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Risultati da 301 a 310 di 421

Discussione: A Rosarno alta tensione.

  1. #301
    Citazione Originariamente Scritto da Medoro Visualizza Messaggio
    al tg(non so di preciso ero al bar,mi pare fosse italia 1) prima hanno intervistato un signore che ha detto che ora le arance non conviene neppure tagliarle se deve pagare la manodopera e infatti lui le lasciava cadere senza raccoglierle

    Uno dei motivi forti, che ha dato inizio a tutta la scaramuccia

    Erano diventati troppi e inutili.

    Per tenere su i prezzi dell'agrume o si macerano o si lasciano sull'albero.
    E chi è che muove tutte queste decisioni strategiche la?

    shh non si dice...

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  3. #302
    TCP Rider Senior L'avatar di corra
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    Citazione Originariamente Scritto da D74 Visualizza Messaggio
    idem dall'altra parte....
    hai la bilancia un pò starata
    mejo le braghe rote sul cul che el cul rot sule braghe
    http://www.forumtriumphchepassione.c...olo-amico.html

  4. #303
    TCP Rider Senior L'avatar di votalele
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    Citazione Originariamente Scritto da kkk Visualizza Messaggio
    Io non mi offendo. Il fatto è che nemmeno a sinistra credo ci sia qualcuno sano di mente favorevole ad una immigrazione indiscriminata e senza regole.

    La differenza tra quel che vorrei fare io e quel che fa la destra di governo, sempre che al governo ci sia una destra, è che io lo farei DAVVERO, non farei solo proclami utili a fini elettorali. Il problema della Bossi - Fini sta proprio qui, è una legge incompleta perchè affronta il problema immigrazione solo da un punto di vista burocratico - di ordine pubblico e perdipiù è largamente inattuata.

    Hai centrato il punto....



    Citazione Originariamente Scritto da VampirellaRossa Visualizza Messaggio
    non sarà proprio così...e vedrai se non ho ragione....



    ma daiiiiiiii!!avevo messo le faccine....non volevo offenderti....ho detto solo che sei un po' soft e ti vedevo bene da politicante...



    mi leggi SEMPRE nel pensiero...e mi anticipi...



    assolutamente....solo che se noti...molte idee(anche buone) vengono contestate solo perche ' provengono dalla destra...è questo che mi fa incazzare....far passare la correttezza e la disciplina dell'immigrazione per razzismo...


    Beh se l'idea prevalente della destra è risbattiamoli in mare.....


    questo non è risolvere i problemi: è crearli.
    Sono vietati messaggi xenofobi, estremistici, offensivi o diffamatori verso: persone di orientamento politico o sessuale diversi dal vostro, le istituzioni, le religioni, comunità, stati, popoli o enti di qualsiasi tipo.La Black Orange

  5. #304
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    Citazione Originariamente Scritto da corra Visualizza Messaggio
    hai la bilancia un pò starata
    non credo, se una cosa mi pare sensata e giusta mi va bene che sia proposta di qui o di là....

    non ho partito preso come aimè spesso vedo
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  6. #305
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    “Generalmente sono di piccola statura e di pelle scura. Non amano l’acqua, molti di loro puzzano perché tengono lo stesso vestito per molte settimane. Si costruiscono baracche di legno ed alluminio nelle periferie delle città dove vivono, vicini gli uni agli altri. Quando riescono ad avvicinarsi al centro affittano a caro prezzo appartamenti fatiscenti. Si presentano di solito in due e cercano una stanza con uso di cucina. Dopo pochi giorni diventano quattro, sei, dieci. Tra loro parlano lingue a noi incomprensibili, probabilmente antichi dialetti. Molti bambini vengono utilizzati per chiedere l’elemosina ma sovente davanti alle chiese donne vestite di scuro e uomini quasi sempre anziani invocano pietà, con toni lamentosi e petulanti. Fanno molti figli che faticano a mantenere e sono assai uniti tra di loro. Dicono che siano dediti al furto e, se ostacolati, violenti. Le nostre donne li evitano non solo perché poco attraenti e selvatici ma perché si è diffusa la voce di alcuni stupri consumati dopo agguati in strade periferiche quando le donne tornano dal lavoro. I nostri governanti hanno aperto troppo gli ingressi alle frontiere ma, soprattutto, non hanno saputo selezionare tra coloro che entrano nel nostro paese per lavorare e quelli che pensano di vivere di espedienti o, addirittura, attività criminali". "Propongo che si privilegino i veneti e i lombardi, tardi di comprendonio e ignoranti ma disposti più di altri a lavorare. Si adattano ad abitazioni che gli americani rifiutano purchè le famiglie rimangano unite e non contestano il salario. Gli altri, quelli ai quali è riferita gran parte di questa prima relazione, provengono dal sud dell’Italia. Vi invito a controllare i documenti di provenienza e a rimpatriare i più. La nostra sicurezza deve essere la prima preoccupazione".

