
Originariamente Scritto da
alessandro2804
7 settembre Corriere della Sera
"Destra moderna o Lega Sud? " di A. Panebianco (Corriere della Sera)
Nell’origine delle cose si può leggere anche la loro fine. Ufficializzando la rottura con Berlusconi e la nascita di Futuro e Libertà, Gianfranco Fini ha chiuso con una esperienza, quella del Popolo della Libertà, cui aveva aderito, a ridosso delle elezioni passate, non per intima convinzione ma perché costretto dal diktat dell’attuale premier.
un diktat liberale ?
Banalmente, non si può stare a lungo dentro un partito
carismatico se si detesta (personalmente e politicamente) il capo di quel partito e se si è detestati (personalmente e politicamente) da lui.
Responsabilita' almeno pari , quindi: se berlusconi detestava fini, perche' lo ha voluto nel partito?
Fini ha fatto un discorso di respiro, come devono essere i discorsi fondativi di nuove formazioni politiche. Ma non ha rinunciato a qualche tatticismo. Come altri hanno già osservato, si è lasciato aperte tutte le strade, dal patto di legislatura (nella cui praticabilità credono in pochi) all’interruzione, entro qualche mese, di questa esperienza di governo. Ha negato con forza una sua disponibilità a fare ribaltoni, a uscire dal perimetro del centrodestra, ma ha anche offerto una sponda a quella parte di opposizione che, prima di andare a nuove elezioni, spera di cambiare la legge elettorale.
e' un discorso nel quale si chiarisce un dissenso: che un dissenso dia sponda all'opposizione e' evidente: solo il consenso non ne da , ma che si pretendeva da fini in quel discorso: il consenso ?
Nel discorso di Fini c’erano molte cose, anche fra loro piuttosto eterogenee. Alcune, già presenti nel programma originario del Pdl e poi abbandonate per strada (dalle liberalizzazioni alla abolizione delle province alla privatizzazione delle municipalizzate), corrispondono a temi molto popolari presso l’elettorato di centrodestra, anche se, significativamente, indigesti per la Lega.
c'e' da chiedersi allora perche' questo patto elettorale con la lega, perche' la lega abbia firmato un programma con cose indigeste, e perche', a fronte della rinuncia firmata lega a quelle parti del programma, il cavaliere non abbia ritenuto di fiatare
Altre (questione dell’immigrazione) erano direttamente finalizzate a ribadire quanto ormai sia grande la distanza che separa Fini dal partito di Bossi.
credo che sull'immigrazione le posizioni del partito di bossi siano non solo anacronistiche e miopi, ma anche al di la delle grida pre-elettorali, piene di differenti sfumature, ma questa e' una mia opinione personale,e quindi conta assai poco, ma e' evidente che la contrapposizione e' fra fini e bossi, e il povero cavaliere sta cercando il modo di mediare, anche per salvarsi le terga, che senza i voti di uno dei 2, sarebbero a rischio maggiore di quanto non siano ora
Altre cose ancora servivano a recuperare aspetti di una antica identità (l’omaggio a Almirante, a Tremaglia e a Tatarella) che, oltre a piacere a una parte dei militanti, potranno rivelarsi preziosi al momento della prova elettorale. È infatti possibile che alle prossime elezioni, tenuto conto della vischiosità dei comportamenti elettorali, Futuro e Libertà si trovi a prendere la maggioranza dei suoi voti nel vecchio bacino dell’Msi (Lazio, Campania, Sicilia, eccetera).
se non bastassero i dossier, ricordiamo che e' anche un fascista, ma facciamolo ora, che se ne va: fino ad ora, nel partito liberale dell'amore ci stava, ancorche' antipatico al capo (vedi punto 1) benissimo
Altre cose, infine (giustizia) servivano a ribadire le ragioni della definitiva consumazione del rapporto con Berlusconi e Forza Italia.
non e' forse vero?
Sono rimasti, o così sembra a chi scrive, non del tutto chiariti nel discorso di Fini alcuni aspetti cruciali.
Sarebbe utile se il presidente Fini volesse precisare meglio il suo pensiero. Il primo è un tema forse importante più sul piano dell’identità che su quello pratico.
ma perche' non parliamo di cose pratiche, che sono quelle che interessano al popolo italiano e non solo, come quelle di lana parecchio caprina che di seguito si enunciano, di questioni ideologiche o politiche senza alcun futuro, come spiegato piu' sotto circa le questioni costituzionali?
