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Discussione: PONTE SULLO STRETTO

  1. #111
    TCP Rider L'avatar di ushioetora
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    Citazione Originariamente Scritto da giulianaspeed Visualizza Messaggio
    amico mio se proprio non sei informato ti elenco tutti i danni all'ambiente che la costruzione di un ponte provocherebbe.................... ho letto tempo fa proprio un depliant illustrativo su tali danni.....
    Potremmo entrambi cambiare idea soltanto ascoltando due persone di equal livello, discutere e confrontarsi sull'argomento....xchè di manuali, opuscoli e articoli se ne trovano sia favorevoli che contrari.


    P.S. Continuo a non leggere commenti sul mangia mangia delle FS...oh

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  3. #112
    TCP Rider L'avatar di Pit-Trip
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    Citazione Originariamente Scritto da Loooop Visualizza Messaggio
    Giusto una puntualizzazione: sono gli amish a rifiutare il progresso ed a vivere come se fossero ancora nel '600, non i mormoni. Anche se in generale tutte le religioni lo rifiutano (o fanno finta di rifiutarlo) quando questo intacca i dogmi su cui si fondano.

    Ad esempio, proprio gli amish, a furia di accoppiarsi fra loro a causa delle pazzesche abitudini di vita, sono facilmente soggetti a tare di natura genetica, causate dall'eccessiva consanguineità. Una di queste è la sindrome di Crigler-Najjar, un difetto genetico che impedisce al fegato di metabolizzare la bilirubina, avvelenando il corpo e causando la morte in genere entro il 3° anno di vita.
    Con gran fatica si sono convinti a lasciar entrare l'elettricità nelle loro stanze da letto, trasformate in incubatrici per alimentare le lampade a luce blu alle quali i bimbi colpiti dalla malattia devono restare esposti, svestiti, per almeno 12 ore al giorno, e che consente ai loro corpi di espellere la bilirubina a sufficienza, fino a quando non diventano abbastanza grandi da poter ricevere l'unico rimedio oggi noto a questa malattia: il trapianto di fegato. Ma l'elettricità continua a non entrare nelle loro cucine, dove regnano ancora le lampade a petrolio………

    I mormoni invece sono quei tizi "simpaticissimi" (!) che se ne vanno in giro a far proselitismo sempre in camicia bianca a maniche corte, cravatta e pantaloni scuri… Loro in particolare credono in un profeta (mai esistito, come la maggior parte degli altri…) di nome Mormon il quale incise su tavole d'oro in una lingua antichissima e sconosciuta il "libro di Mormon".
    Joseph Smith, "provvidenzialmente…" avvisato da opportune "visioni", trovò le tavole in una cassa sepolta nella collina di Chumora, presso Palmyra in Pennsylvania e provvide a tradurle (non si capisce come, visto che lingua era sconosciuta……) in inglese intorno al 1830 fondando così il mormonismo. Inutile sottolineare che le tavole d'oro sono irreperibili…

    Amish (che sono protestanti anabattisti) e mormoni, così come testimoni di Geova, cattolici, valdesi, quaccheri, mennoniti, luterani, calvinisti, ortodossi, anglicani, nestroriani, evangelici, unitariani, e qualche altro centinaio di varianti sul tema, sono tutti cristiani, tutti invariabilmente convinti di aver loro ragione e i "colleghi" torto, in genere su sciocche questioni del tipo "l figlio è creato dal Padre, oppure è generato dal Padre?", "Prima di tutti i secoli o un "pochino" dopo?", "Della stessa sostanza del Padre o di sostanza diversa?", etc…, questioni alle quali è impossibile rispondere e per via delle quali hanno ben pensato di ammazzarsi fra loro nel corso degli ultimi 2000 anni di storia o giù di lì…
    Mecojoni.....