    Da una relazione dell’Ispettorato per l’Immigrazione del Congresso americano sugli immigrati italiani negli Stati Uniti, Ottobre 1912.

    Non ci andava meglio in Svizzera, negli anni ’70 con i leader che scrivevano: “Le mogli e i bambini degli immigrati? Sono braccia morte che pesano sulle nostre spalle. Che minacciano nello spettro d’una congiuntura lo stesso benessere dei cittadini. Dobbiamo liberarci del fardello». «Dobbiamo respingere dalla nostra comunità quegli immigrati che abbiamo chiamato per i lavori più umili e che nel giro di pochi anni, o di una generazione, dopo il primo smarrimento, si guardano attorno e migliorano la loro posizione sociale. Scalano i posti più comodi, studiano, s’ingegnano: mettono addirittura in crisi la tranquillità dell’operaio svizzero medio, che resta inchiodato al suo sgabello con davanti, magari in poltrona, l’ex guitto italiano».

    In quegli anni – ieri rispetto alla Storia - in Svizzera c’erano circa 30.000 bambini italiani clandestini, portati di nascosto dai genitori siciliani e veneti, calabresi e lombardi, a dispetto delle rigorose leggi elvetiche contro i ricongiungimenti familiari, genitori terrorizzati dalle denunce dei vicini che raccomandavano perciò ai loro bambini: non fare rumore, non ridere, non giocare, non piangere.

    Prima degli anni ’50 gli italiani andavano a Bucarest per lavorare nelle fabbriche e nelle miniere e alla scadenza del permesso di soggiorno restavano in Romania, clandestini. Nel 1942 il Ministro dell’Interno fu costretto ad inviare a tutti i Questori una circolare con la quale li si invitava a non far espatriare gli italiani in Romania.

    In India, nel 1893, il console italiano scriveva a Roma per dire che in quella città tutti quelli che sfruttavano la prostituzione venivano chiamati “italiani”.

    Tra la prima e la seconda guerra mondiale molti italiani andavano in America con passaporti falsi o biglietti inviati da pseudo parenti italo americani. In realtà una volta sbarcati li attendevano turni di lavoro massacranti perché ripagassero, senza stipendio, il costo di quel viaggio della speranza.

    Non sono aneddoti. E’ storia, tratta dalla Mostra “Tracce dell’emigrazione parmense e italiana fra il XVI e XX secolo” (Parma, 15 aprile 2009).

    Gian Antonio Stella, nel suo bellissimo libro “Quando gli albanesi eravamo noi”, ci ricorda che “….Quando si parla d’immigrazione italiana si pensa solo agli ’zii d’America’, arricchiti e vincenti, ma nessuno vuole sapere che la percentuale di analfabeti tra gli italiani immigrati nel 1910 negli USA era del 71% o che gli italiani costituivano la maggioranza degli stranieri arrestati per omicidio” o ancora che il primo attentato nella storia con un’auto imbottita di esplosivo è stato fatto a New York, non da terroristi ma da criminali italiani contro una banda avversaria.

    Forse ci ricordano che la nostra Terra gira, gira velocemente nello spazio e nel tempo creando nuovi ricchi ed ammassando nuovi poveri. I ruoli si invertono ma i clandestini restano anche se hanno un colore diverso. Fuggono da Paesi in cui l’unica prospettiva è morire per fame o morire per guerre volute da altri. Ed allora questa gente può solo correre, correre, correre impazzita verso il nord, verso il mediterraneo, verso quelli che credono essere orizzonti migliori.



    non so da dove sia preso,me l'ha mandato via mail mia sorella
    DIO esiste,ma state tranquilli,non sono IO

