
Originariamente Scritto da
LadyRS
Una donna si pettina la treccia
che profuma come un fiore del mattino
si sgranchisce, lapelle si accarezza,
sotto il palmo sonora.
La mano libera i seni,
da fare invidia, tanto freschi e sodi,
nel cielo grigioazzurro s'infinggono,
scuri stradi ,i capezzoli.
Dolce riconoscendo nudità, sfiorano le dita
in solitudine, l'incavo ventre,
con una peluria da fanciulla
e una cicatrice pallida di lato.
D'un tratto,da dietro resinoso ramo,
nel proprio richiamo inflessibile,
piagnucola una voce da bambina:
"Allora, nonna,quando ce ne andiamo?".
e di colpo spunta un volto dall'ombra
di capelli gionivalmente sciolti,
e dalle rughe la dissonanza dolorosa
prorompe tradendo l'età.
Il corpo è come se volasse,
dimenticati gli anni maledetti,
il corpo si ribella,non vuole
rilevare il tradimento del volto.
Dietro un nocciolo la donna si ripara.
Sul ciglio di un dirupo sta
e si nasconde in decorose vesti
la propria giovinezza indecorosa.
E, rintanato il corpo,mi viene incontro
con gli occhi abbassati,
per aparire non vecchia,
ma donna quasi non più.
distolgo lo sguardo all'istante,
come riflettendo a cose mie,
e non dò a vedere che quel segreto conosco,
forse l'ultimo suo..............
dedicato a tutti gli over