  4. #113
    TCP Rider L'avatar di Falco
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    tutti invariabilmente convinti di aver loro ragione e i "colleghi" torto, in genere su sciocche questioni del tipo "l figlio è creato dal Padre, oppure è generato dal Padre?", "Prima di tutti i secoli o un "pochino" dopo?", "Della stessa sostanza del Padre o di sostanza diversa?", etc…,
    Scusate l' OT Dizionario Filosofico di Voltaire alla parola Concili, riporta:

    Tutti i concili sono infallibili, non c'è dubbio, dato che sono composti di uomini. È impossibile che le passioni, gli intrighi, lo spirito di controversia, l'odio, la gelosia, il pregiudizio, l'ignoranza regnino mai in queste assemblee.

    Ma perché, si dirà, tanti concili si sono opposti gli uni agli altri? Per mettere alla prova la nostra fede. Tutti hanno avuto ragione, ciascuno a suo tempo.

    Oggi, i cattolici romani non credono che ai concili approvati dal Vaticano; e i cattolici greci non credono che a quelli approvati a Costantinopoli. I protestanti si fanno beffe degli uni e degli altri. Cosi tutti sono contenti.

    Parleremo qui solo dei grandi concili: dei piccoli, non ne vale la pena.

    Il primo è quello di Nicea. Esso si riunì nel 325 dell'era volgare, dopo che Costantino ebbe scritto e inviato per mezzo di Osio quella bella lettera al clero un po' turbolento di Alessandria: «Voi state a litigare per una questione di così poco conto. Queste vostre sottigliezze sono indegne di gente ragionevole.» Si trattava di sapere se Gesù era creato o increato. Questo non riguardava affatto la morale, che è la sola cosa essenziale: che Gesù sia stato nel tempo o prima del tempo, l'importante è che noi si sia uomini onesti. Dopo parecchi alterchi, fu alla fine deciso che il Figlio era antico quanto il Padre e consustanziale al Padre. Questa decisione è ben difficile a intendersi, ma appunto per questo è tanto più sublime. Diciassette vescovi protestarono contro la sentenza, e un'antica cronaca d'Alessandria, conservata a Oxford, dice che protestarono anche duemila preti; ma i prelati non fanno gran caso ai semplici preti, che di solito sono poveri. Comunque sia, in questo primo concilio non si discusse affatto della Trinità. La formula dice: «Noi crediamo in Gesù Cristo consustanziale al Padre, Dio da Dio, luce da luce, generato e non fatto; noi crediamo anche nello Spirito Santo.» Con lo Spirito Santo, bisogna riconoscerlo, se la sbrigarono con molta disinvoltura.

    Nel supplemento del concilio di Nicea viene riferito che i Padri, essendo in grande imbarazzo nel tentar di distinguere i libri «crifi» o apocrifi dell'Antico e del Nuovo Testamento, li buttarono tutti alla rinfusa su un altare: e quelli da scartare caddero in terra. È proprio un peccato che al giorno d'oggi questa bella ricetta non si usi più.

    Dopo il primo concilio di Nicea, composto di trecentodiciassette vescovi infallibili, se ne tenne un altro a Rimini; e il numero degli infallibili fu questa volta di quattrocento, senza contare un grosso distaccamento a Seleucia di circa duecento. Questi seicento vescovi, dopo quattro mesi di disputa, tolsero unanimi a Gesù la sua consustanzialità. Essa gli fu restituita in seguito, fuorché dai sociniani; così tutto è a posto.

    Uno dei grandi concili è quello di Efeso, del 431. Il vescovo di Costantinopoli, Nestorio, gran persecutore d'eretici, fu condannato a sua volta come eretico per avere sostenuto che, in verità, Gesù era sì Dio, ma sua madre non era assolutamente madre di Dio, bensì madre di Gesù. Fu san Cirillo che fece condannare Nestorio; ma anche i partigiani di Nestorio fecero deporre san Cirillo nello stesso concilio: questo, certo, mise in un grosso imbarazzo lo Spirito Santo.

    Prendi nota, lettore, che il Vangelo non ha mai detto una parola né della consustanzialità del Verbo, né dell'onore toccato a Maria d'esser madre di Dio, né di tutte le altre questioni che hanno fatto riunire tanti concili infallibili.