  7. #306
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    Citazione Originariamente Scritto da Medoro Visualizza Messaggio
    “Generalmente sono di piccola statura e di pelle scura. Non amano l’acqua, molti di loro puzzano perché tengono lo stesso vestito per molte settimane. Si costruiscono baracche di legno ed alluminio nelle periferie delle città dove vivono, vicini gli uni agli altri. Quando riescono ad avvicinarsi al centro affittano a caro prezzo appartamenti fatiscenti. Si presentano di solito in due e cercano una stanza con uso di cucina. Dopo pochi giorni diventano quattro, sei, dieci. Tra loro parlano lingue a noi incomprensibili, probabilmente antichi dialetti. Molti bambini vengono utilizzati per chiedere l’elemosina ma sovente davanti alle chiese donne vestite di scuro e uomini quasi sempre anziani invocano pietà, con toni lamentosi e petulanti. Fanno molti figli che faticano a mantenere e sono assai uniti tra di loro. Dicono che siano dediti al furto e, se ostacolati, violenti. Le nostre donne li evitano non solo perché poco attraenti e selvatici ma perché si è diffusa la voce di alcuni stupri consumati dopo agguati in strade periferiche quando le donne tornano dal lavoro. I nostri governanti hanno aperto troppo gli ingressi alle frontiere ma, soprattutto, non hanno saputo selezionare tra coloro che entrano nel nostro paese per lavorare e quelli che pensano di vivere di espedienti o, addirittura, attività criminali". "Propongo che si privilegino i veneti e i lombardi, tardi di comprendonio e ignoranti ma disposti più di altri a lavorare. Si adattano ad abitazioni che gli americani rifiutano purchè le famiglie rimangano unite e non contestano il salario. Gli altri, quelli ai quali è riferita gran parte di questa prima relazione, provengono dal sud dell’Italia. Vi invito a controllare i documenti di provenienza e a rimpatriare i più. La nostra sicurezza deve essere la prima preoccupazione".

    Da una relazione dell’Ispettorato per l’Immigrazione del Congresso americano sugli immigrati italiani negli Stati Uniti, Ottobre 1912.

    Non ci andava meglio in Svizzera, negli anni ’70 con i leader che scrivevano: “Le mogli e i bambini degli immigrati? Sono braccia morte che pesano sulle nostre spalle. Che minacciano nello spettro d’una congiuntura lo stesso benessere dei cittadini. Dobbiamo liberarci del fardello». «Dobbiamo respingere dalla nostra comunità quegli immigrati che abbiamo chiamato per i lavori più umili e che nel giro di pochi anni, o di una generazione, dopo il primo smarrimento, si guardano attorno e migliorano la loro posizione sociale. Scalano i posti più comodi, studiano, s’ingegnano: mettono addirittura in crisi la tranquillità dell’operaio svizzero medio, che resta inchiodato al suo sgabello con davanti, magari in poltrona, l’ex guitto italiano».

    In quegli anni – ieri rispetto alla Storia - in Svizzera c’erano circa 30.000 bambini italiani clandestini, portati di nascosto dai genitori siciliani e veneti, calabresi e lombardi, a dispetto delle rigorose leggi elvetiche contro i ricongiungimenti familiari, genitori terrorizzati dalle denunce dei vicini che raccomandavano perciò ai loro bambini: non fare rumore, non ridere, non giocare, non piangere.

    Prima degli anni ’50 gli italiani andavano a Bucarest per lavorare nelle fabbriche e nelle miniere e alla scadenza del permesso di soggiorno restavano in Romania, clandestini. Nel 1942 il Ministro dell’Interno fu costretto ad inviare a tutti i Questori una circolare con la quale li si invitava a non far espatriare gli italiani in Romania.

    In India, nel 1893, il console italiano scriveva a Roma per dire che in quella città tutti quelli che sfruttavano la prostituzione venivano chiamati “italiani”.

    Tra la prima e la seconda guerra mondiale molti italiani andavano in America con passaporti falsi o biglietti inviati da pseudo parenti italo americani. In realtà una volta sbarcati li attendevano turni di lavoro massacranti perché ripagassero, senza stipendio, il costo di quel viaggio della speranza.

    Non sono aneddoti. E’ storia, tratta dalla Mostra “Tracce dell’emigrazione parmense e italiana fra il XVI e XX secolo” (Parma, 15 aprile 2009).

    Gian Antonio Stella, nel suo bellissimo libro “Quando gli albanesi eravamo noi”, ci ricorda che “….Quando si parla d’immigrazione italiana si pensa solo agli ’zii d’America’, arricchiti e vincenti, ma nessuno vuole sapere che la percentuale di analfabeti tra gli italiani immigrati nel 1910 negli USA era del 71% o che gli italiani costituivano la maggioranza degli stranieri arrestati per omicidio” o ancora che il primo attentato nella storia con un’auto imbottita di esplosivo è stato fatto a New York, non da terroristi ma da criminali italiani contro una banda avversaria.

