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Sveglia alle 7:30, devo essere alla dentiera di Sassi per le 9 e la mattina ci metto sempre un po a carburare.
Nei box cè un silenzio irreale, d'altronde chimminkia si sveglia di domenica a quell'ora? Il freddo è pungente ma sopportabile, mi ricordo d'un tratto di non essermi preparato adeguatamente la sera prima, tra le tante cose ho lasciato casco e guanti sotto in garage per cui sono semi-congelati, ma ormai è tardi, il tempo di girarne una e mi ritrovo quasi solo in una Torino silenziosa e ancora dormiente.
Raggiungo il mio capo direi piuttosto in orario, di solito non capita di fare troppa amicizia con i 'piani alti' ma la sua passione per la moto è notevole, così ci si ritrova già da un po a parlare praticamente solo di quello, inevitabile organizzare anche qualche giro. Sono anche riuscito a far benzina, lo trovo solo con la sua zav, ammetto che nel tragitto per un breve istante ho sperato diversamente, chessò una sorpresa, poi mi ricordo di essere un'egoistico, egocentrico, strafottente figlio di buona madre per cui mi rendo conto che manco a pensarlo.
Ad ogni modo sarò l'unico non zavorrato. Ecchè fatica trovare una zav di questi tempialmeno mi sono risparmiato le presentazioni.
Senza esitazione e mentre trovo un modo elegante per maledirlo (stika speravo alle 10 si ma non ad asti!) lui senza indugio rimanda le presentazioni vis a vis a dopo e ci incamminiamo in una zona dell'astigiano che dovrebbe essere sulla cartina (per la serie memoria zero) a quel punto, dopo aver scollinato per il pino, aver imboccato un pezzetto d'autostrada mi rendo conto che ho del tutto sottostimato l'abbigliamento. Faccio un breve riepilogo di come sono conzato: casco, celo, sottocasco, celo, guanti invernali, celo, giubbottazzo cordura + protezioni, celo, uccazzo! faccio guardandomi sotto... oltre al perizoma leopardato che indosso solitamente la domenica ho solo un paio di jeans e le scarpe per la vasca in centro. Sarà per quello che ad un certo punto avverto il ginocchio sinistro a metà tra il gonfio in modo assurdo e il "non lo sento più oddio oddio"... al casello gli chiedo un paio di minuti e cerco nel bauletto una soluzione. Fortunatamente rispuntano un paio di pantaloni fatti in casa tra l'imbarazzante ed il faceto (cosavrò voluto dire poi?) e mentre li indosso vedo i 'ragazzi' guardarmi in modo preoccupato della serie "dimmi che non lo stai facendo", in realtà si riveleranno una salvezza anche se sfarfallano un po, e sembro un cauboi cybernetico sfigato (pensa che belli sono), riparto e appena faccio qualche metro mi vola il biglietto dell'autostrada che avevo intelligentemente pinzato sul serba, rifletto che ho dimenticato pure il telepass che ho già da un po, ritorno a prendere il biglietto e vanifico la vestizione di poco prima. Posso solo sperare che capiscano e che lui non mi licenzi il giorno dopo. Il rallentatore della comitiua.
Troviamo il luogo dell'incontro e poco dopo ci raggiunge "il cartina" simpatico ragazzone di una certa, che oltre ad avere un bellissimo kawa vintage zxqualcheccosa 1200 riprodotto tale e quale nel 2005, ed essere accompagnato anche lui da simpatica zav che risponde al nome di "Viola" ci propone uno dei passi + bassi della zona tale turchino (520 mt slm) ed a quel punto capisco che il "giretto" sarebbe diventato, per me almeno, un tour de fors (fors che fors che arriv a destinazion), e che il ritorno intorno alle 3 da me paventato sarebbe stata pura utopia. Ma ormai sono in ballo, il freddo non mi ha ancora svilito e non vedo l'ora di macinare finalmente qualche kilometro con la mula che non sia il solito casa-lavoro.
I ragazzi tengono un passo veramente buono, allegro ma senza esagerazioni quando la strada lo consente, più cauto e controllato quando l'asfalto o il traffico consigliano di evitare. Riusciamo a piegare un po e abbasso un pelo la spalla lasciata colpevolmente alta e vergine dal mio predecessore.
Finalmente testo la Mula più seriamente e non posso che esserne piacevolmente colpito. Il 996 bicilindrico a V sgaloppa allegramente e senza esitazioni sulle statali. Un passo leggero ma che lascia tutta la manetta di cui si ha bisogno negli allunghi. Bilanciata talmente bene da non richiedere nessuna correzione o movimento del corpo, segue le curve accompagnandoti con simpatia e allegritudine fiduciosa, pinza bene anche se è un pelo morbida sul davanti, ad un certo punto muovo un po il culo sulla sella tanto x ricordarmi come si fa e per evitare le piaghe da decubito che poi avrò sulla strada del ritorno
Mi ritrovo a canticchiare questa song da solo, ad alta voce sfruttando il ridondare del casco, come un pirla e smuovendo il casco stesso e oscillando stupidamente la moto. Ebbene si... son felice come un bambino. Ogni tanto capita.
Il turchino è un bel passo, anche se la strada non è sempre pulita, si guida bene e l'asfalto non è preoccupante come al col del lys (tanto x citare l'unico esempio che ricordo).
Raggiungiamo Arenzano intorno a mezzodì.
La spiaggia è già puntinata di diverse persone che si godono un tiepido ma efficace sole di fine febbraio, le strade piene, ed il passo 'rilassato' come si conviene da quelle parti. Che differenza vivere al mare eh? Mi viene subito il mente Herbie, cerco un numero che non ho e realizzo nel mentre che ci fermeremo un'oretta se va bene per cui forse manco a disturbarlo. Chiaccheriamo un po mentre mangiamo un panino al volo e la compagnia è gradevole e certamente molto più preparata di me sulle strade da fare o non fare. La comunicazione tra casco e casco gliela inviderò molto durante il viaggio.
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Nel viaggio di ritorno prima di imboccarci nel sassello facciamo benza e cosa mi ritrovo? una Legend che come porta targa vintage sulla ruota davanti ha scritto "I luv Milf" non può non essere uno del tcp penso, e ci si scambia un paio di chiacchere (forse triunzlover? ricordo male? bah). Il sassello è forse un pelo meno bello del turchino ma anche li si guida abbastanza bene, non ci perdiamo e viaggiamo rilassati con qualche punta di divertimento. Ad un certo punto avverto un malditesta da spakkarmi il cervello, forse ho preso troppo freddo, fortunatamente dopo una mezzoretta, dopo aver abbassato il sottocasco all'inverosimile sugli occhi, passa. Inizio a sentire la stanchezza (credo che alla fine avremo passato qualcosa come 8 ore col culo sulla sella) mi alzo e sposto diverse volte per rilassare il tratto chiappale che sta necrotizzando, incredibile.. io 20 anni in meno paio un vecchio.. loro 20 in più sembrano dei rigazzini, devo smetterla di viaggiare con gli anziani!
Sono di ritorno alle 18.30, dopo 10 ore autsaide, quasi 400 km, stanco come una merda ma felice. Non faccio altro che una doccia calda prima di svenire e ringrazio iddio che attraverso la moto rende la mia vita ogni tanto un po meno meschina et infelice. Anche se in effetti poi io in dio non credo.
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Originariamente Scritto da urasch