    Eutiche era un monaco che aveva tuonato contro Nestorio, la cui eresia arrivava addirittura a supporre in Gesù due persone: cosa spaventosa, certo. Questo monaco, per meglio contraddire il suo avversario, assicura che Gesù non aveva che una sola natura. Al contrario, un tal Flaviano, vescovo di Costantinopoli, sostenne che era assolutamente necessario che in Gesù ci fossero due nature. Si riunì allora un numeroso concilio a Efeso, nel 449: e qui si discusse a suon di bastonate, come già al piccolo concilio di Cirta, nel 355, e in un'altra assemblea a Cartagine. Furono dunque assegnate all'unica natura di Flaviano un sacco di bastonate, e a Gesù due nature: fino al concilio di Calcedonia, nel 451, in cui Gesù fu ridotto ad averne una sola.

    Sorvolo su altri concili tenutisi per minuzie e vengo al sesto concilio ecumenico di Costantinopoli, riunito per sapere con precisione se Gesù, avendo una sola natura, non avesse tuttavia due volontà. Chi non sente quanto ciò sia importante per piacere a Dio?

    Questo concilio fu convocato da Costantino il Barbuto, come tutti gli altri erano stati convocati dagli imperatori precedenti: i legati del vescovo di Roma furono messi a sinistra, i patriarchi di Costantinopoli e di Antiochia a destra. Non so se i caudatari a Roma pretendevano che la sinistra fosse il posto d'onore. Sia come sia, Gesù, in quest'occasione, ottenne due volontà.

    La legge mosaica aveva vietato le immagini. I pittori e gli scultori non avevano mai fatto fortuna presso gli ebrei. Non risulta che Gesù abbia mai avuto quadri, tranne forse il ritratto di Maria, dipinto da Luca. In ogni caso, Gesù Cristo non raccomanda mai d'adorare le immagini. I cristiani, tuttavia, cominciarono ad adorarle, verso la fine del IV secolo, non appena si furono familiarizzati con le belle arti. L'abuso giunse a tal punto, nell'VIII secolo, che Costantino Copronimo riunì a Costantinopoli un concilio di trecentoventi vescovi, il quale anatemizzò il culto delle immagini, chiamandolo idolatria.

    L'imperatrice Irene, la stessa che più tardi fece cavare gli occhi a suo figlio, convocò nel 787 il secondo concilio di Nicea: in esso l'adorazione delle immagini fu ristabilita. Oggi si vuole giustificare questo concilio dicendo che quell'adorazione era un culto di «dulìa» e non di «latria».

    Ma fosse «dulìa» fosse «latria», Carlomagno nel 794 fece tenere a Francoforte un altro concilio, il quale accusò il secondo concilio di Nicea di idolatria. Il papa Adriano I vi inviò due legati, ma non fu lui a convocarlo.

    Il primo grande concilio convocato da un papa fu il primo concilio Laterano, nel 1139; vi parteciparono circa mille vescovi. Ma non vi si concluse quasi nulla: ci si limitò a scagliare anatemi contro coloro che sostenevano che la Chiesa era troppo ricca.

    Un altro concilio lateranense, nel 1179, fu tenuto da papa Alessandro III: in quest'occasione i cardinali presero, per la prima volta il sopravvento sui vescovi. Furono trattate solo questioni disciplinari.

    In un altro grande concilio lateranense, nel 1215, papa Innocenzo III scomunicò il conte di Tolosa, spogliandolo di tutti i suoi beni. È questo il primo concilio in cui si sia parlato di transustanziazione.

    Nel 1245, concilio generale di Lione, allora città imperiale, nel quale il papa Innocenzo IV scomunicò l'imperatore Federico II e, di conseguenza, lo depose, interdicendogli l'acqua e il fuoco: fu in questo concilio che venne dato ai cardinali il cappello rosso, per far loro ricordare che bisogna bagnarsi nel sangue dei partigiani dell'imperatore. Questo concilio fu causa della distruzione della casa di Svevia, e di trent'anni d'anarchia in Italia e in Germania.

    Concilio universale a Vienne, nel Delfinato, nel 1311, dove si abolì l'ordine dei templari, i cui principali membri erano stati condannati ai più orribili supplizi, su accuse per nulla provate.