    Forse ci ricordano che la nostra Terra gira, gira velocemente nello spazio e nel tempo creando nuovi ricchi ed ammassando nuovi poveri. I ruoli si invertono ma i clandestini restano anche se hanno un colore diverso. Fuggono da Paesi in cui l’unica prospettiva è morire per fame o morire per guerre volute da altri. Ed allora questa gente può solo correre, correre, correre impazzita verso il nord, verso il mediterraneo, verso quelli che credono essere orizzonti migliori.



    non so da dove sia preso,me l'ha mandato via mail mia sorella
    già....ma si fa presto a dimenticare....

    io ho la fortuna di avere mio zio che emigrante da molto poi rientrato in Italia il culo se l'è fatto....le umiliazioni in Belgio e Inghilterra se l'è prese....in miniera a rischiare la pelle c'è andato....

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  8. #307
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    “Generalmente sono di piccola statura e di pelle scura. Non amano l’acqua, molti di loro puzzano perché tengono lo stesso vestito per molte settimane. Si costruiscono baracche di legno ed alluminio nelle periferie delle città dove vivono, vicini gli uni agli altri. Quando riescono ad avvicinarsi al centro affittano a caro prezzo appartamenti fatiscenti. Si presentano di solito in due e cercano una stanza con uso di cucina. Dopo pochi giorni diventano quattro, sei, dieci. Tra loro parlano lingue a noi incomprensibili, probabilmente antichi dialetti. Molti bambini vengono utilizzati per chiedere l’elemosina ma sovente davanti alle chiese donne vestite di scuro e uomini quasi sempre anziani invocano pietà, con toni lamentosi e petulanti. Fanno molti figli che faticano a mantenere e sono assai uniti tra di loro. Dicono che siano dediti al furto e, se ostacolati, violenti. Le nostre donne li evitano non solo perché poco attraenti e selvatici ma perché si è diffusa la voce di alcuni stupri consumati dopo agguati in strade periferiche quando le donne tornano dal lavoro. I nostri governanti hanno aperto troppo gli ingressi alle frontiere ma, soprattutto, non hanno saputo selezionare tra coloro che entrano nel nostro paese per lavorare e quelli che pensano di vivere di espedienti o, addirittura, attività criminali". "Propongo che si privilegino i veneti e i lombardi, tardi di comprendonio e ignoranti ma disposti più di altri a lavorare. Si adattano ad abitazioni che gli americani rifiutano purchè le famiglie rimangano unite e non contestano il salario. Gli altri, quelli ai quali è riferita gran parte di questa prima relazione, provengono dal sud dell’Italia. Vi invito a controllare i documenti di provenienza e a rimpatriare i più. La nostra sicurezza deve essere la prima preoccupazione".

    Da una relazione dell’Ispettorato per l’Immigrazione del Congresso americano sugli immigrati italiani negli Stati Uniti, Ottobre 1912.

    Non ci andava meglio in Svizzera, negli anni ’70 con i leader che scrivevano: “Le mogli e i bambini degli immigrati? Sono braccia morte che pesano sulle nostre spalle. Che minacciano nello spettro d’una congiuntura lo stesso benessere dei cittadini. Dobbiamo liberarci del fardello». «Dobbiamo respingere dalla nostra comunità quegli immigrati che abbiamo chiamato per i lavori più umili e che nel giro di pochi anni, o di una generazione, dopo il primo smarrimento, si guardano attorno e migliorano la loro posizione sociale. Scalano i posti più comodi, studiano, s’ingegnano: mettono addirittura in crisi la tranquillità dell’operaio svizzero medio, che resta inchiodato al suo sgabello con davanti, magari in poltrona, l’ex guitto italiano».

    In quegli anni – ieri rispetto alla Storia - in Svizzera c’erano circa 30.000 bambini italiani clandestini, portati di nascosto dai genitori siciliani e veneti, calabresi e lombardi, a dispetto delle rigorose leggi elvetiche contro i ricongiungimenti familiari, genitori terrorizzati dalle denunce dei vicini che raccomandavano perciò ai loro bambini: non fare rumore, non ridere, non giocare, non piangere.

