la stanza era piccola e pulita,il banco da lavoro in lucido acciaio era posto sotto una finestrella dalla quale entrava una luce ambrata, alle pareti erano disposti in un'ordine bizzarro, ma con una segreta logica, decine di fotografie frammiste a oggetti grandi e piccoli di tutte le forme, erano prevalentemente metallici, molti ancora lucenti, altri coperti da una sottile patina d'ossido sembrava si fossero arresi al tempo.
vicino ad ogni oggetto in colore rosso c'era segnata una data ed luogo, piu in piccolo e con una scrittura vibrata e minuta un commento.
una in particolare attirò la mia attenzione, forse perchè l'oggetto vicino era più inquietante degli altri, si trattava di un lungo pezzo di metallo lucido e pesante ed assomigliava stranamente a un femore umano contorto e rotto come dopo una bruttissima caduta, rabbrividii al pensiero del dolore provato e della solitudine che resta dopo un'avvenimento cosi infausto e negativo,
la data in rosso era di qualche mese addietro, luogo passo della colla, il commento mi fece trasalire:
mamma ti giuro che non tirerò piu la seconda!
ma più che questo oggetto arcaico da lui chiamato "biella" fu la foto successiva a angosciarmi profondamente, la data era del giorno prima, il luogo massa,
l'oggetto un cerchio di metallo abbastanza grande con delle braccia che lo serravano al centro e una striscia nera e gommosa tutt'intorno, il commento mi diede pena e a tutt'ora mi risuona nella mente:
com'è possibile che mio fratello scappi in penna dalla prima alla quarta con la mia amata trascinata seco, quand'io che misi la prima mi ritrovai senza una ruota?