Spunta una nuova chiamata del 2004 in cui il patron nerazzurro cerca di organizzare un incontro con il designatore arbitrale. «Anche io ci tengo a vederla, per farle una confidenza», risponde Bergamo, che in un'altra telefonata invece programma una cena con Facchetti
Moggi-Moratti, è "pace" Riaprire il processo? VOTA! TORINO, 2 aprile - Paolo Bergamo non parlava solamente con Luciano Moggi. L’ex designa*tore arbitrale, fulcro dello scandalo di calciopoli, non in*tratteneva rapporti telefonici solamente con l’ex direttore generale della Juventus, con*siderato a capo di un’organiz*zazione (una «cupola») tesa a modificare l’andamento del campionato di calcio di serie A. Anche Massimo Moratti parlava con Bergamo. Anzi lo voleva anche incontrare di persona, come dimostra un’intercettazione telefonica del dicembre 2004, nella qua*le i due si mettono d’accordo per vedersi a Forte dei Mar*mi, dove l’allora patron del*l’Inter possiede una villa, ri*fugio per i week-end e le va*canze estive. Una delle tante intercettazioni "sfuggite" alle indagini condotte dal tenente colonnello Auricchio, ma rin*venute dal paziente lavoro della difesa di Luciano Mog*gi che sta vagliano l’immane corpus di 171.000 telefonate registrate a caccia delle tan*te omissioni.
ESCLUSIONI - Perché le in*tercettazioni sulle quali si è basato il processo sportivo (e lampo) dell’estate 2006 e sul quale si appoggia il processo della giustizia ordinaria che si sta celebrando a Napoli, so*no solo una piccola parte del*le 171.000 e sembrano essere state selezionate solo per di*mostrare la colpevolezza di Luciano Moggi e Antonio Gi*raudo, secondo l’accusa i ver*tici della cupola. Insomma, chi ha giudicato nel 2006 non ha mai ascoltato, né letto la telefonata nella quale Morat*ti dice a Bergamo: «Senta, ci tenevo a incontrarla». E Bergamo risponde: «Anche io ci tenevo per farle una confi*denza».