CASTELNUOVO. I carabinieri stanno svolgendo ulteriori accertamenti sull'incidente che domenica è costato la vita a Fabrizio Graziani, 58 anni, morto in uno scontro fra due moto mentre si recava alla Motomessa a San Pellegrino in Alpe. Determinante è stata la testimonianza oculare di un cittadino che domenica era su quel tratto di strada. E che ha inviato una lettera anche al nostro giornale. Ecco cosa dice Massimo Giacometti: «Sono stato testimone oculare di quella disgrazia che vorrei dimenticare. E' morto un uomo ma non è vero che i partecipanti alla Motomessa raggiungevano il Passo delle Radici viaggiando piano. «Assieme a 5 altri amici stavo scendendo dal passo perchè non partecipavamo alla motomessa. La nostra meta era un'altra. Già appena iniziata la discesa incrociavamo decine e decine di motociclisti, alcuni viaggiavano normalmente ma altri, tanti, viaggiavano come su una pista di motociclismo. Due chilometri più a monte di dove è deceduto Fabrizio, vi era appena stato un altro incidente con un ragazzo precipitato oltre il guard rail. La velocità di chi saliva era elevata, molto, e se aveste fatto un soprallugo nei luoghi degli incidenti sono certo che avreste trovato i rilievi effettuati e le frenate lunghe decine e decine di metri, che sono un inequivocabile segno di velocità. In molti andavano veloce, a briglia sciolte, senza il minimo di prudenza per se stessi e per gli altri, altri venivano superati anche se in sorpasso, con rischi per la propria vita e quella degli altri». Giacometti aggiunge: «Almeno si dica che la velocità e non solo la fatalità portano le persone a morire, specie in moto e specie domenica su quella strada. Tre incidenti in 5 km non sono solo e non possono essere considerati una fatalità». «Il prossimo anno e negli anni a venire ci si ricordi che di velocità si muore e su quella maledetta strada erano in tanti a correre».
Troppo veloci i centauri che andavano alla Motomessa | Il Tirreno