    Prima degli anni ’50 gli italiani andavano a Bucarest per lavorare nelle fabbriche e nelle miniere e alla scadenza del permesso di soggiorno restavano in Romania, clandestini. Nel 1942 il Ministro dell’Interno fu costretto ad inviare a tutti i Questori una circolare con la quale li si invitava a non far espatriare gli italiani in Romania.

    In India, nel 1893, il console italiano scriveva a Roma per dire che in quella città tutti quelli che sfruttavano la prostituzione venivano chiamati “italiani”.

    Tra la prima e la seconda guerra mondiale molti italiani andavano in America con passaporti falsi o biglietti inviati da pseudo parenti italo americani. In realtà una volta sbarcati li attendevano turni di lavoro massacranti perché ripagassero, senza stipendio, il costo di quel viaggio della speranza.

    Non sono aneddoti. E’ storia, tratta dalla Mostra “Tracce dell’emigrazione parmense e italiana fra il XVI e XX secolo” (Parma, 15 aprile 2009).

    Gian Antonio Stella, nel suo bellissimo libro “Quando gli albanesi eravamo noi”, ci ricorda che “….Quando si parla d’immigrazione italiana si pensa solo agli ’zii d’America’, arricchiti e vincenti, ma nessuno vuole sapere che la percentuale di analfabeti tra gli italiani immigrati nel 1910 negli USA era del 71% o che gli italiani costituivano la maggioranza degli stranieri arrestati per omicidio” o ancora che il primo attentato nella storia con un’auto imbottita di esplosivo è stato fatto a New York, non da terroristi ma da criminali italiani contro una banda avversaria.

    Forse ci ricordano che la nostra Terra gira, gira velocemente nello spazio e nel tempo creando nuovi ricchi ed ammassando nuovi poveri. I ruoli si invertono ma i clandestini restano anche se hanno un colore diverso. Fuggono da Paesi in cui l’unica prospettiva è morire per fame o morire per guerre volute da altri. Ed allora questa gente può solo correre, correre, correre impazzita verso il nord, verso il mediterraneo, verso quelli che credono essere orizzonti migliori.



    non so da dove sia preso,me l'ha mandato via mail mia sorella
    L'articolo originale è comparso su RaiNews24, la mail che gira è stata manipolata nel testo per renderla + d'effetto! Qui ci sono gli approfondimenti del caso.

    anibufala


    Rainews24 cita come fonte del testo il giornalista e conduttore televisivo Andrea Sarubbi, che in effetti il 20 aprile 2009 ha pubblicato un articolo che riporta la medesima citazione, ma con differenze importanti rispetto alla versione circolante via mail e soprattutto rispetto a quella citata da Rainews24.

    Infatti rispetto alla versione che gira come e-mail certe parole sono state cambiate, senza però alterare significativamente il senso delle frasi, mentre la versione di Rainews24 aggiunge tutto il paragrafo finale di raccomandazioni a proposito di veneti e lombardi. Inoltre entrambe le versioni portano una diversa datazione della fonte, che secondo Rainews24 e Sarubbi è un documento del 1912, non del 1919.

    A seguito della diffusione della citazione nel Web, Sarubbi ha pubblicato una precisazione: non ha tratto la citazione direttamente dal documento statunitense originale (la sua frase “[h]o tra le mani un documento dell’ispettorato sull’immigrazione” non è quindi letterale), ma da una fonte italiana: “un articolo pubblicato circa un anno fa sul giornale “Il Verona”, dall’avvocato Guarienti, che trovate qui.”

    A sua volta, Guarienti l’ha trovata “in un libro, più di un anno fa”. Il libro, però, non è indicato: per cui non si sa di preciso da dove provenga la citazione. L’avvocato “si è detto disponibile a ricercarla di nuovo”. La versione di Guarienti è sostanzialmente uguale a quella di Rainews24 e indica come fonte “una relazione dell’ispettorato per l’immigrazione del Congresso Americano, ottobre 1912″.

    Siamo di fronte, insomma, a una citazione almeno di terza mano di cui non si sa, per ora, la fonte intermedia. Oltretutto c’è di mezzo una traduzione, visto che presumibilmente l’ispettorato USA non si esprimeva nella lingua di Dante.
    Ultima modifica di giampippi; 11/01/2010 alle 21:44

  9. #308
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    Citazione Originariamente Scritto da giampippi Visualizza Messaggio
    L'articolo originale è comparso su RaiNews24, la mail che gira è stata manipolata nel testo per renderla + d'effetto! Qui ci sono gli approfondimenti del caso.

    anibufala


    Rainews24 cita come fonte del testo il giornalista e conduttore televisivo Andrea Sarubbi, che in effetti il 20 aprile 2009 ha pubblicato un articolo che riporta la medesima citazione, ma con differenze importanti rispetto alla versione circolante via mail e soprattutto rispetto a quella citata da Rainews24.

