Quoto. Anche se costretto alla frenesia (vado di fretta anche per un caffè) sono ben contro di essa.
Vivere il momento che ci si è concessi è impagabile. Viverlo nella piena consapevolezza del suo significato ancor di più. Se mi piace la musica, me la godo in pace in un momento adatto. Se decido per un videogioco non lo faccio mentre viaggio.
Inoltre se viaggio, mi guardo il paesaggio e rilevo le cose che al viaggio appartengono: clima luce, cielo azzurro. Vedo molti ragazzini che sia in viaggio, che al ristorante, giocano con quei giochini mostruosi, da asociali totali. Alla fine di un week hend in famiglia non sono capaci di dire (ovviamente) dove sono stati, cosa avrebbero dovuto vedere, quale era il tempo. Forse nemmeno con chi sono stati...vabbè esagero!
Se mi piace il pollo arrosto, ma son goloso anche di nutella, non mischio i due gusti perchè così faccio prima...che schifo. Mi concedo un momento per l'uno ed uno per l'altro.
Il problema secondo me è che si ritiene di sfruttare i vantaggi della tecnologia soltanto sfruttando i momenti, abbinando le cose, facendole convivere al fine di risparmiare tempo.
In fondo, siamo stati anche lentamente condizionati a questo: i computer, la loro gara alla velocità, la possibilità di potere fare sempre più calcoli al secondo, sempre più applicazioni contemporaneamente, sono stati "credo" quelli, gli apripista e poi...
In realtà il discorso che ho fatto con questi esempi è estremamente semplicistico, quasi riduttivo. L'analisi del problema spazia anche altrove, ma quasi sempre partendo da questi concetti.
Cerchiamo solo, con un pizzico di severità, di salvare i nostri figli. Magari ci ringrazieranno.![]()