Ma come? Non erano radiocomandate le MotoGP? Ah no, solo quella di Stoner... Quella che tu chiami complessità se la cibano gli ingegneri di pista. Il coraggio di affrontare le curve a 250 kmh (ed oltre) con le gomme larghe come quelle del Ciao ce lo mettevano i piloti di allora. Se Agostini dicesse una cosa del genere gli darebbero del vecchio coglione.