    Nel 1414, il grande concilio di Costanza, dove ci si accontentò di deporre papa Giovanni XXIII, colpevole di mille delitti, e dove vennero bruciati Giovanni Huss e Gerolamo da Praga, per essere stati ostinati: l'ostinazione è infatti un crimine ben più pesante dell'assassinio, del ratto, della simonia e della sodomia.

    Nel 1431, il grande concilio di Basilea, non riconosciuto a Roma, perché vi si depose papa Eugenio IV, il quale non si lasciò affatto deporre.

    I romani contano come concilio universale anche il quinto concilio lateranense del 1512, convocato contro Luigi XII, re di Francia, da papa Giulio II. Ma, dopo la morte di quel papa bellicoso, il concilio se ne andò in fumo.

    Infine abbiamo il grande concilio di Trento, il quale non fu accettato in Francia in materia di disciplina; il suo dogma è tuttavia incontestabile, poiché lo Spirito Santo, come disse fra Paolo Sarpi, arrivava tutte le settimane da Roma a Trento per valigia diplomatica. Ma fra Paolo Sarpi puzzava un po' d'eresia.
    Ultima modifica di Falco; 23/10/2008 alle 11:51

  5. #114
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  6. #115
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  7. #116
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  8. #117
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  9. #118
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  10. #119
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    Il ponte sullo stretto è semplicemente assurdo,leggete un po se vi interessa
    Ragioni geologiche, di costi economici e ambientali, di ingegneria dei trasporti avrebbero dovuto portare all'accantonamento del progetto. Invece...
    di Gino Nobil

    Gli studi geologici. È dei mesi scorsi il rinvio a giudizio di alcuni esperti del Ministero per pareri positivi dati malaccortamente ovvero senza seri studi documentati dietro. In realtà, nessuno è in grado di dare un parere positivo a ragion veduta, perché se si va a vedere seriamente si può solo dare parere negativo. Quelle terre sono infatti tremendamente alluvionali, e affondarci dentro a decine di metri di profondità due piloni alti 400 metri e i relativi blocchi di ancoraggio, per un totale di circa 500mila metri cubi di cemento, può essere solo foriero di dissesto idrogeologico. Inoltre, dagli scavi verrebbero fuori ben otto milioni di metri cubi di materiale, da mettere dove e come gli “studi” ministeriali si sono scordati di dire. Forse intendono costruire con quello la collina su cui appoggiare la rampa in Sicilia, dove il territorio è pianeggiante? E non stiamo considerando ancora minimamente le strade e le ferrovie da rifare nel raggio di decine di chilometri dal ponte, sia di qua che di là, in viadotto e galleria, per consentire la salita soprattutto del treno, che come si sa sopporta pendenze minime (praticamente, in Calabria vanno rifatte tutte le linee ferroviarie tra Gioia Tauro e Melito Porto Salvo, in maniera che puntino verso l’entroterra salendo progressivamente di quota per imboccare il ponte). Della valutazione dell’impatto economico diretto di queste opere nel progetto esecutivo del ponte c’è traccia marginale, di quello indiretto (impatto ambientale, dissesto idrogeologico) nessuna traccia.

    I terremoti. La scala Richter, che calcola la magnitudo di un terremoto permettendo confronti esatti tra un sisma e l’altro, è invenzione recente: prima i terremoti venivano classificati solo con la scala Mercalli, che si basa sui danni. È inutile quindi dire che il ponte regge a un sisma di scala 7,1, perché potrebbe arrivare di 7,2 (7,1 è proprio il valore “dichiarato” dai progettisti, ma anche se fosse 7,5 sarebbe lo stesso, perché potrebbe arrivare di 7,6)! Inoltre, la scala Richter è logaritmica: uno 0,1 in più significa una forza di 10 volte tanto! Ora, gli studi su cui si basa il progetto asseriscono che un sisma come quello del 1908 (la magnitudo non c’era, ripeto, ma gli esperti evincono sia stata ben superiore a 7,1) potrebbe tornare tra 1000/1500 anni. Invece le cronache da Erodoto in poi raccontano che un sisma catastrofico ha colpito l’area circa ogni 100/150 anni. Sotto lo stretto c’è una faglia che fa sì che Calabria e Sicilia si allontanino di circa 1 cm l’anno, è risaputo e gli ingegneri ne dovrebbero aver tenuto conto nel progetto, ma ricordiamo cosa è successo a Sumatra con l’ultimo sisma? L'isola si è spostata di decine di metri! Non abbiamo le foto del satellite del 1908 a documentarci di quanto si è spostata allora la Sicilia! Senza contare il maremoto, che allora fece la maggior parte delle vittime, spazzando le coste di qua e di là. Considerato tutto ciò, non sarebbe meglio investire parte dei soldi di quello spreco nel riassetto idrogeologico di Reggio - dove i lavori per l’interramento dei binari nel lungomare hanno rovinato le falde, e dai rubinetti esce da 30 anni acqua salata!!! - e di Messina? Le due città hanno oggi solo il 25% delle case antisismiche, e il 90% sono state costruite abusivamente, poi sanate o meno, su colline argillose….

