIENE Per un peso (quello del contralbero) che si aggiunge, ce ne è altro che scompare, a partire dal nuovo generatore che fa risparmiare ben 1,6 kg o dalla pompa del circuito dell'olio che scende di 340 gr di peso. Fattostà che il peso dichiarato aumenta di 5 kg, siamo a 190 kg contro i 185 kg dichiarati in precedenza. Alla fine cambiano leggermente anche i cavalli, ora sono 139 quelli che rispondono all'appello, erogati a 10.600 giri con una coppia di 106 Nm a 8.000 giri.
ARRIVA IL CONTROLLO DI TRAZIONE Anche il cambio è stato rivisto a fondo per migliorare precisione e velocità degli innesti. Le grandi novità riguardano comunque l’elettronica: la nuova Brutale è equipaggiata con una centralina Marelli 5SM di ultima generazione, decisamente più evoluta della precedente, che oltre a comandare i nuovi corpi farfallati più leggeri è anche in grado di gestire una doppia mappatura per modificare il comportamento del motore e un controllo di trazione regolabile su 8 posizioni. Soluzione tecnica, questa, introdotta per prima dalla Ducati con la sua Streetfighter e da cui una moto al top come la Brutale non poteva esimersi di avere.
1090 RR La 1090 RR, come già detto, cambia il nome ma non la cilindrata che resta invariata a 1078 cc (che mi pare comunque bastino…) e riceve tutti gli aggiornamenti tecnici di cui sopra, contralbero e traction control compresi. La potenza è di 144 cv a 10600 giri (inferiore quindi a quella che dichiarava la 1078 RR) e la coppia è di 115 Nm a 8000 giri. Numeri che, per una nuda, credo che bastino…
TELAIO TUTTO NUOVO La ciclistica è ovviamente in comune alle due moto. Non cambia il layout generale, che vede ancora un telaio di tipo "misto" (traliccio in acciaio saldato al TIG/piastre in alluminio) la monolitica forcella da 50 mm (rivista internamente e con minor escursione da 130 a 125 mm) e, ovviamente, l’immancabile monobraccio. Per la RR in più arrivano le pinze monoblocco Racing Brembo i cerchi forgiati, l'ammortizzatore Sachs a doppia regolazione alte e basse velocità, e le pedane regolabili.
SI ALLUNGA Sembrerebbe tutto come prima invece è tutto differente, perché sono cambiati completamente sia gli incroci dei tubi, sia i pesi (forcellone – 1,2 kg, cerchi - 700 grammi) sia le misure vitali della moto che si allunga e non poco con un interasse che passa da 1.410 a 1.438 mm (uniformandosi così alla media delle naked sul mercato) a causa dell’allungamento del forcellone di 20 mm e di un'inclinazione cannotto che passa da 24,5 a 25° ed è anche assistita, sulla 1090 RR, da un nuovo ammortizzatore di sterzo di tipo rotativo.
BRUTALE DOMESTICA? Una Brutale che sulla carta, da quel che dicono i numeri appare subito meno radicale nella guida e più alla portata anche se è lecito pensare non avrà perso il suo gran carattere. Non ha perso nemmeno il vizio di essere elitaria, i prezzi sono da vera MV: 15.500 € per la 990 R e 18.500 per la 1090 RR. Stiamo andando a provarla, a brevissimo vi diremo anche come va.