Eddai su, il primo istinto è stato quello di andare ad aspettarlo a scuola, ma poi non lo ha mica fatto e comunque non credo che avesse paventato al figlio un intendimento del genere (o almeno non dice di averlo fatto). Che poi, qualora ci fosse davvero andato, magari ne sarebbe sortito un incontro assolutamente civile e costruttivo: di minacce e di violenza ne parlate voi, jap non ha mica detto che l'intento sarebbe stato quello (che poi avesse davvero avuto voglia di picchiarlo è tutto un altro film: io avrei voglia di farmi MonicaBellucci un giorno sì e l'altro pure, per dire).
Al figlio aveva invece detto che avrebbe scritto una mail al dirigente scolastico, e credo che la disapprovazione del ragazzo derivasse principalmente dal fatto che temeva un sacco di cose che gli saranno passate per la testa: dall'essere etichettato come "spia" -tra cento virgolette, intendiamoci-, all'inimicarsi l'insegnante, dall'essere additato come quello che va a raccontare tutto a papà, al trovarsi contro quei suoi compagni sui quali il discorsetto del professore ha fatto fortemente breccia.
Mi pare però che da come jap ha saputo gestire la faccenda, leggasi i toni assolutamente civili della mail, nonché la raccomandazione sul suo riserbo, il ragazzo possa sentirsi del tutto tutelato nel caso jap gli avesse fatto presente di averla spedita (il che non è per nulla scontato).