Non si capisce bene cosa farà Futuro e Libertà sulle questioni costituzionali. La destra berlusconiana, quella stessa destra di cui Fini è stato sodale per sedici anni, dal ’94 ad oggi, ha sempre suscitato formidabili resistenze a sinistra a causa della sua piattaforma (in senso tecnico) rivoluzionaria o revisionista. In sostanza, quella destra (anche Fini fino a poco tempo fa) non condivide l’impianto della Costituzione del ’48 e propugna (senza riuscire a realizzarli) radicali cambiamenti costituzionali: da qualche forma di presidenzialismo o premierato a mutamenti in profondità (separazione delle carriere dei magistrati, riforma del Csm) dell’ordinamento giudiziario.
non credo che, mettiamoci nei suoi panni, darebbe ancor piu' armi in mano a chi ritiene che governare sia comandare.........magari piu' avanti.....credo che berlusconi e i berlusconiani si siano resi conto che, ironia della politica, il maggiore ostacolo all'affermazione delle idee berlusconiane sia berlusconi stesso.............giusto o sbagliato che sia, ma pare che il culto della persona superi in importanza quello delle idee
Nel suo
discorso di Mirabello, ma anche in certi suoi interventi precedenti, Fini ha dato la sensazione di avere totalmente abbandonato le istanze revisioniste (anche le sue battute sul Parlamento ridotto a dipendenza dell’esecutivo sembrano andare in quella direzione).
nemmeno nei premierati o nelle repubbliche presidenziali il parlamento e' una dipendenza dell'esecutivo, a quanto mi consta.......qui si gioca sulle parole, ma e' berlusconi che ha parlato di perdita di tempo e impossibilita' a governare , relativamente alla barbara usanza delle discussioni e delle votazioni..............l'ostruzionismo in aula lo e' , ma mi pare che ci siano mezzi (e che siano stati usati, quando interessava) per superarlo.
Antiberlusconismo a parte, questo congedo dal revisionismo costituzionale è forse ciò che più ha accreditato Fini presso la sinistra e, più in generale, presso tutti coloro che nella Costituzione così come è vedono un argine contro il «cesarismo» in generale, e quello berlusconiano in particolare. È corretta questa lettura? Futuro e Libertà sarà un partito totalmente «rappacificato» con la Costituzione del ’48?
Come dicevo, il tema non è tanto importante dal punto di vista pratico (le riforme costituzionali, ormai è accertato, non si possono fare) ma lo è sul piano identitario.
ed ecco la lana caprina
Anche la battuta di Fini sulla legge elettorale da cambiare non aiuta.
Dire che si può scegliere fra l’uninominale e la reintroduzione delle preferenze è forse politicamente furbo (si strizza l’occhio all’opposizione) ma non serve a chiarire. Alla fin fine, come Fini sa, chi vuole l’uninominale pensa a un tipo di democrazia completamente diversa da quella di chi vuole la proporzionale con le preferenze (e, con essa, secondo un’antica formula non propriamente di destra, la «centralità del Parlamento»).
Mi domando che tipo di democrazia desiderano berlusconi e bossi (forse non la stessa), ma la risposta credo potrebbe preoccuparmi un po'..............credo che sia il momento di fare una profonda discussione circa non solo il tipo di auto (di democrazia, o meglio, forma di governo)che vogliamo, ma anche che tipo di strada (quale paese pensiamo di essere fra 10 anni) ci vogliamo fare, e, in questo senso, pur con le note polemiche dettate dalle circostanze, ben venga fini e un suo partito se vorranno avere la compiacenza di parlare dei problemi reali del paese e suggerire delle soluzioni.
Il
secondo tema riguarda il federalismo. Fini, va detto a suo merito, non ha eluso del tutto il problema. Ha riconosciuto che se, nella distribuzione delle risorse, si abbandona il criterio della spesa storica per passare a quello dei costi standard (architrave della riforma detta del federalismo fiscale) il Sud dovrà cambiare tanto del suo modo di usare le risorse pubbliche. Ma poi ha subito annacquato l’affermazione evocando il «federalismo solidale». Ma, come Fini sa bene, non c’è possibilità di introdurre veri cambiamenti se non si fanno pagare, nel breve termine, costi assai alti a tutta quella parte del Sud (ma anche a qualche pezzo del Nord) che vive grazie a un pessimo uso del denaro pubblico. Si può invocare quanto si vuole la «solidarietà » ma non c’è verso di introdurre il federalismo senza che questo comporti dolorose riconversioni. Il che non può non implicare, sotto il profilo politico, almeno nel medio termine, la destabilizzazione di settori rilevanti delle classi dirigenti del Mezzogiorno.
anche dei 30 mila e passa dipendenti della regione sicilia, che credo anche l'"ascaro" lombardo abbia a cuore........vedremo quali concessioni fara' mister B almeno a una parte del mezzogiorno, per cercare di toglierlo all'"abbraccio" di fini
Quel che si capisce è che Fini chiede, su federalismo e Sud, un compromesso.
mi pare' cosi' banale e scontato che e' l'unica via possibile........lo sa anche berlusca, e credo che queste parole non gli abbiano fatto, in realta', che piacere...non saranno piaciute a bossi, questo e' vero
Ma sta a lui e ai suoi, allora, dimostrare che un compromesso «virtuoso» è possibile, che evocare la solidarietà non sia solo un espediente per difendere l’esistente. Sta a lui, in sostanza, dimostrare che Futuro e Libertà, anche su questo terreno, è la destra moderna che egli ha evocato, e non l’ennesima variante di una qualsiasi «Lega Sud».