Hiroshima Mon Amour, locale storico di Torino:
è passata di qui quasi tutta la musica indie degli ultimi 30 anni.
E' venerdì sera e suonano i Marlene Kuntz

Mi sento bella e allegra, potere del vestito nuovo che indosso … donne!

Quando arriviamo sono già tutti dentro e non c'è più nemmeno un biglietto.
E' ufficiale: non si entra

Ci rassegniamo a sbirciare lo spettacolo da dietro l'angolo di tenda che il buttafuori, in uno slancio di inaspettato buonismo, ha lasciato aperto, di fronte ai miei occhi supplicanti e tristi.

Alla seconda canzone le due birre … o tre ingurgitate a cena chiedono di essere espulse ma l'unico bagno disponibile è dentro la sala del concerto: e adesso?

Il buttafuori decide di accompagnarmi per assicurarsi che torni fuori appena finito. Ma quando esco dal bagno mi guarda, sconfitto e dice: “Dai, vieni con me!” e si fa largo tra la folla verso la scala che conduce alla zona mixer dove ci sono 4 o 5 ragazzi a garantire che i suoni e le luci siano perfetti. Fa sgombrare la scala assiepata di gente e mi invita a salire fino in cima
Dopo un paio di canzoni se ne va ed io, incredula, mi ritrovo a godermi tutto il concerto dalla zona più comoda ed esclusiva del locale, dove dall'alto ho la visuale del palco e di tutta la sala gremita fino all'ultimo metro quadrato.
Senza aver speso un solo euro!

INFINITA' è il pezzo che mi accoglie appena sono lassù …

YouTube Video
ERROR: If you can see this, then YouTube is down or you don't have Flash installed.


“La cosa più speciale che mi potessi offrire è un lampo di infinità che non mi fa dormire e non mi fa vegliare ora e per sempre ora”

E sembra tutta rivolta a me

Mi scalda dentro e mi scuote, sono reduce dalle 12 ore più assurde mai vissute: il sogno più desiderato prima si avvera e poi si trasforma in incubo. E mentre lo spettacolo continua, inizio a cantare e ballare, mi scrollo di dosso tutto il malumore, espello tossine emozionali che mi soffocano il cuore.

Ma eccoli intonare MUSA ...

YouTube Video
ERROR: If you can see this, then YouTube is down or you don't have Flash installed.


“E' una questione di qualità la tua presenza rassicurante e ipnotica mi affascina e gioca col mio senno e ne lascia ben poche briciole … perchè tu sai come farmi uscire da me dalla gabbia dorata della mia lucidità e non voglio sapere quando come e perchè questa meraviglia alla sua fine arriverà”

Non ho bisogno di pensare, so e sento ogni singola volta in cui queste parole mi hanno spaccato dentro e poi consolato, accarezzato .. e mi arrendo all'evidenza dei sentimenti che ho provato, alla follia che ha fatto saltare ogni equilibrio della ragione e che ho vissuto fino in fondo, incurante della fine, che immancabile e dolorosa sarebbe arrivata.

Una serie di pezzi dell'ultimo album che non ho ascoltato abbastanza, diventano il pretesto per ballare e basta spegnere il cervello e agitare testa, braccia e gambe, lasciando che il suono distorto della chitarra elettrica mi attraversi, ruvido, e sciolga le ultime resistenze perchè so che a un certo punto arriverà lei … la canzone perfetta … quella che da 15 anni mi strappa l'anima, me la rivolta e ci gioca come fosse un maglione vecchio e consunto, per restituirmela più stropicciata di prima, ma anche più vera. E quando arriva lo sai: la prima nota è lunga, ferma e decisa.
Ammutolisce il pubblico.
Improvvisa, dopo tutto quel fragore di strumenti rabbiosi, ci riporta tutti dentro ad ognuno di noi, come se d'un tratto la musica non fosse più fuori dai nostri corpi ma dentro, proprio al centro del nostro IO, nell'abisso più profondo e buio ...

YouTube Video
ERROR: If you can see this, then YouTube is down or you don't have Flash installed.

“Pelle! E' la tua proprio quella che mi manca in certi momenti e in questo momento è la tua pelle ciò che sento nuotando nell'aria”

Un sussurro sommesso e disperato come la prima volta … “dolente, tremante, ardente” … in quel tendone da “Festa della birra” di un paese disperso tra le montagne piemontesi, io vent'anni e un cuore grondante sangue d'amore perduto Tutto lo strazio della mancanza in una metafora ... “e non mi basta nuotare nell'aria per immaginarti se tu sapessi che pena” …che esplode ancora e ancora nel grido liberatorio finale …

“E non è facile dovresti credermi sentirti qui con me perchè tu non ci sei
Mi piacerebbe sai sentirti piangere anche una lacrima per pochi attimi mi piacerebbe sai”


Tutta la sala adesso è un concentrato di liberazione e rabbia un urlo che all'unisono si mescola alla musica che ora è assordante e squassante e tutta aperta, sovrasta ogni pensiero, tutta piena di tutti noi che ci abbiamo riversato dentro ancora una volta tutto il nostro dolore e siamo immobili, non c'è niente da ballare su questa musica, solo lasciarsi attraversare e ripulire, godere del dolore/piacere che ci rende umani e imperfetti, vivi

Sembra che sia tutto finito.
Invece no.
C'è sempre bisogno di una pausa dopo una canzone così, è di quelle che ti succhiano tutte le energie e ti sfiancano come se avessi scalato la vetta della montagna più alta del mondo.

Quando tornano sul palco ripartono con qualcosa di più “leggero”, l'immancabile … “Lieve svenire per sempre persi dentro di noi | Meglio del perdersi in fondo all'immobile | Meglio del sentirsi forti nel labile” … e l'atmosfera si scalda nuovamente.

Ma siamo agli ultimi colpi.

E stasera lo spettacolo, ironia della sorte, si chiude così

YouTube Video
ERROR: If you can see this, then YouTube is down or you don't have Flash installed.


Il concerto è finito
Scendo dalla scala del mixer, ringrazio i ragazzi che mi hanno fatto compagnia: sebbene sconosciuti, non mi sono sentita sola

Fuori incrocio i vecchi amici che da anni incontro sempre al concerto dei Marlene, scambio le battute di rito di chi si rivede una volta ogni due tre anni, mostro la foto della mia Milady Street Triple, anche loro sono motociclisti, ci ripromettiamo che prima o poi faremo un giro insieme, magari non succederà mai ma è bello dirselo tra un sorso di birra e una sigaretta, alla fine di una bella serata.

Mentre torno a casa penso che sono stata fortunata e me lo ripeto nella mente come un mantra, che nonostante tutto sono una persona fortunata e non so se lo sento perchè ho visto gratis il concerto dei Marlene Kuntz dalla posizione migliore che c'era … o per chissà cos'altro

Ma è una sensazione che mi avvolge tutta e mi trascina fuori dal locale.
E dalla follia degli ultimi giorni che ho vissuto.
E tanto basta