A Genova, la sua città, Beppe Grillo ha raccolto 2mila persone in piazza per sostenere il candidato sindaco del Movimento Cinquestelle. Genova, però, può essere il termometro del mal di pancia nazionale, perché l'ultimo sondaggio Swg dà i grillini al 7,2 per cento a livello nazionale, con un bacino potenziale intorno al 20 per cento. Grillo ha ribadito il concetto: "Ora avete l'alternativa al Pd e al Pdl, siamo noi la terza forza politica del Paese: adesso potete veramente mandarli tutti a casa, hanno tutti la prostata". Le solite metafore da cinepanettone, che però penetrano nei cittadini disorientati. E a sinistra, sia Bersani sia Vendola cominciano a spaventarsi.
E' un dato di fatto che in alcune città il Cinquestelle abbia superato il 10 per cento e che sia riuscito a eleggere, da Bologna a Milano, i suoi primi consiglieri: persone di ceto e mestieri diversi, realmente esponenti della "società civile" tanto cara a Veltroni, che poi però si prende in carico il "falco" Calearo o Marianna Madia (chi l'ha più sentita?) Facile, quindi, che i grillini sfondino anche alle imminenti elezioni comunali e, a questo punto, entrino in Parlamento per il 2013.
Il successo di Grillo è un mix di temi scottanti come i costi della politica, la corruzione, la richiesta di trasparenza, corredati da un tono forte e che, a molti, ricorda il "celodurismo" leghista. C'è senz'altro del populismo ed è vero che, come tutti i leader incontrastati, anche Grillo non gradisce le critiche e le opposizioni interne. E questo, alla lunga, può essere il tallone d'Achille di un movimento partito dal basso e dalla Rete. Ma è proprio soltanto antipolitica? Peter Gomez, sul suo blog, non è d'accordo: "Gli osservatori attenti e in buona fede, infatti, non possono negare che l’attività degli attivisti e dei rappresentanti dei cittadini fin qui eletti nei comuni e nelle regioni, dimostra proprio il contrario. La scelta di rinunciare ai finanziamenti pubblici, di mettere un tetto al numero di candidature consecutive, la presenza di programmi precisi, sono un fatto politico (...) Solo negli anni a venire sapremo se il Movimento 5 stelle sarà parte (e quale parte) di quel grande cambiamento di cui ha bisogno il Paese. Che Grillo dica di non aspirare a nessuna carica pubblica è un buona cosa. Meno buono è invece il suo atteggiamento nei confronti di chi la pensa diversamente da lui o esercita il diritto di cronaca e di critica. Ma al di là dei giudizi sulle singole iniziative e prese di posizione, resta un fatto. Il Movimento 5 stelle è vivo e vuole crescere. E questo oggi, in un mondo popolato da partiti e leader ormai (politicamente) morti, è già tanto".