Come va studiata allora la mente animale?
Come i comportamentisti che suggerivano di trattare la mente (umana e non) al pari di una scatola nera? Nulla è dato sapere, e tutte le proprie conclusioni vanno basate sui "comportamenti" osservabili, da descrivere nel modo più asettico e "scientifico" possibile.
Questo approccio non ha dato molti frutti e i comportamentisti sono praticamente scomparsi. Per fortuna l'etologia cognitiva ha prevalso.
Alla domanda se gli animali provino sentimenti esattamente come noi, più di un secolo di ricerche ha dato risposta positiva.
E il primo a rispondere è stato proprio Darwin nel 1872 quando pubblica "L'espressione delle emozioni nell'uomo e negli animali".
Le analogie tra umani e non umani, non dovrebbero stupirci se accettiamo il fatto che noi e le altre specie, ci siamo evoluti nello stesso modo, anche se per strade parallele.
Certo hai ragione, ogni specie ama, odia, è triste o allegra a modo suo e il nostro linguaggio funziona bene per i sentimenti umani mentre non è altrettanto affidabile per quelli non umani. Questa si chiama "impotenza semantica" ed è il motivo per cui, nel descrivere l'altruismo di Carrettoni, dovremo per forza un po' umanizzarlo.
alcide