ROMA - Niente da fare. Max Mosley aveva fatto un tentativo-offerta finale, ma è stato tutto inutile: è stata rottura nella notte tra i Grandi Team della Fota, riuniti per valutare l'offerta di cui sopra, e la Fia, la Federazione Internazionale. Le scuderie 'ribelli', al termine dell'incontro serale-notturno nel quartier generale della Renault di Enstone, vicino a Silverstone, hanno detto no all'offerta e si sono dette pronte a "incominciare la preparazione di un nuovo campionato".
Il nuovo campionato, si legge nella nota della Fota,
avrà "una governance trasparente, un regolamento unico, incoraggerà l'ingresso di nuovi partecipanti e ascolterà i desideri dei tifosi, offrendo ovunque prezzi più bassi per tutti gli spettatori in tutto il mondo, dei partner e di tutte le parti interessate".
In questo nuovo campionato, assicurano gli otto team della Fota, saranno presenti "i migliori piloti, marchi, sponsor, organizzatori e società storicamente legate al più alto livello dello sport automobilistico".
Torniamo al background. Alle scuderie "ribelli", riunite nella "famosa" Fota, era arrivata nel primo pomeriggio l'offerta finale di Mosley di alzare il budget di spesa annuale da 45 a 100 milioni per il solo 2010 (poi doveva tornare a 40). Il tutto nel tentativo, da parte del presidente della Fia, di risolvere la crisi politica e sportiva e convincerle a iscriversi al prossimo Mondiale.
I dettagli: in una lettera inviata ai team, Mosley aveva proposto di modificare le norme pubblicate per il 2010 in maniera che il cosiddetto "budget cap" variasse come detto. Il presidente della Fia aveva anche scritto di accettare la proposta delle Scuderie che il tetto di spesa fosse controllato da un sistema di "self-reporting" e che le sospette violazioni fossero esaminate da un revisore dei conti reciprocamente accettato.
Tutto inutile:
i Grandi vanno per conto loro, che i piccoli crescano se vogliono partecipare al Mondiale vero. Qui non si scherza, avanti chi può.