La coppia che spiava per Castro da 30 anni - Corriere della Sera
La coppia che spiava per Castro da 30 anni
Arrestati coniugi statunitensi agenti dell'Avana. Avevano anche incontrato Fidel
WASHINGTON – Le prime informazioni top secret le hanno trasmesse quasi 30 anni fa. Informazioni preziose passate agli agenti della Dgi, l’intelligence cubana. Una coppia di spie perfette. Walter Kendall Myers, 72 anni, ex funzionario del Dipartimento di Stato, e la moglie Gwendolyn, 71, sono stati arrestati giovedì a Washington dall’Fbi dopo un’incredibile carriera al servizio dell’Avana. Una scelta motivata dall’ammirazione profonda per la rivoluzione di Fidel Castro unita ad una strenua denuncia «dell’imperialismo americano». Per inviare e ricevere i dati i due usavano codici, programmi criptati e una radio ad onde corte, ma la tattica preferita era quella degli incontri al supermercato. Scambiavano il carrello con il loro contatto lasciando all’interno brevi note. Non si fidavano «dei maledetti telefoni» perché avevano portato alla cattura di altre spie, tra i quali la celebre Ana Belen Montes che per loro era un mito.
L'AGGANCIO - Myers, assunto con contratto a termine al Dipartimento di Stato nel 1977, è stato agganciato dai cubani l’anno dopo, in un’occasione di un viaggio all’Avana. Una visita che gli cambia la vita, perché rimane colpito dai successi del regime castrista. Anche se ammette che ci sono problemi, come la violazione dei diritti umani. Ma per Walter sono peccati minori rispetto a quello che ha creato Castro. Passano sei mesi e il funzionario riceve nella sua casa in Sud Dakota un emissario cubano che gli propone di lavorare per l’Avana. Myers accetta e coinvolge anche la moglie che ne condivide la passione per il comunismo in salsa caraibica. Walter diventa così l’agente «123», ma usa diversi nomi di copertura, come quello di Peter Herrera. A Gwendolyn assegnano due codici: «202» o «E 634».
LA CENA CON FIDEL - Per la Dgi è una pesca prodigiosa. Myers prima si occupa dell’addestramento del personale diplomatico, quindi fa carriera nella delicata sezione «Ricerca e intelligence». Una posizione che gli ha permesso di ottenere prima nell’85 e quindi nel 1999 l’autorizzazione a gestire dossier ultraconfidenziali. Rapporti che non riguardano soltanto gli Usa e il Sud America. Dal 2001 Myers passa all’ufficio analisi/intelligence riguardante i Paesi europei. E chissà cosa è riuscito a consegnare ai cubani. Sotto la perfetta copertura, i due hanno preso visione di centinaia di documenti. Un ruolo così importante che alla coppia è permesso di incontrare, nel 1995, Fidel Castro con il quale trascorrono un’intera serata: «Abbiamo conversato con l’aiuto di interprete e con noi c’era il nostro referente, Sandy». Onori ufficiali seguiti dalla consegna, nel tempo, di «molte medaglie», segni tangibili del riconoscimento per la loro missione dietro le linee. Attività che proseguono a tempo pieno fino al 2007, anno in cui il funzionario va in pensione.
LA «STANGATA» - Ma quando si è fa la spia non si smette mai e Myers continua a tenere aperti i canali con il suo ufficio. Anche se è più prudente, teme di venir scoperto, pensa che i suoi superiori al Dipartimento di Stato abbiano intuito qualcosa. E non si sbaglia. Da tre anni l’Fbi lo tiene d’occhio e prepara una «stangata». Un agente, facendosi passare per un membro dell’intelligence cubana, contatta Walter. Lui abbocca. Hanno un primo incontro, con l’uomo dell’Fbi che si conquista la fiducia dell’infiltrato. Scherza, gli fa gli auguri per il compleanno e gli regala un bel sigaro. Cubano, ovviamente. Segue un secondo meeting al quale partecipa anche la moglie. E i due prima forniscono informazioni fresche, quindi raccontano delle loro attività passate, dei codici, dei messaggi via radio, dei viaggi compiuti in Argentina, Brasile, Ecuador, Giamaica. Walter spiega che aveva fatto domanda di assunzione alla Cia ma ha poi rinunciato perché «bisogna essere bravi a mentire» per ingannare la macchina della verità e lui non si considerava abbastanza bugiardo. Per sottolineare quanto fosse cauto, Myers precisa che raramente ha portato fuori dall’ufficio i documenti. La miglior arma, afferma, è la «mia testa». Imparava a memoria quello che gli interessava, scriveva degli appunti. Durante i colloqui con il finto agente cubano si sentono a loro agio, dicono al nuovo contatto di «portare i loro saluti ed abbracciare» un certo funzionario della Dgi. Per l’Fbi è il momento di chiudere. E i Myers sono arrestati. Rischiano 20 anni di prigione.