    L’attraversamento. Oggi un auto che passa lo stretto impiega 25 minuti. Salvo tre o quattro giorni l’anno che ci sono code agli imbarchi. Domani col ponte impiegherà 5 minuti. Più le code al casello, presumibilmente quasi ogni giorno (come in ogni casello d’Italia di tale importanza). Ma anche ammesso che tutti abbiano il telepass: tutti quei soldi per 20 minuti? I treni: oggi impiegano poco più di un’ora. Quindi col ponte si risparmierà un’ora. Su 13, tra Palermo e Roma. Su 18, tra Palermo e Milano. Sai che svolta! Con una piccola parte degli investimenti del ponte si rifarebbe la Palermo/Messina, ancora a binario unico, con un risparmio di tempo più consistente. Senza contare i siciliani non di Palermo né di Catania, che magari con una piccola parte di quei soldi potrebbero avere a disposizione le strade e le ferrovie per raggiungere Messina che oggi non hanno…: da Agrigento allo Stretto, oggi, ci vuole più che da Reggio a Roma! Inoltre: i traghetti, oggi, circolano sempre, tranne un paio di giorni all’anno di ferma per mare troppo grosso. Il ponte, sospeso a decine di metri da terra, per resistere alle raffiche di vento tipiche della zona (che spingono a chiudere spesso anche l’autostrada nella costa calabrese!!!), dovrà oscillare di 12 metri in orizzontale e 9 in verticale (dati ufficiali): spero ci siano sopra gli ingegneri quando accade! Si ammette ufficialmente che i giorni di chiusura annua della struttura per vento forte dovranno essere tra 30 e 40! In quei 30-40 giorni (ma chi conosce quei luoghi sa che saranno di più) il traffico, attratto in zona dal ponte, dovrà essere dirottato sui traghetti, ammesso che esistano ancora. Ma il servizio nel frattempo sarà stato se non soppresso fortemente ridimensionato, incapace quindi di assorbire il traffico deviatosi lì dal ponte chiuso. Intanto, oggi, su 15mila persone che traghettano ogni giorno, 12mila lo fanno a piedi, e il ponte non gli serve per niente.

    Le politiche dei trasporti. La geografia politica ed economica ad uno studentello universitario insegna che un collegamento o si impone per un traffico esistente o lo crea. Il traffico sullo stretto ad oggi non giustifica economicamente l’investimento, come è ammesso negli stessi studi di parte. Tant' è vero che per questo motivo tutti i general contractor stranieri si sono via via ritirati dalla gara. Per prevedere una convenienza economica, gli ottimisti pro-ponte ipotizzano un aumento del traffico che non si avrebbe neanche se il Paese si mette a crescere a ritmi cinesi e spostasse su gomma altra quota del traffico merci. Spostamento che da un lato sarebbe un nuovo oltraggio per l'ambiente e dall’altro avrebbe dimensioni comunque contenute, visto che nel nostro Paese la percentuale di merci spostate coi Tir è già enormemente maggioritaria, pur avendo l’Italia le coste più lunghe in rapporto alla superficie del territorio! In altre parole, un piano dei trasporti illuminato dovrebbe semmai incentivare – se non obbligare – i Tir a imbarcarsi a Genova e sbarcare a Palermo, piuttosto che indurli - costruendo un ponte - a inquinare il territorio percorrendo l’autostrada del sole fino a Villa San Giovanni! E dovrebbe prevedere porti commerciali di piccolo e medio taglio un po’ dappertutto, piuttosto che nuove autostrade e cattedrali nel deserto!

