Il mio scatarro è lo schitto di un gabbiano:
ricopre come un velo i miei polmoni,
unge i bronchi come l'olio dell'estrema unzione,
s'insinua negli alveoli come l'acqua fra gli scogli.
Il mio scatarro sa di fumo denso nero e cieco.
Di notti insonni ed ubriache,
di donne e solitudine.
Siete solo tu ed il tuo scatarro a farvi compagnia
sulla strada del ritorno a casa.
E per tirarlo fuori sei da solo,
nessun aiuto. Nessuna macchina aspiracatarro.
Solo tu e lui.
E quando alla fine di una lunga lotta
lo vedi riverso sul marciapiede, lo rivorresti
ancora con te nella tua bocca, a traghettar
saliva da destra a sinistra.
Ma lui è lì per terra.
Assomiglia ad un piccolo cervello.
Ma è il tuo scatarro.
sono obnubilato dalla tristezza
spesso un rutto vale più di mille parole
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così.... forse bioritmo psicofisico negativo
spesso un rutto vale più di mille parole