    Infatti rispetto alla versione che gira come e-mail certe parole sono state cambiate, senza però alterare significativamente il senso delle frasi, mentre la versione di Rainews24 aggiunge tutto il paragrafo finale di raccomandazioni a proposito di veneti e lombardi. Inoltre entrambe le versioni portano una diversa datazione della fonte, che secondo Rainews24 e Sarubbi è un documento del 1912, non del 1919.

    A seguito della diffusione della citazione nel Web, Sarubbi ha pubblicato una precisazione: non ha tratto la citazione direttamente dal documento statunitense originale (la sua frase “[h]o tra le mani un documento dell’ispettorato sull’immigrazione” non è quindi letterale), ma da una fonte italiana: “un articolo pubblicato circa un anno fa sul giornale “Il Verona”, dall’avvocato Guarienti, che trovate qui.”

    A sua volta, Guarienti l’ha trovata “in un libro, più di un anno fa”. Il libro, però, non è indicato: per cui non si sa di preciso da dove provenga la citazione. L’avvocato “si è detto disponibile a ricercarla di nuovo”. La versione di Guarienti è sostanzialmente uguale a quella di Rainews24 e indica come fonte “una relazione dell’ispettorato per l’immigrazione del Congresso Americano, ottobre 1912″.

    Siamo di fronte, insomma, a una citazione almeno di terza mano di cui non si sa, per ora, la fonte intermedia. Oltretutto c’è di mezzo una traduzione, visto che presumibilmente l’ispettorato USA non si esprimeva nella lingua di Dante.
    Allora te la posso dare io una notizia di prima mano. Sono stato a visitare Ellis Island che gli americani hanno trasformato in un museo dell'immigrazione.
    Oltre al fatto che sarebbe consigliabilissima una visita a tutti , tra i documenti fonografici c'era la testimonianza di un medico che , tra le altre cose, dichiarava (in inglese) che si usava il DDT su quei poveracci appena sbarcati. Non mi dilungo perchè ci sarebbe da scrivere un libro su Ellis Island
    tre passi avanti uno indietro per umiltà

  10. #309
    TCP Rider L'avatar di giampippi
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    Citazione Originariamente Scritto da Luigi Visualizza Messaggio
    Allora te la posso dare io una notizia di prima mano. Sono stato a visitare Ellis Island che gli americani hanno trasformato in un museo dell'immigrazione.
    Oltre al fatto che sarebbe consigliabilissima una visita a tutti , tra i documenti fonografici c'era la testimonianza di un medico che , tra le altre cose, dichiarava (in inglese) che si usava il DDT su quei poveracci appena sbarcati. Non mi dilungo perchè ci sarebbe da scrivere un libro su Ellis Island
    Guarda, nulla da eccepire su ciò che tu dici luigi, ho solo puntualizzato sull'articolo pubblicato da Medo, in quanto si chiedeva lui stesso la fonte! Normale servizio, tutto qua!
    Caricalo da qualche parte che ce lo ascoltiamo volentieri!

    PS: Per chi non lo sapesse il DDT non era un tipo di bastone americano!


    Ultima modifica di giampippi; 11/01/2010 alle 23:12

  11. #310
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    Citazione Originariamente Scritto da giampippi Visualizza Messaggio
    Guarda, nulla da eccepire su ciò che tu dici luigi, ho solo puntualizzato sull'articolo pubblicato da Medo, in quanto si chiedeva lui stesso la fonte! Normale servizio, tutto qua!
    Caricalo da qualche parte che ce lo ascoltiamo volentieri!
    Ma infatti il mio intervento oltre non volere essere polemico non era nemmeno diretto a te in particolare , volevo solo dire che di queste cose ne ho avuta testimonianza (quasi) diretta.
    Non so se la registrazione si trova su internet, io l'ho ascoltato sul posto. Su internet inserendo su google "Ellis Island" ci sono centinaia di siti per chi volesse approfondire oltre a quello ufficiale. Ti ripeto, io ci sono stato di persona ed è stata una esperienza che consiglierei a tutti, ma proprio a tutti.
    tre passi avanti uno indietro per umiltà

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