
Originariamente Scritto da
Roy Batty
“We wake up, we go out, smoke a fag, put it out, see our friends, see the sights, feel alright” comincia così la mia domenica mattina, ore 7.40, radiosveglia puntata su una radio privata, un brano dei Supergrass.
Se il buongiorno si vede dal… eccetera, eccetera. Si prospetta una giornata magnifica, in sella alle “trionfanti”, destinazione lago Maggiore, Sacro Monte di Varese. Il primo RAT ufficiale dopo la pausa estiva di Triumph Varese.
Bevo una bollente tazza di the con latte nella solitudine della casa, mentre guardo l’armatura che indosserò a breve e guardo fuori dalla finestra il cielo di fine settembre che sembra quello di un tranquillo novembre nelle campagne inglesi.
Alle otto sono in strada, passo dal centro per prendere la A8 verso Gallarate, Varese è ancora a letto; insieme a me qualche ciclista che prova il percorso dei mondiali. Il cielo è grigio alluminio ma ancora asciutto.
A Cavaria una polvere d’acqua comincia a decorare di microgocce la visiera. Ma dopo 200 metri è già tutto finito.
Io sono sicuro che uscirà il sole.
Al parcheggio trovo il pack leader Roby e Dino con la sua Bonnie del 2000. Compagnia perfetta per la prima sigaretta della giornata.
Poco dopo spunta Massimo col furgoncino Triumph. Apre la concessionaria e io mi lancio subito verso la macchinetta del caffè. All’interno c’è odore di benzina, di grasso, di acciaio, di olio, di plastiche, di pneumatici. Per Massimo è un odore normalissimo, è l’odore di tutti i giorni, del suo lavoro. Per me, di prima mattina, è un profumo fantastico. Ogni cosa ha un odore preciso e la mia Speed ha proprio quell’odore lì. È l’odore di casa sua.
Mentre guardo dalla vetrina il tempo che rimane stabile sul grigio magnesio, vedo arrivare gli altri. Unregistred, Tia 77, Davebike, Ste72, PaoloR1, Il leso, e via via il concessionario si riempie di tute antipioggia, zaini, borse e di squilli di telefono e sms di chi non viene, di chi è indeciso, di chi sta partendo, di chi va al mare in Liguria.
Ma io sono sicuro che uscirà il sole.
Ore 10.30, Roby accende la sua T309: è il segnale che si parte. E adesso la pioggia viene giù davvero, fine ma costante.
Da Gallarate il corteo trionfante marcia verso nord-ovest, passando da Mornago, Malgesso, Monvalle, tutti paesi con la M come il tempo che continua ad accompagnarci, fino a scendere sul lago nella ridente Laveno. Ma c’è poco da ridere perché la pioggia è diventata spessa e le strade sono acquitrini. Davanti a me Tia 77 solleva secchiate a raffica e l’idea di tenere aperta la visiera me la tolgo subito dalla testa. Menomale che il suo portatarga è originale e un po’ di quell’acqua se la tiene per il suo sottocoda.
Da Laveno scegliamo la strada che costeggia il lago. Gli pneumatici possono godere di una breve tregua in quei tratti d’asfalto sotto le gallerie. Poi, come d’incanto, avvicinandoci a Luino il tempo migliora. Le nuvole sono bassissime, ma la pioggia ha smesso e possiamo anche fumarci una sigaretta all’aperto prima di prendere l’aperitivo.
Forse forse uscirà il sole.
Il sole non esce, ma la sosta è utile anche per strizzare i guanti. C’è chi ha le mani nere, chi marroni, chi blu, chi addirittura, grazie all’effetto trasferello, ha impresso il logo Dainese sulla pelle.
È quasi l’una e anche se i salatini hanno tamponato la fame, gli stomaci richiedono l’attenzione. Partiamo alla volta di Velate, piccolo paesino ai piedi del Sacro Monte di Varese. Per raggiungerlo scegliamo la strada del Brinzio, una sequela di curve senza sosta che porta da circa 190 metri a 530 metri sul livello del mare. Questo è il tratto più divertente del percorso, anche perché la strada è stranamente asciutta e qualche bella piega non ce la siamo fatta negare.
Al ristorante, piccolo circolo famigliare aperto appositamente per noi, ci aspettano IrishCoffee e Gianpiero. E finalmente ci spogliamo delle tute, giacche, caschi, guanti e infiliamo i piedi sotto il tavolo.
Visto il tempo, il menu è a base di salumi misti, risotto coi funghi, arrosto con patate, caffè e grappa.
E mentre scorrono le immagini del Gran Premio, si chiacchiera allegramente sui temi più svariati: parliamo di moto, di moto e di moto. Ma anche un po’ di abbigliamento da moto.
Forse fuori pioveva o c’era il sole. Al tempo non ci pensiamo più.
E tra un argomento e l’altro si fanno le quattro del pomeriggio. Tutti in sella, si scende a far la passerella a Varese.
Potrei fermarmi qui, girare a sinistra e lasciare il gruppo: poco distante c’è casa mia. Ma preferisco prolungare il momento e accompagnare i ragazzi giù fino al lago di Varese. A Capolago supero tutti, mi affianco a Roby e lo saluto, ci stringiamo la mano in corsa. Poi mi si affianca Tia 77: stesso rito. Alla rotonda di Azzate mi fermo e lascio sfilare i ragazzi agitando la mano: un coro di clacson mi saluta.
Lo sapevo, ero sicuro che sarebbe uscito il sole. Forse non lo avete visto, era dietro la mia visiera scura.
But we are young, we run green, keep our teeth, nice and clean, see our friends, see the sights, feel alright.