    Sogni e risvegli. Ammesso che tutto quanto detto fin qui sia falso, e il ponte sia bello giusto e fattibile, bisogna infine scontrarsi con la realtà italiana. Che è quella che dopo decenni in cui serviva ammodernare la A3 ha finalmente trovato i soldi e il progetto, avviando i lavori (ministro Di Pietro, si noti!) da completare entro il 2007. Risultato: nel 2007 sarà consegnato se tutto va bene il 20% dei lavori, nei tratti meno impegnativi; dei tratti consegnati ad oggi (poche decine di chilometri su 443) la maggior parte sono sotto sequestro per mafia e uso di materiali scadenti (insomma la strada nuova non è sicura e difatti il limite è a 60 km/h), e quando nel 2037 (a questo ritmo) la strada sarà completata, ebbene sarà insufficiente, perché - non so chi lo sa, magari la gente vede i lavori e si illude! - la terza corsia si sta realizzando solo nei 40 km vicino a Salerno! Una situazione già grave, che diventerà catastrofica se nel frattempo il ponte avrà richiamato nuovo traffico.

    Keynes? Il general contractor è italiano, il che sarebbe una bella notizia se non si considerassero i motivi del ritiro degli stranieri. Ma per realizzare i lavori dovrà subappaltare a più livelli. Così, a medio livello, tanti soldini nostri finiranno all’estero. A basso livello, alla mafia (già sono partite le prime inchieste). A livello di maestranze, l’effetto moltiplicatore dei redditi di keynesiana memoria non avverrà, perché salvo le posizioni più elevate gli addetti saranno per lo più stranieri, e manderanno i soldi a casa come tutti i bravi emigranti. L’effetto sull’economia locale sarà dunque modesto ed effimero: il più duraturo sarà la perdita dei posti di lavoro per traghetti e indotto. Inoltre, la normativa – peculiarità italiana - prevede che il general contractor non sia responsabile per gli sforamenti di tempo e denaro: come dire che gli otto miliardi di euro attuali diventeranno …anta, e che nessuno di noi vedrà il ponte completato.

    In definitiva. Il ponte significa: tanti soldi subito alla mafia, tanto dissesto nell’area, per un'opera che forse si finirà di realizzare ma non si sa quando, e che quando sarà finita i locali non utilizzeranno, treni e camion si ma con un risparmio di tempi di percorrenza minimo e una perdita di tempo per motivi climatici mediamente molto maggiore che adesso, e che presto o tardi crollerà per motivi geologici, lasciando l’area coi problemi di prima e un relitto mostruoso tra Scilla e Cariddi in più.
    Infine, omettendo volutamente ogni valutazione paesaggistica ed ecologica, ricordo che nei secoli la distanza di mare tra le due coste è stata sempre percorsa in tempi apprezzabilmente rapidi, comunque più brevi di quelli richiesti dagli spostamenti via terra, tant'è vero che reggini e messinesi oggi parlano quasi la stessa lingua e mangiano quasi le stesse cose mentre sono culturalmente molto diversi rispettivamente dagli altri calabresi e siciliani, a dimostrazione del fatto che il mare da sempre unisce e non separa. Diremmo “spendiamoli diversamente, quei nostri soldi”, se l’assegnazione dell’appalto oramai non fosse cosa fatta, così costringendo il prossimo governo, che voglia ritirarsi dal compimento del delitto, a risarcire per miliardi gli amici della Impregilo, e gli amici degli amici….


    Mi sembra tornata d' attualità...



    Minchia medoro, ma quando ti documenti sei meglio della Treccani......


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  11. #120
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    Mi sembra tornata d' attualità...



    Minchia medoro, ma quando ti documenti sei meglio della Treccani......


    ho sentito purtroppo
    no sulla 3 coioni
    DIO esiste,ma state tranquilli,non sono IO

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