Sotto la pressione dei debiti statali, l'Europa rischia di ripiombare in piena crisi finanziaria ed economica, costretta ad affrontare un'emergenza che potrebbe rivelarsi più grave di quella del biennio passato.

Di fronte al crollo delle Borse nelle ultime 48 ore, in gran parte legato ai timori per il forte indebitamento di molti Paesi Ue, Bruxelles continua a parlare di situazione sotto controllo, assicurando comunque il massimo della vigilanza.

Il presidente dell'Eurogruppo, Jean-Claude Juncker, nega la possibilità che la zona euro possa perdere pezzi.

E vigile si dice anche la Bce nel giorno in cui l'euro scende ai minimi da otto mesi sul dollaro, stroncando sul nascere gli allarmismi su un eccessivo indebolimento della moneta unica.

Ma, al di là delle dichiarazioni ufficiali, nei corridoi di Bruxelles, così come in quelli di Francoforte, cresce la preoccupazione per una crisi che dalla Grecia potrebbe estendersi a Paesi come la Spagna e il Portogallo, col rischio di un contagio ben più ampio.

Il 2010 da anno della ripresa rischia di diventare uno degli anni più neri. Più di quel 2009 già archiviato, forse con troppa fretta, come "annus horribilis".

I timori sui deficit di Grecia, Portogallo e, soprattutto, della Spagna continuano a tenere sotto scacco i mercati azionari. Per la terza seduta consecutiva a dominare la scena è il 'panic selling' con i listini del Vecchio Continente che, in soli due giorni, bruciano oltre 220 miliardi di capitalizzazione.

Ancora giù anche l'euro che rivede i minimi da maggio contro il dollaro.

Frena anche il petrolio che torna sotto la soglia dei 70 dollari il barile, rivedendo i minimi dal 15 dicembre.

Tra i più colpiti i titoli finanziari e le banche.

Speriamo bene.....