Personalmente, anche negli anni 70, non sono riuscito ad esserlo.
Non ho mai amato il livellamento degli esseri umani ... lo trovo poco dignitoso e la dignità l'ho spesso messa in prima fila, davanti ad altri valori. Ritengo comunque che il comunismo, dal punto di vista teorico, non é mai stato messo in pratica. È stato sfruttato dai paesi che l'hanno usato come specchietto per le allodole nei confronti del popolo, esattamente come ancora oggi succede a Cuba o in Cina, ma senza mai che fosse messo in pratica. Il popolo, per Marx, doveva essere al centro del potere, il proletariato avrebbe dovuto avere un'influenza determinante sul potere, al contrario questi sono stati carcerati se non uccisi, qualora hanno manifestato una loro idea che dissentisse dal potere vigente. Non é di comunismo che sono morte migliaia e migliaia di persone, é di comunismo reale, di dittatura che sono periti.
Detto questo, sono felice che il comunismo non sia più al centro delle politiche di sinistra, sono altrettanto infelice che lo sia il capitalismo e tutti i suoi derivati ...![]()
Ultima modifica di natan; 01/05/2010 alle 20:03
Le verre est un liquide lent
condivido la tua disamina.
Ho letto i "testi sacri" e le più importanti teorie non sono state perseguite.
Però certe rivoluzioni (finite come hai descritto) erano nate secondo il dettame di "una Società vecchia gravida di una nuova".
Solo per completezza del dibattito.![]()
Sono d'accordo, ma sul livellamento bisognerebbe chiarire che questo in linea teorica si riferisce al fatto che tutti gli uomini debbono essere uguali nella dignità, indipendentemente dalle mansioni che svolgono e in una società comunista ideale e teorica in cui non può esservi sfruttamento in quanto i beni di produzione appartengono alla collettività e in cui non esiste il plus valore, il cosiddetto livellamento diventa assolutamente naturale e questo permette all'uomo in assoluta libertà di seguire le proprie inclinazioni secondo le prorpie capacità e non per accumulare denaro.
Questo torno a dire in linea teorica, in linea pratica è tutto un altro discorso e allora bisogna prendere atto che la teoria non funziona, nemmeno in quei casi allucinanti in cui dittatori comunisti, per es. Pol Pot, hanno cercato di creare "l'uomo nuovo".
Sul perchè la teoria non funzioni vi sono anche a questo riguardo diverse teorie e penso che ognuno che si ponga il problema ne abbia elaborata una.
Comunemente si crede che il cosiddetto "socialismo reale" sia fallito a causa di una sorta di "corruzione" del sistema nel passaggio dalla teoria alla pratica... in realtà anche la parte teorica, in particolare la parte economica, non funziona... ovvero non funziona una economia propriamente detta, basata sulla proprietà pubblica dei mezzi di produzione... o meglio funziona, come ha funzionato per 70 anni in URSS soltanto se allo sfruttamento da parte del capitale si sostituisce lo sfruttamento da parte dello stato.
Probabilmente non è mai stato messo in pratica per...pratica impossibilità: di fatto, spingendo il materialismo verso una dimensione di bigottismo (materialismo dialettico), imponendo una dittatura (seppur del proletariato), limitando la visione ad un antropocentrismo assurdo (ed a sua volta limitato ulteriormente = operaismo), non concependo il concetto di individuo, carletto e seguaci si sono comportati né più, né meno, come dei teocrati, o, meglio, ierocrati. E da una religione non ci si può aspettare che miseria e sofferenza (tranne per i capitalisti, che ancor oggi ringraziano...bastardi...).
Ecco, questa è un'altra teoria con la quale sono più d'accordo rispetto a quella formulata da kkk, perchè mette al centro del fallimento l'uomo. Del resto tutto il dibattito in seno alla sinistra dal 68 in poi, con il ripudio da parte di molti gruppi a sinistra del pci del ruolo guida indiscusso dell'urss, è stato proprio sulla realizzazione del marxismo e del perchè della sua difficoltà ad essere messo in atto.
Anche il pci ovviamente fu coinvolto in questo dibattito tanto che Berlinguer abbandonò il concetto di dittatura del proletraiato e parlò di egemonia della classe operaia.