Meda rosica
Il segreto vincente della Ducati di Stoner
Vi riveliamo la geniale "elettronica di posizione" della rossa
di Guido Meda
Abbiamo messo insieme un po' di spunti raccolti in questo che per la Ducati è un anno memorabile. L'abbiamo vista da vicino la Desmosedici, con Stoner sopra padrone della situazione, della potenza, del mezzo in una maniera tanto disinvolta anche nella guida al limite da poter concludere senza timore di essere smentiti che la moto sa dove si trova, sempre che l'ingegner Preziosi, oltre ad essere un vero uomo di moto, è un genio. In pratica Stoner (ma anche Capirossi), dispongono curva per curva della potenza ottimale che serve loro per non mettersi la moto in testa uscendo dalla curva stessa più forte che si può, aprendo il gas il prima possibile. La connessione tra le intenzioni della mano di Stoner e quelle della ruota posteriore della sua Ducati è pressochè perfetta ed è garantita dallo spazio virtuale ed elettronico che ha il suo cuore nella centralina Marelli. La centralina è un computer, vuoto, nel quale inserisci il software che desideri e gli fai fare i calcoli che lei ti consente. Avendo il comune sistema Gps delle tolleranze&imposte dalle cautele militari americane che gestiscono la maggior parte dei satelliti in orbita (per una miglior difesa il missile deve sbagliare il bersaglio, anche di poco), la consapevolezza della propria posizione sarà fornita alla moto in maniera più accurata da un banale calcolo metrico. Un precisissimo contachilometri. Poniamo di prendere uno "zero" sul traguardo, uno zero fornito alla centralina dal transponder (il dispositivo "moto-muretto"che fa funzionare il cronometro) montato di serie sulla moto. Ecco, ora, tra trecento metri -dice la centralina- c'è la prima curva e io devo poter dare al pilota una potenza massima in seconda marcia pari al 64% del monte cavalli. A quel punto prepara una seconda da 64% della potenza massima. Il banale calcolo delle distanze suggerisce che la prossima curva è tra ulteriori trecento metri. Una curva da terza, una terza che al massimo dovrà fornire al pilota il 72% della potenza. E così via fino al nuovo traguardo, fino al nuovo zero. Il sistema dovrà essere così prossimo alla perfezione da sapere che finita la curva la potenza dovrà tornare ad essere quella massima per accelerare al meglio sul tratto rettilineo. Metri di tolleranza pochissimi, quasi niente. Ovviamente in caso di "dritto", un'escursione sulla ghiaia ad esempio, il calcolo sballerà. A quel punto il pilota dovrà gestire una guida totalmente manuale fino al prossimo passaggio sul traguardo. Combinato con l'antispin e con le manovre del pilota (Stoner usa moltissimo il freno dietro) il sistema Ducati pare funzionare a meraviglia. Il pilota può tornare ai box e chiedere due punti di potenza in più nella tal curva, quattro in meno nella tal altra e rientrare in pista più o meno sicuro che la moto darà il meglio di ciò che a lui serve. A giudicare dalla stizza che i tecnici Honda manifestarono quando in un Gp del 2007 il sistema dei transponder non funzionava (impossibile quindi avere lo "zero"), ci viene facile pensare che anche a Tokio usino lo stesso sistema, mentre non disponiamo di dati certi sulle altre Gp in gara.
fonte: Controcampo - Articolo
p.s.: come si evince dall'articolo non è Stoner che è un gran manico, ma la Ducati una moto extraterrestre, ma non gliel'hanno ancora detto con che moto e quali gomme capirossi ha corso quest'anno??? Pagliaccio.![]()