
Originariamente Scritto da
Don Zauker
Parliamoci chiaro: l'auto è un prodotto senza futuro.
Le stime precrisi davano un rapporto ptoenzialità produttive/venduto di 3 a 1; in sostanza, se tutti gli stabilimenti auto si fossero messi a produrre a pieno regime, si sarebbero prodotte 3 volte più auto del venduto.
La crisi ha peggiorato la situazione.
Ora, in un mercato supersaturo, l'unica è ridurre i costi.
Consideriamo poi che il mercato si è fatto globale...
Morale: nelle auto VERE, cioè quelle che uno acquista per REALI motivi di mobilità, e che paga coi suoi VERI soldi, non con formule finanziarie che servono solo per mettere voci in rosso in un bilancio; in questa fascia, dicevo, che rappresenta la stragande maggioranza del venduto, è evidente che per qualsiasi casa occidentale non ci sia più spazio.
Prima o poi il signor Tata, o chi per lui, deciderà di aggredire commercialmente il mercato dei paesi ricchi, e lo farà a prezzi per noi inarrivabili.
Viceversa, noi non potremo mai andare a combatterlo a casa sua.
Il discorso non funziona ovviamente sui brand di lusso, ma questa è un'altra storia, fatta di prodotti di nicchia che producono alto reddito, ma scarsa ricaduta (leggi: scarsa occupazione); tra parentesi, anche qui comunque mutamenti sono in atto, il signore dell'esempio precedente ha acquistato il marchio Jaguar.
Morale: Marchionne è un dipendente, deve fare il suo lavoro.
Lavoro che consiste nel produrre reddito per i suoi padroni.
Oggi come oggi, la maggior fonte di reddito a sua disposizione è data dai finanziamenti statali, concessi sotto il ricatto di creare disoccupazione.
Marchionne va in America perchè Obama sgancia più di Silvio, stop.
Non ha mai esposto i dettagli di Fabbrica Italia per il semplice fatto che non esistono.
Tutto qua, il resto è fuffa.
Miei 2 cents.