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Risultati da 1 a 10 di 103

Discussione: Posti di controllo

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  1. #23
    TCP Rider Senior L'avatar di ABCDEF
    Data Registrazione
    05/07/09
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    Citazione Originariamente Scritto da Paglia Visualizza Messaggio
    Se il 5 stelle è l'unico ad accettare la mia richiesta cosa si fa?

    Il M5S dovrebbe capire che ora si governa? veramente vorrebbero l'incarico di governare, peccato che nessuno glielo darà mai.
    Se vi volete costruire la vostra casetta di letame fate vobis, io mi sono rotto le palle di ingoiare merda e farmi dissanguare.
    ora, a parte il materiale refrattario che ognuno vuol utilizzare per la costruzione della casa (non e' che il vetro , da solo, come materiale edile mi dia poi cosi' tante garanzie), ma davvero pensi che se il m5s prendesse in mano le redini (e resta da stabilire perche' e come), la situazione migliorerebbe?

    a quanto pensi che dovremmo pagare il nostro debito pubblico?
    e pensi che di quella situazione soffrirebbero di piu' le classi piu' abbienti o quelle meno abbienti?

    poi si puo' ululare al complotto plutogiudaicomassonico, ma se il capo diventa uno che dichiara di non voler pagare tutti i debiti, quanti pensi che gli faranno credito?

    ah, dimenticavo, checcenefrega, tanto usciamo dall'euro e ci stampiamo le lire, i talleri, i baiocchi , i fiorini, i casaleggi d'argento...........coi quali ci compreremo il petrolio e il gas...........che si comprano in dollari, e che ci costeranno immediatamente il 30% di piu'......a esser buoni


    ah, no, scusa, dimenticavo che avremo le rinnovabili, a impatto zero e a costi risibili.........gia', pero', con che le finanziamo?


    ah dimenticavo i cacciabombardieri............che peraltro vengono costruiti anche da noi

    ma checcenefrega.........avremo le giornate piene e ci beeremo di controllare valanghe di scontrini fiscali pubblicati sul sito del governo..........e avremo finalmente una classe politica onesta e trasparente..................

    avremo..................avrete, per quanto mi riguarda

    fortuna che ho imparato abbastanza bene l'inglese

    ......................aggiungo


    Elogio del compromesso
    Dai Cinque Stelle a Bersani, passando per Dario Fo, la mediazione viene demolita come un valore negativo. Ma senza non si governa. E l’intransigenza porta alla vera paralisi


    «L’arte del compromesso, che è stata un’arte della politica, non è più valida». Beppe Grillo, nell’intervista a «Time», è stato chiaro. Dario Fo: «Se andiamo col compromesso, andiamo a rifare tutto daccapo. Troppa intransigenza? Ma è per mancanza di intransigenza che siamo arrivati a questo punto». Pierluigi Bersani ha poi detto senza metafore: «Non riteniamo né praticabili né credibili accordi di governo tra noi e la destra». La portavoce Alessandra Moretti ha aggiunto: «Non possiamo scendere a compromessi con Berlusconi». Per il Pdl ha chiuso il cerchio Cicchitto: «Il nodo politico resta uguale, non ci si può chiedere di fare un accordo».

    Sembra ci sia un solo punto su cui i tre partiti protagonisti della politica italiana possono essere d’accordo: non si metteranno mai d’accordo. Risultato? Lo stallo. Non si tratta certo di un’eccezionalità italiana. «Il rifiuto sistematico del compromesso è un problema per ogni democrazia. Pregiudica il progresso politico e favorisce lo status quo», scrivono in The Spirit of Compromise. Why Governing Demands it and Campaigning Undermines it (Princeton University Press, 2012) Amy Gutmann e Dennis Thompson, rispettivamente presidente dell’Università della Pennsylvania e professore di filosofia politica a Harvard. I due politologi prendono in esame casi esemplari dalla politica Usa. Tra i quali il dibattito del 2011 sul tetto del debito sovrano: «Un Congresso diviso. Un accordo tra i due partiti appariva l’unica via per evitare il rischio default. Obama riuscì ad annunciare che i leader di democratici e repubblicani avevano raggiunto un accordo solo all’ultimomomento, la notte del 31 luglio». Preferire lo status quo non vuol dire lasciare le cose immutate. «Significa solo che i politici lasciano che siano altre forze a controllare il cambiamento», spiegano Gutmann e Thompson.

    Ma l’ostilità al compromesso continua a crescere. Come mai? Secondo i due autori i fattori determinanti sono tre. Primo: la campagna elettorale permanente. «Prima del voto è un processo democratico indispensabile», scrivono. Il problema nasce quando diventa «intrusiva nell’attività di governo». Secondo: «La tendenza dei media a seguire la politica come le corse dei cavalli». Chi ha vinto? Chi ha perso? Con quale distacco? Sia che si tratti della competizione elettorale, sia dell’attività di governo. Terzo: la caccia ai soldi. «Dal primo giorno dopo le elezione, i deputati iniziano il fundraising per essere rieletti. Una raccolta fondi no stop che li tiene impegnati costantemente a scapito della loro attività». Dei tre il più pesante è il primo, influenza anche gli altri due. «Una campagna appassionata gioca un ruolo morale e pratico in democrazia. Fa sì che i candidati possano comunicare quali sono i loro principi guida e il modo in cui si differenziano dagli avversari. Ma quell’atteggiamento chiuso al compromesso non è utile quando è il momento di governare: un leader eletto a quel punto non deve solo tenere fede ai suoi principi, deve anche fare concessioni. Deve rispettare i suoi oppositori e collaborare per legiferare». Il rifiuto del compromesso quando è tempo di governare è «una specie invasiva proliferata fuori dal suo habitat naturale».

    Rimedi? «Più educazione civica e una riforma della campagna elettorale. E far vivere insieme i politici a Washington per più tempo» è la ricetta di The Spirit of Compromise. Spesso infatti i deputati tornano a casa, da chi la pensa come loro. «Così non si contaminano con chi ha idee diverse». Il resto dovrebbero farlo gli elettori: «Dovremmo iniziare a premiare i politici che scendono a compromessi, anziché punirli», è l’auspicio dei due professori. C’è chi invece continua a sperare: «Il mio partito avrà la maggioranza assoluta e potrà realizzare il suo programma, senza cedimenti». Una prospettiva allettante? «Un sogno», per Gutmann e Thompson. «È altamente improbabile che un partito solo ottenga il controllo di tutto. E anche se andasse così, avrebbe comunque divisioni al suo interno. Neanche una leadership forte sarebbe sufficiente. Non si scappa dal compromesso».
    Ultima modifica di ABCDEF; 21/03/2013 alle 10:11 Motivo: Unione Post Automatica

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